(1952-2013). Antologica. In mostra dipinti a tempera, acrilico, aerografo su tavola e alcune collane d'artista modellate in ceramica a tre fuochi.
a cura del nipote Manrico Carlini
Marcello Michelotti, nato nel 1953 a Pescia (Pt) e scomparso nel 2013, aveva già presentato i suoi dipinti alla Galleria Arianna Sartori in due interessanti mostre personali: nel 2007 “Percorsi” e nel 2010 “Due amici per una mostra”, riscuotendo sempre interesse ed ammirazione. In mostra saranno esposti dipinti realizzati con la tecnica della tempera, acrilico, aerografo su tavola oltre ad alcune originali collane d’artista modellate in ceramica a tre fuochi.
PERCORSI
Guadando intorno vedo fiori, tanti fiori. Marcello Michelotti ha detto che i fiori sono solo un pretesto; Il punto focale è altrove. Eppure vedo fiori, tanti fiori. come mai ha scelto i fiori per descrivere dei percorsi? Cosa sono i fiori? Ho tirato giù molti libri dagli scaffali, cercando un punto di partenza. Libri di arte, di mitologia, libri sui popoli d'Italia. Erano tutti pieni di fiori. Dall’alba dei nostri tempi fino ad adesso. Ho visto, in modo stilizzato ma subito riconoscibIle, dei fiori sul vasellame di ceramica, sulle armi, i gioielli, le fibule, sugli oggetti rituali, sulle placche insieme ad animali e simboli con non capiamo più. Fiori, tanti fiori come motivo decorativo. Nella mitologia c'è Narciso; nella religione Gabriele offre un giglio alla vergine Maria annunziata. Il falegname di Nazareth parlava di fiori: " Osservate come crescono i gigli del campo, non lavorano e non filano e pure vi dico che neanche Salomone con tutta la sua gloria vestiva come uno di loro." (Matt. 6.28) I paesi scelgono fiori come emblema: la Francia sceglie il giglio. L'Inghilterra, la rosa. Poi l'artigianato diventa arte pura - ancora una volta i fiori. Sono là, nei drappeggi, sui vestiti, nelle mani ed i cappelli. Sotto i piedi della Primavera di Botticelli, della Madonna delle rocce di Leonardo c'è un tappeto di fiori legati alla sacralità dell'immagine. Il fiore arricchisce, ci aiuta a decifrare il messaggio.
Sfoglio le pagine e scopro che l'autoritratto di Ghiberti sulla porta nord del Battistero di Firenze è circondato di una ghirlanda di fiori. Firenze!! Una delle città più belle del mondo è dedicata a Santa Maria… delle fion. So che andando avanti ci saranno i fiamminghi con le loro composizioni meravigliose di fiori, In Italia Bimbi darà l'importanza di un ritratto ad un girasole. L'opera bellissima si trova nella villa medicea di Poggio a Caiano, Me lo ricordo bene. Fiori. Senza cercare nei miei libri mi ricordo gli impressionisti e Monet. Sono cresciuta con quelle ninfee sotto gli occhi, in riproduzione dopo riproduzione e finalmente alla National Gallery a Londra ho visto tutt'un muro di fiori all'infinito! Vincent Van Gogh. Quando i suoi girasoli sono venuti all'asta hanno venduto per il prezzo più alto allora raggiunto a Sotheby's. Era su tutti i giornali. Il tempo passa e i fiori sono sempre una ispirazione inesauribIle: Giorgia O'Keefe.
Adesso quando guardiamo i fiori, pensiamo alla loro bellezza, ai colori vivaci e ai loro profumi. Li regaliamo ai nostri cari, a gli amanti; li portiamo ai nostri amici quando ci invitano a cena; li portiamo all'ospedale per rendere meno pesante le malattie; li usiamo per decorare i nostri balconi e le nostre case. Non solo. Addobbiamo le chiese quando i bambini vengono presentati alla comunità, quando le coppie si sposano e per i morti. Percorsi umani. Ma loro stessi, i fiori hanno una vita molto breve. Il momento del loro splendore dura poco. Il fatto è che non accettiamo loro mortalità: come non accettiamo la nostra. Appena si appassiscono li buttiamo via e compriamo un mazzo nuovo. Vogliamo fiori freschi anche stampati su i nostri vestiti, le tende di casa e le tovaglie. Abbiamo bisogno di una primavera permanente, eterna.
Il fiore come manifestazione culminante della vita di una pianta richiama qualche cosa profonda nell'anima dell'uomo. Direi che la nostra empatia con i fiori è forse molto più complesso di quello che possiamo immaginare. Sono legati all'idea di percorsi, di movimento, della idea che non c'è niente di fisso, che i punti di riferimento se spostano. La fragilità dei fiori, Il fatto che durano così poco ci mette in suggestione, a disagio. Vogliamo ad esempio, che la bellezza, la nostra giovinezza duri per sempre; e che durino anche le belle cose nelle nostra vite. Invece, i fiori non durano e rispecchiano le nostre vite, i momenti speciali che vanno e vengono. C'è sempre movimento. Non esiste la staticità. In fondo era questo la grandissima scoperta di Galileo e che ha tanto spaventato i capi del suo tempo. ma continua ancora a scombussolarci. Noi evolviamo, risolviamo, dissolviamo, rinasciamo.
Ognuno ha il suo percorso, destinato, creato, accidentale. L'artista sviluppa le sue idee, la suo arte, il suo modo di esprimersi. Per ciò credo che i dipinti di Marcello Michelotti funzionano su più livelli. Da una parte vedo un percorso di forma dell'opera dove variano le dimensione e le sagome dei dipinti con frammenti, sovrapposizioni e lunette. Perché limitarsi ad un rettangolo solo? La natura stessa non lo fa! Dall'altra parte vedo un percorso personale dove Marcello esprime i suoi pensieri consci e subconsci, le sue paure, le sue speranze, Il colore del cielo e qualche cosa che quel giorno era nell'aria. Cambiano i colori, l'intreccio delle ombre, i ritmi. In particolare, spiega perché questi fiori sono sfocati.
Marcello prende il suo posto naturale in una tradizione che è cominciata nel momento in cui un uomo si è fermato per guardare un fiore ed a respirare il suo profumo, un momento nel quale ha capito nella sua profonda anima che quel fiore, forse solo una violetta ai suoi piedi, rispecchiava un mistero immenso, un mistero che ci confonderà per sempre.
Kit Sutherland, 14 settembre 2007
Inaugurazione Sabato 27 settembre alle ore 17.30
Arianna Sartori Arte and Object Design
via Ippolito Nievo, 10 Mantova
Orario dal lunedì al sabato 10.00-12.30 e 16.00-19.30, chiuso festivi.
ingresso libero