Pietro Guida
Sandro Greco
Salvatore Sava
Uccio Biondi
Salvatore Spedicato
Andrea Buttazzo
Marco Mariano
Valentina Dario
Valentina D'Andrea
Annamaria Di Terlizzi
Semira Forte
Ioanna Kazaki
Margherita Serra
Massimo Guastella
Letizia Gaeta
Metodologia e ricerca nei luoghi dell'Universita'. 13 artisti per 7 mostre da luglio a novembre nelle sedi Unisalento: opere, interventi installativi ed esposizioni collettive tematiche.
cura scientifica Massimo Guastella
ideazione e coordinamento Letizia Gaeta
L’Università del Salento, con il Dipartimento di Beni Culturali e il suo laboratorio didattico di Storia dell’arte contemporanea TASC (Territorio, Arti Visive e Storia dell’Arte Contemporanea), in collaborazione con lo spin-off Cracc - Conservazione e Ricerca Arti e Culture Contemporanee e il Conservatorio di Musica “Tito Schipa” di Lecce, e con la partecipazione di docenti, dottori e dottorandi, laureati e laureandi, studenti dell’area umanistica dell’Ateneo salentino, organizza “Sull’arte contemporanea: metodologia e ricerca nei luoghi dell’Università”: 13 artisti per 7 mostre (personali o interventi installativi o esposizioni collettive tematiche) allestite all’interno dei più affascinanti spazi dell’Università, luoghi in cui si mescolano le attività istituzionali e l’operosità didattica, essi stessi densi di valori storici, architettonici e artistici. Le aperture sono prolungate fino al 30 ottobre/7 novembre per affiancare la fruizione dell’iniziativa da parte dei cittadini e dei turisti alla didattica del nuovo anno accademico.
Si tratta di un progetto espositivo diffuso e condiviso, incentrato sulla conoscenza e messa in valore del patrimonio artistico contemporaneo del territorio, che ha tra i suoi obiettivi quello di storicizzare i metodi di studio sull’arte contemporanea, evidenziando i risultati di ricerche condotte nel corso della ventennale attività dell’Università del Salento nel settore dei beni culturali, dove gli studenti hanno condotto tesi di laurea sugli artisti e la storia dell’arte nel Meridione.
L’ideazione e il coordinamento del progetto sono di Letizia Gaeta, delegata del Rettore alla Conoscenza, ricerca e messa in valore dei beni culturali, che commenta: «In tempi di saturazione percettiva, di accrescimento quantitativo di ogni cosa, di esibizioni, di eventi, di spettacoli visivi che si moltiplicano in ogni dove; di divulgazione ubiquitaria, erano proprio necessarie queste sette mostre per sette luoghi? Diamoci tempo, prima di rispondere. Intanto suggeriamo di meditare su ciò che è utile, su ciò che costruisce conoscenza, su ciò che sedimenta. L’Università è il luogo del tempo inteso come storia. E la storia è indagine. Dietro queste mostre ci sono almeno due decenni di ricerche condotte da docenti e studenti. L’Università deve mostrarsi come luogo di militanza culturale, luogo di educazione e formazione, forse anche di provocazione come effetto di straniamento, ma a piccole dosi. Senza esagerare. Le provocazioni in arte come in altri ambiti hanno fatto il loro corso: non provocano quasi più nulla. Mettere in valore contenuto e contenitore in un intreccio di complessità forse ci porrà al riparo da un consumismo che alimenta anzitempo damnatio memoriae».
La cura scientifica è di Massimo Guastella, docente di Storia dell’arte contemporanea UniSalento, che aggiunge: «Nel mentre si assiste a talune proclamazioni circa lo sfasamento dell’arte contemporanea quale giustificazione per una critica sfasata e inadeguata, il significato dell’opera d’arte oggi implica più chiavi interpretative, flessibili, ma al tempo stesso chiare, dirette e comprensibili. Sull’opera d’arte, che resta il documento primario, diretto, non è più consentito un approccio standard e tanto meno improvvisato. Alla filologia, nella storia dell’arte ora si assommano nuovi metodi, alternativi, di ricerca e sperimentazione per quell’aggiornamento della disciplina sempre più riconoscibile come storia delle immagini. In un mondo multiculturale, i cui tratti restano locali e ancora consentono linguaggi ed estetiche tradizionali accanto al pluralismo espressivo, e il sistema è sostenuto e divulgato dal capitale che è globale, nella declinazione del metodo di ricerca risulta fondamentale una formazione permanente e rigorosa e l’elaborazione di un punto di vista storico critico autonomo e personale».
Patrocini di Puglia Promozione e della Fondazione Notte della Taranta.
Ingresso libero negli orari di apertura delle sedi (vedi schede di dettaglio, a seguire); Rettorato sempre aperto (agosto compreso); chiusura dall’8 al 25 agosto per le altre sedi cittadine, chiusura dall’8 al 23 agosto per il MAP di Brindisi; visite guidate su prenotazione telefonando ai numeri 338 2618983 oppure 388 9562933.
A seguire schede sintetiche sulle singole mostre, con l’indicazione del programma delle inaugurazioni.
Pietro Guida
Salomè e le altre
Rettorato, piazza Tancredi 7 - Lecce
Inaugurazione 8 luglio ore 18.30
orari: lunedì/venerdì 8-20; sabato 9-13
Pietro Guida è nato a Santa Maria Capua Vetere nel 1921. Ha iniziato la sua attività artistica aderendo al Gruppo Sud di Napoli. Vive e lavora a Manduria – Ta. Ha tenuto numerose mostre personali e partecipato a importanti mostre collettive, riscuotendo consensi di critica e riconoscimenti; sue opere figurano in collezioni pubbliche e private. Ha insegnato scultura all’Accademia di Belle Arti di Lecce. Nel 2008, il Dipartimento dei Beni delle Arti e della Storia dell’Università del Salento ha promosso e ospitato nella sua prestigiosa sede una mostra antologica del lavoro di Guida dal 1945 al 2008. Ha esposto le sue opere nel 2012 in una personale al Castel Dell’Ovo – Napoli.
In mostra:
Balcone, 1991 * Donna che si spoglia, 2014 * Sedia e figura 1, 2011 * Salomè 1, 2014 * Salomè 2, 2013 * Tango, 2007 * Concertiste, 1999 * Sedia e figura 2, 2011 * Tenda, 2009 * Orfeo ed Euridice, 2007 * Equilibrista, 2010 * Donna seduta, 1960
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In occasione dell’inaugurazione intervento del Conservatorio “Tito Schipa”, con:
R. Strauss, da Salomè: Ich bin verliebt, Es ist kein laut zu vernehmen
J. Massenet, da Herodiade: Il est doux, Charm de jours passes
Soprano la professoressa Anna Aurigi, al pianoforte Daniele Ciminiello.
Sandro Greco
Leggerezza: gravità senza peso
Ex Monastero Olivetani, viale San Nicola - Lecce
Inaugurazione 9 luglio ore 18.30
orari: lunedì/venerdì 8-19; chiuso 8-25 agosto
Sandro Greco, nato a San Pietro Vernotico (Brindisi) nel 1928, ha iniziato a dipingere da autodidatta nel 1947 temi ispirati alla vita del circo, da lui direttamente sperimentata. La formazione scientifica, laurea in farmacia, e l’insegnamento nelle scuole diventano decisivi quando, sostenitore di un dialogo fra arte e scienza fondato sulla comune matrice della Fantasia creatrice, nel corso degli anni ‘60 volge verso una produzione astratta e informale, per giungere, nel 1968, all’adesione allo sperimentalismo avanguardista, e alla fondazione con Corrado Lorenzo del Centro di ricerche estetiche di Novoli, divenendo uno dei protagonisti del dibattito artistico in Puglia. Ha inizio, così, un percorso ricco di interventi di Land e Conceptual Art, in cui ha coniugato cultura, innovazione linguistica e istanze ambientaliste. Negli anni ‘70, con le Tele Bianche ha proposto, con ironica provocazione, il tema della luce, argomento caro all’artista. Nel 1980, si è cimentato nella traduzione del suo linguaggio pittorico in oggetti, come i Tapp-arazzi tessuti in lana, e successivamente, in ceramica, cartapesta, mosaico, e di oreficeria. È rimasto sempre fedele al valore della componente ludica della creatività, in quanto espressione della gioia di vivere e della semplicità infantile, da preservare preziosamente. (Federica Coi)
In mostra:
Herr Plank il domatore di farfalle, 2005; Jsabel: assistente di Plank il domatore di farfalle, 2005; Fiore di carta su terra bruciata, 2008; Omaggio ai 7 colori visibili, 2011; Fiori con le ali, 2008; Vaso di fiori,1994; Vaso di fiori, 2009; Il gioco e l’arte: mosaico n°1, 2002; Lei è pimpante, i magnifici…, 2012; Il gioco e l’arte: mosaico n° 2, 2002; Partita a scacchi fra fiori e fiori con le ali, 2014; Mosaico, 2014; Omaggio al Sole, 2008; I musicanti, 1988; I magnifici 7 fiori con le ali, 2014; Fiori di carta sulla sabbia, 2011; Il Sole innamorato della luna verde, 2012; Vaso di fiori, 2012; Mosaico n° 7, 1998; Senza titolo, 2012; Vaso di fiori, 1963; Poesia, 2014; Girasoli, 2008; Senza titolo 1 (L’arte gioca con la matematica), 1975; Senza titolo 2 (Il sole innamorato della luna), 1975; Vaso di fiori con le ali n. 1, 2005; Vaso di fiori con le ali n. 2, 2005
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In occasione dell’inaugurazione, intervento del Coretto dell’Università del Salento. In programma l’esecuzione dei brani: Amazing Grace, Amazing Grace & Ai Ninnora, Funiculì funiculà, Gam Gam, Pick a bale of cotton, Hammer, Ly O Lay Ale Loya, Go down Moses, Good mornin’ blues, Go tell it on the mountain, Hail Holy Queen, I will follow him.
Salvatore Sava
Follie barocche
Ex Monastero Olivetani, viale San Nicola - Lecce
Dal 1° settembre al 7 novembre 2014
orari: lunedì/venerdì 8-19
Salvatore Sava, nato a Surbo nel 1966, ha compiuto la sua formazione artistica fra il Liceo Artistico di Lecce, l’Istituto Statale d’Arte di Roma e l’Accademia di Belle Arti di Lecce, dove insegna dal 1990. Non rinnegando le sue origini contadine, sin dalla sua prima produzione, di carattere informale-materico, ha fatto del forte legame con il territorio il motivo di fondo della sua poetica. Nel corso degli anni Novanta, ha dato vita a cicli tematici, come Magica Luna del 1996 e Fiori di Pietra del 1997, nei quali ha intensificato il dialogo con la natura mettendo in luce i rischi incombenti della perdita dei valori della vita, della bellezza e dell’armonia insiti nella natura e nell’universo. Su piedistalli geometrici lapidei si elevano pietre dipinte in equilibrio su gracili fili di ferro: un’armonia arcana su cui incombe la minaccia dell’inquinamento ambientale. Non ha altro significato la nobilitazione artistica dei materiali poveri, quali il legno e la pietra, se non quello di riaffermare che la salvezza può solo venire dal riconoscimento del valore dei frutti della terra. Per Sava, allora, persino la patata zuccherina, per il suo ruolo determinante nell’alimentazione mondiale, ha potuto diventare un simbolo quasi sacro (è questo il tema della sua installazione, presso il Museo dell’Arte Presente di Brindisi, Le radici della speranza, del 2011). La critica più qualificata ha difatti riconosciuto questa sua capacità di interpretare in chiave estetica moderna anche i temi ecologisti. (Federica Coi)
In mostra:
Salento 2014, 2014 * Giardino estetico, 2014
Uccio Biondi
Non ti muovere: installazioni sotto forma di sculture
Studium 2000 – Museo Papirologico, via di Valesio angolo viale San Nicola - Lecce
Inaugurazione 10 luglio ore 18.30
orari: lunedì/venerdì 8-20.45; chiuso 8-25 agosto
Uccio Biondi, nato a Ceglie Messapica nel 1946, ha iniziato l’attività artistica da autodidatta nel 1973, trattando temi di carattere sociale. Dal 1977 al 1980, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Lecce e sviluppato un linguaggio visivo influenzato dall’action painting americana e dall’informale europeo per dare voce alle proprie istanze autobiografiche. Nei lavori degli anni ‘90 il suo linguaggio si è arricchito di inserti polimaterici, segnici, grafici, scritturali e figurativi, aprendosi anche ai linguaggi della multimedialità, sulla scia di una costante attenzione all’arte presente. Sul volgere del nuovo secolo, ha proposto lo “zapping pittorico” nel quale ricompaiono motivi figurativi. Affascinato dai calchi in gesso di Segal, visti in mostra a Brindisi nel 1999, è approdato alla scultura, con opere monocrome e fluorescenti, di derivazione neopop e concettuale. Il colore acceso delle sue icone muliebri ne sottolinea l’aspetto di effigi inanimate. Il dialogo fra cromie trasfiguranti e simboliche e le figure femminili è la chiave della serie ritrattistica delle Monne Terranee (2006). Nell’ultimo decennio ha sperimentato le potenzialità espressive di tutti i linguaggi comunicativi, anche con performance teatrali, video-installazioni e vetrate di soggetto sacro. (Federica Coi)
In mostra:
Ossolotomonto, 2003 * Lucifera, 2006 * Imagine, 2003-2009 * C.A. | Miccia 1 – Achilla, 2013 * C.A.| Miccia 2, 2013 * C.A.| Miccia 3, 2013
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In occasione dell’inaugurazione (in comune con Spedicato), intervento delle classi di Musica Jazz del Conservatorio (seguite dai docenti Patrizia Lomuscio e Luigi Bubbico):
Voce Giulia Tedesco, al contrabbasso Giuseppe Albano, al pianoforte Filippo Galbiati
R. Rodgers, O. Hammerstein, My favourite things
D. Ellington, Star crossed lovers
B. Bowman, East of the sun
Voce Clarissa Colucci, al contrabbasso Giuseppe Albano, al pianoforte Filippo Galbiati
H. Hupfeld, As time goes by
V. Young, My foolish heart
D. Ellington, Don’t get around much anymore
Salvatore Spedicato
…e il passato: contaminazione visiva
MUSA, via di Valesio angolo viale San Nicola - Lecce
Inaugurazione 10 luglio ore 18.30
orari: lunedì/venerdì 8-20.45; chiuso 8-25 agosto
Salvatore Spedicato nato ad Arnesano (Lecce) nel 1939, diplomatosi maestro d’arte nel 1956 presso l’Istituto d’Arte di Lecce, nel 1971 fu nominato docente di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, ricoprendone poi la carica di Direttore dal 1979 al 1993. La sua lunga esperienza d’artista, tuttora in corso, lo ha visto presenza indiscussa della storia della scultura italiana del secondo novecento, muovendosi, nelle sue scelte, senza ombre di ambiguità o incertezze, evitando improvvisazioni ed estemporaneità, facili accomodamenti o varie seduzioni, ma sempre confrontandosi con le esperienze artistiche contemporanee. Forte delle sue solide basi formative, tuttora per lui imprescindibili, quali la padronanza del disegno e la conoscenza dei materiali e delle tecniche, egli ha potuto passare dal primo e importante contatto con la classicità negli esordi, all’incontro con le problematiche avanguardiste, tra la fine degli anni sessanta e gli anni settanta, e al ritorno alla figurazione, sino alle esperienze degli ultimi tre decenni, nel fermo convincimento, sorretto da una non secondaria attività di critico d’arte, che la scultura, per sua natura, deve puntare su valori duraturi e ponendo al centro della sua poetica l’uomo, con i suoi radicamenti culturali e antropologici, con i suoi sentimenti e la sua spiritualità, che hanno preso forma, di volta in volta nei temi del mito o della natura, delle condizioni d’esistenza dell’uomo o dei suoi valori religiosi e culturali.
In mostra:
Generale 1, 1960 * Generale 2, 1960 * La mia terra antica, 1966-67 * Il fulmine di Zeus, 1985-86 * Apoteosi del Barocco, 2008 *Vittoria Messapica (Il Sallentino), 2010
In occasione dell’inaugurazione (in comune con Biondi), intervento delle classi di Musica Jazz del Conservatorio (seguite dai docenti Patrizia Lomuscio e Luigi Bubbico):
Voce Giulia Tedesco, al contrabbasso Giuseppe Albano, al pianoforte Filippo Galbiati
R. Rodgers, O. Hammerstein, My favourite things
D. Ellington, Star crossed lovers
B. Bowman, East of the sun
Voce Clarissa Colucci, al contrabbasso Giuseppe Albano, al pianoforte Filippo Galbiati
H. Hupfeld, As time goes by
V. Young, My foolish heart
D. Ellington, Don’t get around much anymore
Andrea Buttazzo, Marco Mariano
C’è un campus artistico visivo
Dipartimento di Beni Culturali, via Birago 64 - Lecce
Inaugurazione 11 luglio ore 10.30
orari: lunedì/venerdì 8-19, sabato 9-13; chiuso 8-25 agosto
Andrea Buttazzo, nato a Lecce nel 1974, si è accostato al mondo dell’arte tramite il padre e lo zio Roberto anch’egli artista. Fondamentale è stata la prima formazione, a partire dal 1988, sotto l’ala di Marcello Gennari, professore di scultura presso l’Istituto Statale d’Arte di Lecce, attraverso il quale ha scoperto, rimanendone affascinato, la straordinaria malleabilità della pietra leccese, che preferisce chiamare semplicemente pietra. Completati gli studi all’Accademia di Belle Arti di Lecce, e avviata la sua attività di scultore, ha mostrato subito nelle sue opere che la pratica manuale, per quanto sostenuta da una necessaria perizia tecnica, ha bisogno di fondarsi anche su un metodo d’indagine della moderna condizione sociale, collettiva e individuale, detto in altri termini, che la forma non può prescindere dal suo contenuto. È sulla base di questa consapevolezza che si è sviluppato nel suo percorso un progressivo arricchimento artistico e culturale, che gli ha consentito e gli consente di muoversi sempre abilmente tra nuove modalità tecniche e nuovi materiali e di rapportarsi con intelligenza alle esperienze artistiche, storiche e nuove, italiane e internazionali. Nel nuovo millennio ha dato vita a Lab11, sede di una associazione e il suo studio, nel quale realizza le sue opere liberamente ispirate ai linguaggi delle tendenze artistiche, avanguardiste e neo-avanguardiste (dal dadaismo al surrealismo, all’arte povera e concettuale ecc.), ma originalmente interpretate in chiave efficacemente ironica per mettere in luce le contraddizioni e le problematiche del nostro tempo. (Federica Coi)
In mostra:
Via, 1999-2014 * Fragile, 2011
Marco Mariano (Copertino, 1985) si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, laureandosi nel 2010 con tesi in scultura ambientale. Nel 2011 è stato chiamato a ricoprire la cattedra di Tecniche della scultura, poi divenuta di Scultura e tecniche del marmo e delle pietre dure presso l’Accademia di Belle Arti di Vibo Valentia. La produzione scultorea di Mariano si presenta sia in termini figurativi che in motivi aniconici e, accanto a lavori di piccolo formato, si manifesta in opere pubbliche che, immerse nell’ambiente quotidiano, interloquiscono con la storia e le situazioni dei luoghi. Con sapiente abilità tecnica, l’artista plasma la pietra, abbinandola talvolta al legno, per creare forme semplici che, soprattutto nel caso delle sculture ambientali, risultano di immediata lettura (Federica Coi)
Queens and the crowns, 2014
Valentina Dario, Valentina D’Andrea, Annamaria Di Terlizzi,
Semira Forte, Ioanna Kazaki, Margherita Serra
Donne nell’Arte Presente
Museo Mediterraneo dell’Arte Presente (MAP), Chiesa di San Michele Arcangelo
delle Scuole Pie, via Tarantini 37 - centro storico di Brindisi
Inaugurazione 11 luglio ore 18.30
orari: lunedì/sabato 18-20 e su prenotazione telefonica; chiuso 8-23 agosto
Maria Valentina Dario (Mesagne 1982), maturità artistica presso il Liceo Artistico “E. Simone” di Brindisi, diploma di Pittura presso l’Accademia di BB.AA di Lecce. Dopo gli esordi nel genere della ritrattistica, perviene all’attuale serie dei “ritratti su misura”.
Valentina D’Andrea, nata a Lecce nel 1966, si è formata all’Accademia di Belle Arti di Lecce. Scenografa, designer e illustratrice, ha dato vita dal 1999 al laboratorio di arte, moda e design “Officina di Fantadesign”. Vive e opera a Lecce.
Anna Maria Di Terlizzi è nata a Bari 1944, dove vive e lavora come docente presso l’Istituto Statale d’Arte. Ha realizzato numerose opere bronzee per committenze religiose e pubbliche. È presente in collezioni pubbliche e private, italiane e straniere.
Semira Forte, nata a Brindisi nel 1975, si è formata al Liceo Artistico “Simone” di Brindisi e all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha ottenuto il premio Pagine Bianche Puglia (2007) e la selezione al premio Terna (2008).
Margherita Serra è nata a Brescia nel 1943. Architetto dedicatasi totalmente all’arte divenendo scultrice di fama internazionale, fa parte del direttivo del gruppo degli architetti artisti Ligne et Couleur di Parigi e dell’associazione Sculptors Guild di New York. Vive e lavora tra Brescia, Carrara e Matera.
Ioanna Kazaki (Salonicco, 1960) ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma. Vive e opera in Grecia. Oltre alle numerose esposizioni nella sua città natia, ha esposto nella Galleria Internazionale di Roma (1985), all’Art Concept Festival di San Pietroburgo (1995). Una sua opera è nella collezione dell’Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea di Roma.
In mostra:
Valentina D’Andrea, Luce liquida (2012)
Maria Valentina Dario, Camicia + tenda = traffico (2012)
Anna Maria Di Terlizzi, Profezia (1999)
Semira Forte, Kubika, Light Box – Installazione (2008)
Ioanna Kazaki, Microcosmo – Macrocosmo (2010)
Margherita Serra, Corsetto con ricami a triangolo (2008)