Emanuela Filippi Ufficio Stampa
Ab Ovo. L'esposizione, a cura di Martina Corgnati, documenta il lungo percorso di elaborazione di questa artista in piu' di cinquanta di opere: dipinti, carte, sculture in marmo e bronzo, installazioni luminose, sonore e cinetiche, multipli in materie plastiche, e altro ancora, fino agli esiti piu' recenti, molto spettacolari.
"Ab Ovo"
mostra promossa da Provincia di Milano/Cultura e beni culturali
a cura di Martina Corgnati
Fulvia Levi Bianchi, triestina ma milanese di adozione, si forma nel clima
fervido dei primi anni Sessanta, a contatto con figure determinanti della
ricerca artistica nazionale e internazionale, come Lucio Fontana e, più
tardi, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e molti altri. Attiva fin dalla
metà del decennio (nel '65 le prime esposizioni, a Milano), il suo campo
d¹indagine si è subito ristretto e concentrato sulla forma dell¹uovo,
elemento perfetto e primordiale, che da Piero della Francesca a Brancusi
rappresenta una delle sintesi più ardue e più affascinanti della ricerca
plastica e visiva. Per decenni Fulvia Levi Bianchi ha fatto dell¹uovo la
propria forma 'topica', punto di riferimento tanto nella pittura quanto
nella scultura e nell'oggettistica, con originali sperimentazioni in ambiti
prossimi a quelli del design.
La mostra, organizzata da Provincia di Milano/Cultura e beni culturali, è di
taglio antologico e tematico, e presenta per la prima volta in maniera ampia
ed esaustiva a Milano il lavoro di Fulvia Levi Bianchi, italiana ma divenuta
più nota negli Stati Uniti, dove ha collaborato lungamente con la galleria
newyorkese di Jolas.
L'esposizione, a cura di Martina Corgnati, documenta il lungo percorso di
elaborazione di questa artista in più di cinquanta di opere: dipinti, carte,
sculture in marmo e bronzo, installazioni luminose, sonore e cinetiche,
multipli in materie plastiche, e altro ancora, fino agli esiti più recenti,
molto spettacolari.
"Ab ovo" è un ciclo di opere più che trentennale (le prime forme "uovali",
come le chiama l'artista, sono state eseguite all'inizio degli anni
settanta) che nasce da una profonda esigenza filosofica e formale: come
molti altri artisti della sua o della generazione immediatamente precedente
(da Fontana a Castellani a Agostino Bonalumi), Fulvia Levi Bianchi avverte
l'esigenza di "purificare" la pittura da ogni elemento superfluo, ritornando
all'essenza, all'immagine dell'oggetto primordiale da cui scaturiscono tutti
gli altri. Un simbolo insomma, dalla straordinaria potenza formale. Per
restituirne tutta la pregnanza e le potenzialità , l'artista ha messo a punto
una sofisticata tecnica pittorica (e in seguito anche plastica) che le ha
consentito di eliminare completamente il segno, lasciando unicamente la luce
e il volume, liberi di espandersi e di vibrare sullo spazio della tela. Sono
nate così le sue opere maggiori e più significative, l'uovo bianco su fondo
nero, bianco su fondo bianco e rosso su fondo rosso, insieme a una
ricchissima serie di variazioni sul tema, che la mostra propone in termini
esaustivi per la prima volta in Italia. Fino ad oggi infatti il lavoro di
Fulvia Levi Bianchi, che ha lavorato lungamente con il celebre gallerista di
origine greca Jolas ad Atene e a New York, è stato apprezzato soprattutto
negli Stati Uniti.
orari: tutti i giorni 10Â19.30, martedì e giovedì fino alle 22, chiuso il
lunedì
ingressi: intero 4,10 Euro  ridotto 2,55 Euro  gruppi scolastici 2,50 Euro
Catalogo Skira Editore
inaugurazione: giovedì 19 febbraio 2004, ore 18.00
Informazioni al pubblico:
Provincia di Milano/Spazio Oberdan, tel. 02.77406300/6302
Uffici Stampa:
Emanuela Filippi, tel. 02.45479017
Provincia di Milano/Settore cultura, tel.02.7740.6358/6359
Skira/Mara Vitali Comunicazioni, tel. 02 781221
Milano, Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2