Volti. "Colpiscono nei suoi visi di donna una intensa carica di pena, di rabbia, di smarrimento, di sofferenza oppure di tormentosi enigmatici interrogativi" (G. Delgado)
a cura di Manuela Cucinella e Patrizia Alice Cucinella
La donna nell’arte ha dietro di se un passato infinito; eppure c’è sempre qualcuno
che scopre in un volto o in una figura femminile sguardi ed espressioni senza
precedenti. Marina Mancuso è un significativo eloquente esempio di questa
ricerca e capacità espressiva, che parla un linguaggio nuovo, inedito ed
intrigante.
Colpiscono nei suoi volti di donna una intensa carica di pena, di rabbia, di
smarrimento, di sofferenza oppure di tormentosi enigmatici interrogativi, che
hanno il drammatico sapore dell’attualità e condannano la difficile condizione
muliebre nel mondo.
E’ molto più facile leggere nei loro occhi e nei segni delle guancie frementi e delle
labbra, che parlano un linguaggio esasperato e rivelano un’amarezza esistenziale
che non un momento di invocazione, comprensione, fiducia e tenerezza.
Domina lo smarrimento.
Le donne di Marina Mancuso sono il tangibile ritratto della protesta, del disprezzo,
del risentimento e del disagio umano e spirituale; non c’è, insomma, ombra di
rassegnazione o di riscatto.
Affilano efficacemente questo pathos le capigliature, che con le loro vibrazioni,
sfumature, contrasti e chiaroscuri rendono più spesso e palpitante il messaggio
che irrompe da bocche livide ed urlanti, pur senza parola.
La scena, il fondale, l’atmosfera valgono quanto il volto stesso, che sembra
coinvolto e travolto da ciò che lo circonda, dall’universo umano e dai riflessi di un
mondo ostile, spietato, cieco ed egoista.
Il più però , deriva dalla maestria del colore, che rivela la fitta esperienza, il
“mestiere”, la forza del carattere, il peso della vita e le ispirazioni dell’anima. Tutto
si riconosce nelle macchie bianche, nelle sapienti tonalità, sia quando la
colorazione è cupa e nebulosa, sia quando l’immagine è dominata da bionde
luminosità.
Si comprende benissimo quale sia il bilancio di un lungo , nutrito esercizio
professionale.
Le molteplici sperimentazioni di laboratorio, il contatto con altre espressioni
artistiche, fotografia compresa, l’orizzonte creativo che predilige la donna, una
matura coscienza d’artista sono l’humus della produzione di Marina Mancuso, che
consegue risultati altrettanto brillanti e convincenti nei “paesaggi”, negli ambienti,
negli angoli urbani, nelle decorazioni, nelle scenografie, in una nobile
cartellonistica.
La somma finale è la testimonianza di un impegno artistico, culturale, filosofico,
etico e una inventiva saggia e misurata che onorano i nostri tempi spesso aridi,
calcolatori, equivoci e cervellotici.
Gustavo Delgado.
Immagine: Aline, mix media su tela, cm 100 x 100, 2013
Inaugurazione 8 settembre ore 20
Piziarte Associazione Culturale
via Sardegna 3 64018 Tortoreto Lido - Teramo
0rari dal lunedì al venerdì ore 18 / 21
Ingresso libero