Christopher Anderson
Alexandra Boulat
Ron Haviv
Gary Knight
Antonin Kratochvil
Christopher Morris
James Nachtwey
John Stanmeyer
Gabriel Bauret
Il Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, in collaborazione con l'agenzia VII e Grazia Neri, presenta la seconda grande collettiva dell'agenzia VII, proponendo una riflessione sul tema del lavoro del fotoreporter di guerra. Otto contributi, scelti dagli autori stessi tra i molti reportage realizzati in aree e situazioni di conflitto diverse, dimostrano la validita' e la necessita' di una professione volta a raccontare la storia.
Il Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri,
in collaborazione con l'agenzia VII e Grazia Neri,
presenta la seconda grande collettiva dell'agenzia VII,
proponendo una riflessione sul tema del lavoro del fotoreporter di guerra.
Otto contributi, scelti dagli autori stessi tra i molti reportage realizzati
in aree e situazioni di conflitto diverse, dimostrano la validità e la
necessitÃ
di una professione volta a raccontare la storia.
Christopher Anderson
Alexandra Boulat
Ron Haviv
Gary Knight
Antonin Kratochvil
Christopher Morris
James Nachtwey
John Stanmeyer
Mostra a cura di Gabriel Bauret
Dopo la mostra 'New York Kabul', presentata con successo a Verona in
occasione del primo anniversario dell'11 settembre 2001, i fotografi
dell¹agenzia VII sono stati invitati a scegliere, tra i diversi tipi di
reportage che hanno realizzato, un soggetto che illustrasse il loro lavoro
di corrispondenti di guerra. Otto 'corrispondenze' saranno quindi disposte
negli spazi del Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri e
intratterranno i visitatori in un percorso che li porterà dalla Jugoslavia
all¹Irak, in un periodo che va dal 1991 al 2003.
Gli otto reportage differiscono nella loro durata: alcuni per esempio sono
stati realizzati nel corso delle prime settimane di intervento americano in
Irak, mentre altri sono frutto di un lavoro di più anni
(Ron Haviv nella ex-Jugoslavia). La guerra è il tema principale di questi
reportage, anche se essa assume forme diverse: sofisticate e convenzionali
al tempo stesso (vedere le immagini di Gary Knight in Irak), o più primitive
come a Gaza (Christopher Anderson). Una guerra tra nazioni (Cecenia) o tra
membri di comunità etniche e religiose diverse (Afganistan, Jugoslavia), gli
scontri di piazza tra la polizia e gli oppositori del regime in cui la
violenza supera quella delle normali manifestazioni (Indonesia). Molto
vicino a noi, il conflitto nei Balcani intacca durevolmente la costruzione
europea; altri sembrano più lontani, ma questo senso di lontananza è
talvolta soltanto geografico.
La mostra aprirà su tre conflitti importanti degli anni novanta: Jugoslavia,
Cecenia e Afganistan. Dal 1991 Ron Haviv fotografa le conseguenze dello
scioglimento della federazione jugoslava e l¹intensificazione della guerra,
della quale i bosniaci pagheranno il prezzo più caro, fino all'arresto di
Slobodan Milosevic dieci anni più tardi. Christopher Morris documenta la
guerra in Cecenia che i Russi conducono dalla fine del ¹94 e che terminerÃ
temporaneamente nel 1997. Il 1996 segna l¹entrata dei Talibani a Kabul e
l'instaurazione del loro regime in un paese che non sembra avere altro
avvenire che la guerra: James Nachtwey ne fotografa le cicatrici.
Ma non è solo in Cecenia o in Afganistan che la storia si ripete: tre anni
dopo la prima guerra delle pietre (1987), negli stessi territori occupati
dove opera Christopher Anderson (la striscia di Gaza) si sviluppa quella che
è stata chiamata la seconda intifada.
E¹ sempre nella sollevazione della folla che il movimento sorto in Indonesia
alla destituzione del presidente Suharto (1998) trova la sua origine: John
Stanmeyer ne segue l¹evoluzione ed anche le implicazioni nella regione di
Timor Est mostrando l¹estrema brutalità della repressione.
L¹America di George W. Bush ha designato l¹Irak tra i paesi che
costituiscono una minaccia per la sua sicurezza. Dopo il suo intervento in
Afganistan essa formula il progetto di liberare gli iracheni da Saddam
Hussein e dal regime che egli aveva instaurato. Alexandra Boulat è inviata
nella regione, all¹inizio del 2003, per documentare la vita quotidiana
all¹avvicinarsi della guerra; fotograferà poi Bagdad e i suoi abitanti
sottoposti alla dura prova dei bombardamenti. Da parte sua, Gary Knight
segue da vicino l'intervento delle forze militari su terra: l'episodio che
ha intitolato 'The Bridge' potrebbe ricordare il ritmo e l¹atmosfera delle
fiction cinematografiche, ma qui tutto è vero. Quanto a Antonin Kratochvil,
egli mostra nel deserto, intorno alle città o ai bordi delle strade, un
paesaggio terribilmente devastato, le tracce fisiche, sia umane sia
materiali, lasciate da questa guerra.
Gabriel Bauret, curatore della mostra
INAUGURAZIONE
mercoledì 18 FEBBRAIO 2004 alle ore 18.30
La mostra è aperta al pubblico dal 19 febbraio al 18 aprile 2004 con il
seguente orario:
da martedì a domenica : 10.00 -19.00 (la biglietteria chiude alle ore 18,30)
Lunedì chiuso.
Biglietto intero: 4,10 Eu; ridotto: 2,10 Eu; militari, ragazzi, scolaresche:
1,50 Eu
Informazioni
Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri
Cortile del Tribunale 37121 Verona
0039 45 8077532- 8077503- 8077504
Coordinamento organizzativo
Giusi Pasqualini e Carla Avanzini
0039 45 8077532/ 7504
Segreteria
Fernanda Laiti e Sara Cavallaro
Coordinamento Didattica
Carla Avanzini,
Aster Milano
UFFICIO STAMPA
Grazia Neri - via Maroncelli,14 Milano
0039 2 62527.1 fax: 0039 2 6597839
Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri
Cortile del Tribunale  Piazza Viviani - Verona
Caterina Spillari
0039 45 8077391
Curatela mostra
Gabriel Bauret
Allestimento mostra
Eleonora Boaro
Pagine Web
Coordinamento: Erica Sfredda
Marina Martinato e Roberto Vassanelli
Progetto Grafico
Roberto Vassanelli
Sede Espositiva
Cortile del Tribunale (Piazza Viviani) - 37121 Verona
0039 45 8007490