Sindrome di Jacopo e Vincent. Contaminatio. 20 disegni ispirati alle figure di Pontormo e Van Gogh. Il tema affrontato e' 'La contaminazione'.
Dopo Roberto Ferri e Federico Severino, ETRA evénts Firenze coinvolge un altro
grande protagonista dell'arte contemporanea: Ugo Riva. Dal 20 settembre al 15
novembre 2014 l'artista, tra i protagonisti della mostra Dialogue che arricchisce
permanentemente il Giardino della Gherardesca del Four Season Hotel di Firenze,
esporrà negli ambienti rinascimentali dello Studio MarcelloTommasi, in via della
Pergola a Firenze, una selezione di opere nella mostra personale Contaminatio.
Nucleo centrale della mostra è Sindrome di Jacopo e Vincent, venti disegni del 2011
ispirati alle figure di Jacopo Pontormo e Vincent Van Gogh, due grandi artisti
amanti del disegno e del colore, accomunati dal male di vivere, dal rapporto
viscerale con la propria opera, da quella "sindrome" qui rappresentata dagli
uccelli. Tema centrale della mostra è la contaminazione, a iniziare da questo nucleo
di opere in cui l'artista si è ispirato alle figure tipiche dei dipinti di Van Gogh
vestendole all'antica per richiamare Pontormo ma colorandole secondo lo stile
dell'artista olandese.
Ma il tema della contaminazione si ritrova in quasi tutte le opere che saranno
esposte allo Studio Tommasi, come i disegni preparatori del gruppo scultoreo Le
Stagioni, realizzato per il Four Season Hotel nel 2012, rivisitazione di Le
inquietudini del Rosso, opera del 1994 ispirata alle diverse "maniere" di Rosso
Fiorentino con tre figure centrali fuse tra loro per simboleggiare l'unitarietà
dell'opera nelle diverse sfaccettature, anch'essa presente in mostra nella versione
originale in terracotta accompagnata da un esemplare in bronzo.
Altra contaminazione è quella con Piero della Francesca, a cui Ugo Riva si è
ispirato da sempre: saranno esposte due opere in terracotta del 1999 e del 2000 I
Segreti di Piero e Piero (il buon pastore), accompagnate dagli studi preparatori
coevi, e ispirate alle figure con grandi cappelli che caratterizzano gli affreschi
realizzati ad Arezzo dal pittore rinascimentale. Ad accompagnarle un'inedita Madre –
Mater Matuta, terracotta policroma del 2009 in cui ritorna il tema della maternità,
divenuto aspetto fondamentale della ricerca artistica di Riva grazie alla Pala di
Brera di Piero della Francesca.
Saranno visibili anche numerosi studi e disegni preparatori, selezionati con
l'intento di mostrare come nasce un'opera d'arte e di dialogare con i dipinti, i
disegni, le sculture e i gessi di Marcello Tommasi e Leone Tommasi che fanno parte
della Collezione permanente dell'Atelier.
In una conversazione di pochi mesi fa avuta con il critico Flavio Arensi, Ugo Riva
afferma: "La scultura merita il suo tempo per poter parlare, ha bisogno di
rappresentare quello che vuol dire, deve essere un elemento della quotidianità, come
in passato... Una scultura è perfetta quando trova il suo luogo, quel luogo che la
esalta e la accoglie, quel luogo con il quale dialoga ogni attimo... Il futuro sarà
nelle mani di coloro che delle loro mani e del loro cervello faranno tesoro. Di
tutti coloro che torneranno a realizzare l’opera con passione, con amore.
Approfondendo le tecniche antiche applicandole a quelle contemporanee. Studiando,
analizzando i maestri grandi e piccoli che sono stati prima di noi".
Da sempre la critica ha accolto con entusiasmo i lavori di Ugo Riva. Tra i
moltissimi che ne hanno scritto: Vittorio Sgarbi che nel 1989 affermava "D'altra
parte di fronte al modellato morbido e sapiente di Riva, con tutti i riferimenti al
passato, chi potrebbe dubitare che Riva è un nostro contemporaneo, un perfetto
esponente del gusto fine novecento? Ciò che è moderno non può tramontare. Questo è
lo spirito dello stile"; lo scrittore e critico d'arte Mario de Micheli che nel 1997
ha detto "Riva dimostra di possedere ormai la garanzia di una assoluta libertà
d’invenzione e d’ispirazione. È diventato, se possibile, ancora più immediato, più
naturale, anche affrontando soggetti legati al presente in presa diretta. Non so ciò
che Riva farà nel suo futuro prossimo, ma so senz'altro che si muoverà in questa
direzione, con nuove scoperte e nuove fantasie, con un repertorio sempre autentico e
poeticamente attivo"; il critico e storico dell'arte spagnolo Gérard Xuriguera che
nel
2005 così parlava di lui: "Ugo Riva appartiene a quella fetta di scultori mossi
dalla bellezza e dall’armonia della figura umana, le cui opere funzionano
innanzitutto per anamnesi, facendoci scivolare verso territori ormai mitici, senza
disertare il linguaggio della modernità. Ugo Riva non fa nient’altro che riportarci
all’ordine del relativo, associando i fasti del passato alle inquietudini del nostro
oggi".
Nato a Bergamo nel 1951, Ugo Riva fin dalla gioventù si dedica al disegno e alla
pittura. Dal 1977 la scultura diventa la sua principale forma espressiva, basata
sulla riscoperta della policromia, prima con opere in cotto e poi in bronzo. Le sue
opere trattano i temi fondamentali dell'essere "uomo", con maggiore attenzione negli
ultimi anni verso il concetto della "fragilità" del presente.
Partecipa alla prima mostra collettiva nel 1978, mentre la prima personale è del
1987. Da allora si contano numerose esposizioni in gallerie private e spazi pubblici
in tutto il mondo, tra cui: nel 2000 a Palazzo dei Notai a Bologna; nel 2002 alla
Park Ruy Sook Gallery di Seoul; nel 2004 alla Capricorno Gallery di Washington DC;
nel 2005 alla Galerie Vallois a Parigi; nel 2006 realizza la Via Christi per il
Tempio Votivo della Pace di Bergamo; nel 2008 è protagonista dell'Antologica
ordinata dalla Provincia di Bergamo allo Spazio Viterbi e della personale alla Twee
Pauwen Gallery di Den Haag; nel 2009 realizza il Trittico dell'Abbraccio in
terracotta policroma e ferro per la Cappella dell'Ospedale civile di Legnano; nel
2010 prende parte alla mostra "Un museo all'aperto" nel parco del Four Season Hotel
a Firenze; nel 2011 partecipa alla 54° Biennale di Venezia e realizza le mostre
"Anima Mundi", ordinata dalla Fondazione del Credito Bergamasco per il 120°
anniversario della
banca, e "Un'idea di Mare" in collaborazione con ISMAR-CNR nazionale a Venezia; nel
2012 partecipa a "Exempla – il Buon Pastore" Sesta Triennale di Arte Sacra di Lecce
e realizza la mostra personale "Sculture all'aperto" nel Giardino della Gherardesca
al Four Season Hotel di Firenze; nel 2013 realizza per la suite a lui dedicata
presso la Besharat Gallery di Barbizon l'opera "D'apres L'Angelus" – omaggio a J.F.
Millet; nel 2014 idea e cura la mostra permanente "Dialogue" nel parco della
Gherardesca del Four Season Hotel a Firenze, a cui ha invitato a partecipare gli
amici scultori Sergio Cappellini, Giovanni Balderi e Dario Tironi, un "dialogo"
ideale con il parco e con le copie di opere antiche della Galleria Frilli.
Ufficio stampa
Studio Ester Di Leo, esterdileo@gmail.com
Inaugurazione 19 settembre alle 18
Etra events - Atelier Marcello Tommasi
via della Pergola, 57 / 50121 Firenze
Orario: martedì al sabato dalle 15 alle 20