Spazio Tadini
Milano
via Jommelli, 24
02 26829749 FAX 02 26829749
WEB
Due mostre
dal 26/9/2014 al 24/10/2014
mar-sab 15.30-19
02 26829749

Segnalato da

Spazio Tadini




 
calendario eventi  :: 




26/9/2014

Due mostre

Spazio Tadini, Milano

'L'Eternauta si ferma a Milano' espone oltre 100 tavole di pietra miliare della Nona Arte. Da 'La lingua universale', mostra personale di Aftab Ahmed Butt, emerge il suo legame con la cultura islamica.


comunicato stampa

a cura di Michele Ulisse Lipparini
con la collaborazione di Pietro Alligo

L’Eternauta è una di quelle opere che diventa icona e simbolo, la cui fama supera persino quella degli autori, un’opera pregna di storia, di urgenza, di visionarietà, o meglio, anzi, peggio, di visione profetica. E non è il solo nero dell’inchiostro a vergare quelle pagine, fissandole nella storia per l’eternità, ma anche il rosso del sangue di Héctor Oesterheld, delle sue 4 figlie, e delle decine di migliaia di morti e desaparecidos delle dittature latinoamericane.

Una storia che prende a prestito la fantascienza per trasformarla in fantapolitica, pubblicata fra il 1957 e il 1959 sul settimanale Hora Cero, e mantiene una capacità evocativa che non risente dell’invecchiamento fisiologico che ammanta un’opera di oltre mezzo secolo; la paura come strumento di controllo, il senso di claustrofobia e di predestinazione che trasudano dai testi trovano conferma nel tratto magistrale di Francisco Solano López, plumbeo e asfissiante nella predominante quantità di piani ravvicinati, inquietante nella raffigurazione degli invasori alieni, alieni ma non troppo dissimili da noi, un tratto che semina incertezza nell’apparente e sottile fuori fuoco (c’è da chiedersi se il disegnatore avesse avuto fra le mani una copia di Slightly out of focus, diario/romanzo di Robert Capa sulla sua partecipazione come fotoreporter alla Seconda Guerra Mondiale, pubblicato nel 1947).

Per la prima volta, oltre cento tavole originali di questa pietra miliare della Nona Arte, riproposta in Italia dalla 001 Edizioni, in una versione che ne restaura il montaggio com’era stato concepito, saranno visibili e acquistabili a Milano, nelle sale di Spazio Tadini, in collaborazione con Pietro Alligo, fra il 27 settembre e il 25 ottobre 2014.

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A cura di Francesco Tadini e Melina Scalise
'La lingua universale' di Aftab Ahmed Butt

Nella società interculturale la capacità di comunicazione tra culture diverse e la creazione di nuovi equilibri è fondamentale per la nascita di un’umanità sempre più appartenente al Pianeta e alla tutela dello stesso. Lo sviluppo dei trasporti e il web hanno cambiato i nostri confini e il loro significato. Si è avviato un processo non facile e non privo di contrasti che lentamente trasformerà il modo di relazionarci ai luoghi e di conseguenza il senso di appartenenza alla nostra casa, alla nostra città, Nazione o Pianeta.

All’interno di questo processo di cambiamento troviamo nell’arte esempi di fusione interculturale che tracciano una nuova iconografia e delineano un linguaggio comune nel quale riconoscerci e individuare il “terreno comune”.
Per esplorare questi cambiamenti che daranno volto a una società sempre più mista per razze, culture e religioni Francesco Tadini e Melina Scalise propongono, cominciando da questa esposizione di Aftab Ahmed, un percorso di artisti provenienti da culture diverse che vivono lontano dal loro paese d’origine.

Aftab Ahmed Butt, pittore pakistano da anni in Italia. La sua pittura racchiude caratteristiche di due culture diverse l’islamica e l’occidentale. Egli parte da un pattern di cerchi concentrici multicolore che ricordano concettualmente l’arabesco ovvero la forma geometrica o fitoforme scelta per abbellire per esempio le moschee e lo moltiplica sulla tela o sul tessuto (il velluto) fino a costituirne figure e paesaggi più vicine alle immagini della pittura occidentale.
Per Aftab ogni quadro risulta composto da una miriade multicolore di piccoli cerchi che ricordano dei micro mondi, delle micro cellule che, nel loro distribuirsi nello spazio creano il macromondo, ovvero il paesaggio, le figure e le cose.

L’effetto è sorprendente per la precisione del dettaglio, per la pienezza dei colori e per la straordinaria composizione degli elementi. Specie negli ultimi lavori, l’artista pur riproponendo in modo ripetitivo un pattern riesce a creare un dinamismo dei singoli elementi che sembrano muoversi nello spazio della tela fino a comporre quasi in modo casuale, come le nuvole, forme e paesaggi.
La mostra a Spazio Tadini durerà una settimana e presenta gli ultimi lavori. Sarà seguita da un’esposizione che ne traccia il percorso di ricerca presso la Casa delle Culture del Mondo della Provincia di Milano in via Giulio Natta,11 con inaugurazione l’8 ottobre 2014.
Michele Ulisse Lipparini

Ufficio stampa
Melina Scalise
Cell.3664584532
ms@spaziotadini.it

Inaugurazione sabato 27 settembre dalle 18.00 alle 21.00

Spazio Tadini
via Niccolò Jommelli, 24 - Milano
orari: da martedì a sabato, dalle 15.30 alle 19

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