Terza ed ultima parte del progetto QU. curato da Luca Cerizza per la Galleria. La mostra e' concepita come una riflessione su alcune delle tematiche piu' caratteristiche e ricorrenti della Conceptual Art, dalle sue origini agli ultimissimi sviluppi. Ogni mostra della serie QU. e' pensata come una possibile risposta a domande legate a diverse idee e tipologie di spazi. Domanda n.3: quale istituzione? Lavori e documenti di Robert Barry e Ian Wilson sono presentati insieme a nuove opere del giovane artista tedesco Tino Sehgal, a costruire una fitta rete di rapporti e differenze tra le posizioni degli artisti
Robert Barry - Tino Sehgal - Ian Wilson
Un progetto di Luca Cerizza per la Galleria Massimo Minini
Tre domande = tre mostre
Domanda n.3: Quale istituzione
Don't Expect Anything è la terza ed ultima parte del progetto QU., curato da Luca Cerizza per la Galleria Massimo Minini.
La mostra è concepita come una riflessione su alcune delle tematiche più caratteristiche e ricorrenti della Conceptual Art, dalle sue origini agli ultimissimi sviluppi.
Ogni mostra della serie QU. è pensata come una possibile risposta a domande legate a diverse idee e tipologie di spazi. Quest'ultima si concentra sulle dinamiche e le logiche del contesto espositivo.
Le strutture economiche e le convenzioni culturali che caratterizzano le istituzioni artistiche, le relazioni tra oggettualità e smaterializzazione, l'uso della scrittura e della parola nella produzione artistica, i rapporti tra comunicazione visiva e verbale, tra artista e spettatore, spettatore e contesto, saranno tra le problematiche sollevate dalla mostra.
Lavori e documenti di Robert Barry e Ian Wilson, provenienti principalmente dalla stessa Galleria Massimo Minini, saranno presentati insieme a nuovi lavori del giovane artista tedesco Tino Sehgal, a costruire una fitta rete di rapporti e differenze tra le posizioni dei tre artisti, in relazione alle tematiche sopra accennate e agli sviluppi della Conceptual Art.
La mostra Don't Expect Anything sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano / inglese), con testi di: Francesco Bernardelli Luca Cerizza Raimundas Malasauskas Massimo Grimaldi Hans-Jürgen Hafner Thomas Wulffen
E un progetto appositamente concepito da Jonathan Monk.
ROBERT BARRY (New York, 1936)
Dopo un inizio di carriera legato alle forme e le problematiche del minimalismo, è stato tra gli iniziatori e i più rappresentativi esponenti della Conceptual Art, realizzando alcuni dei lavori più radicali dell arte del dopoguerra. Utilizzando elementi diversi come pittura, scrittura, suono, video-proiezione, onde radio, gas naturali, telepatia, Barry ha definito forme di comunicazione altamente indeterminate, sfuggenti, evocative, in direzione di un estrema smaterializzazione del prodotto artistico.
Recentemente la Kunsthalle di Norimberga gli ha dedicato una mostra personale (accompagnata da un catalogo) che andrà alla Kunsthaus di Aarau, nel maggio 2004.
TINO SEHGAL (Londra, 1977)
È uno degli artisti più interessanti dell ultimissima generazione artistica. Mischiando riferimenti ai suoi studi in coreografia e in economia politica con influenze di matrice concettuale e performativa, Sehgal interroga le strutture e le convenzioni dell'arte contemporanea, i rapporti di produzione e consumo nelle società capitalistiche avanzate, le relazioni tra l'essere umano e l'oggetto. Il suo lavoro consiste in semplici atti e movimenti, come delle minimali coreografie che sono 'interpretate', per tutta la durata della mostra, da uno o più corpi umani. Possono essere quelli dell'artista stesso (in alcuni dei suoi primi lavori), di guardie di musei (come nel caso di Manifesta 4 a Francoforte, di I promise It s Political al Ludwig Museum di Colonia e di Utopia Station, alla Biennale di Venezia del 2003), di galleristi (come nella sua prima ed unica mostra personale fino ad ora, presso la galleria Jan Mot di Bruxelles) o di bambini (come nello stand di The Wrong Gallery, alla Frieze Art Fair di Londra). Sono situazioni sorprendenti e imprevedibili che mettono fortemente in gioco il ruolo dello spettatore e del contesto espositivo.
Rifiutando ogni tipo di produzione oggettuale e documentativa dell'atto artistico (e della sua vendita), la sua ricerca prosegue, ed addirittura estremizza, proprio le posizioni di artisti come Barry e Wilson, verso un assoluto annullamento della componente visiva e oggettuale del lavoro artistico. L'azione e la parola rimangono l'unico materiale utilizzato da Sehgal, che così interroga le possibilità più assolute della scultura in una forma effimera, immateriale e transitoria, ma altamente comunicativa.
Sehgal terrà una mostra personale presso il Van Abbemuseum di Eindhoven nell aprile 2004.
IAN WILSON (Durban / Sud Africa, 1940)
Dopo aver portato ad un grado di estrema riduzione le possibilità del linguaggio minimalista, in un lavoro come Chalk Circle (1968), Wilson ha abbandonato ogni tipo di produzione fisicamente riconoscibile, per dedicarsi ad un lavoro basato esclusivamente sull'uso della parola. Per circa un anno Wilson ha utilizzato la parola 'time' (tempo) come punto focale di conversazioni casuali e ordinarie. In seguito ha abbandonato anche questa limitazione contenutistica per dedicarsi solamente alla comunicazione orale (Oral Communication) come forma artistica. L'unico oggetto che queste conversazioni producono, è un certificato che testimonia l'avvenuto incontro e dialogo tra l'artista e uno o più soggetti. Come dichiarato a Robert Barry nel 1970, per Wilson il linguaggio può essere azione, la grammatica del comportamento.
Wilson terrà una mostra personale alla fine di gennaio 2004 presso la galleria Jan Mot di Bruxelles.
Immagine: Robert Barry, 2000
Inaugurazione 11 e 12 marzo 2004 ore 18.00
GALLERIA MASSIMO MININI VIA APOLLONIO 68 · 25128 BRESCIA
APERTO DAL MARTEDI AL SABATO DALLE ORE 15.30 ALLE ORE 19.30