Andy Warhol
Roy Lichtenstein
Franco Angeli
Urs Luthi
Maurizio Cattelan
Emilio Isgro'
Luigi Ghirri
Sol Le Witt
Hans Op De Beeck
Olivo Barbieri
Francesco Jodice
Costa Vece
Jonathan Monk
Francesca Pasini
In occasione del Festival della Comunicazione, la mostra traccia un racconto di immagini che negli ultimi decenni hanno segnato lo spirito del tempo e dalle quali emerge un legame con la comunicazione.
a cura di Francesca Pasini
La Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti partecipa al Festival della Comunicazione
(Camogli 12 -14 Settembre 2014) ospitando alcuni eventi e una selezione di opere
d'arte contemporanea provenienti dalla Collezione Remotti.
La mostra, Da Warhol a Internet, a cura di Francesca Pasini, prende lo spunto dalla
famosa frase di Andy Warhol " tutti hanno diritto a 5 minuti di notorietà" per tracciare
un racconto di immagini che negli ultimi decenni hanno segnato lo spirito del tempo.
Il rapporto con la comunicazione è preveggente e sincronico con i cambiamenti in atto.
Si parte da Andy Warhol, Campbell's Soup (1965), al quale risponde Roy
Lichtenstein, Sweet Dream Baby (1965), uno dei suoi fumetti ingigantiti a livello di
"quadro". Due simboli della Pop Art che hanno influenzato il modo di guardare e
dialogare, al quale si intreccia il dipinto di Franco Angeli, Half Dollar, 1979, che
ironicamente/criticamente ne ritrae l'aquila imperiale dimezzata e iscritta in oro su
fondo nero.
Ma il punto di svolta del genio del secolo scorso, Andy Warhol, sono i ritratti dove
dentro la notorietà emergono dramma e contraddizione. Il simbolo in assoluto è
Marilyn Monroe, alla Fondazione Remotti è esposta una rara edizione dipinta acrilico su
tela, invece che serigrafata (1985), ma anche il Self Portrait (1985), che Warhol
realizzò a Napoli in occasione della mostra alla Galleria Lucio Amelio.
L'immagine di sè appare regolarmente nella storia dell'arte e segnala il movimento
dell'identità: da un lato Urs Luthi con una sequenza del 1974, Tell me who stole your
smile, mette in primo piano la sua omosessualità; dall'altro la foto a colori Tarzan e
Jane, 1993 di Maurizio Cattelan sottolinea l'impatto dei i media nellarappresentazione soggettiva. Mentre Emilio Isgrò, Libro (1997), mette in evidenza la
necessità di ridurre il protagonismo di accettare la cancellazione, che lui stesso applica
al testo.
La fotografia racconta il mondo e affonda lo sguardo tra visione e comunicazione.
Il grande maestro Luigi Ghirri, sovrappone a una mappa stradale e delle foto,
Modena (1979), mentre Sol Le Witt, Photo of Florence without the River Arno, 2003,
incide la superficie e toglie il fiume. Hans Op De Beeck, ibrida paesaggi e
architetture con silenzi e colori non naturali, On the Road (1996); Olivo Barbieri ritrae
le metropoli internazionali avvolgendole di un "vapore", che è simbolo della distanza e
forse del sogno di conoscenza, Pechino (1996). Francesco Jodice ritrae Buenos Aires
(2001), come fosse un collage. In primo piano una grande cassa di materiali tecnici da
eliminare, sui quali campeggia la pubblicità di abbonamento a Internet a poco prezzo.
Tutte spie dell'attuale rapporto tra abitare, inventare, comunicare.
All'interno di questo viaggio tra le immagini si inseriscono la bandiera dipinta di Costa
Vece , Made in Lybia,2005 e la scultura di Jonathan Monk, The Moment Before You
realise You are Not Lost, 2003: un disco di specchio circolare sospeso, che l'aria e la
temperatura fa ruotare. È immediato cogliere il proprio sguardo e successivamente
perderlo. Una condizione che attraversa la comunicazione mediatica, affettiva,
culturale.
Inaugurazione 12 settembre, al mattino
Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti
via Castagneto 7 Camogli (GE)
Orario: 11-20.