L'arte della coerenza. Con i suoi dipinti riflette sull'immagine, sul racconto socio-politico, sul linguaggio dei mass-media e sul ruolo sociale dell'arte.
Sabato 27 settembre alle ore 18 la Galleria di SpazioAref inaugura la mostra dedicata a Giangiacomo Spadari L’arte della coerenza: una decina di dipinti, anche di grande formato. L’esposizione rimarrà aperta ad ingresso libero fino al 26 ottobre, dal giovedì alla domenica dalle 16 alle 19.30. In occasione della Notte della Cultura, sabato 4 ottobre sarà visitabile fino a mezzanotte.
Nato nel 1938 nella Repubblica di San Marino, nel 1961 giunge da Roma a Milano, dove inizia la sua attività artistica. Tino Vaglieri, Giuseppe Guerreschi, Bepi Romagnoni, esponenti del cosiddetto “Realismo esistenziale”, sono inizialmente figure di riferimento per il giovane Spadari, almeno per ciò che riguarda il recupero dell’arte d’immagine, ma il clima politico della contestazione studentesca e delle lotte operaie lo indirizza da un’esistenzialistica simbologia dell’inquietudine verso una pittura dell’impegno politico. Spadari riflette sull’immagine, sul racconto socio-politico, sul linguaggio dei mass-media e sul ruolo sociale dell’arte, usa la pittura per porre problemi culturali e partecipare coscientemente al processo politico in atto. Gli anni Settanta sono quelli della stretta e duratura collaborazione con altri pittori impegnati sullo stesso versante artistico: Paolo Baratella, Fernando De Filippi e Umberto Mariani. Il percorso artistico di Spadari continua fino alla scomparsa nel 1997 contraddistinto da un costante desiderio di ricerca, dalla coerenza poetica, formale e ideale delle sue opere, da un pensiero sempre critico e attento sul mondo dell’arte e sugli avvenimenti del presente.
“Non conosco un altro artista pittore che come il mio amico Giangiacomo Spadari sia entrato così profondamente nella storia del secolo che ci ha lasciati raccontandola per immagini, usando il colore per imprimercele nella memoria, perché mai più ce le dimenticassimo. […] La sua gamma è varia, spazia da Lenin a Garibaldi, da Che Guevara a Togliatti, quando affronta i temi del realismo, come “l’occupazione delle terre”, lo fa in modo critico col distacco di chi sa di rappresentare non tanto l’eroismo di un fenomeno ma la storia con un suo inevitabile giudizio. […] Mescolando le immagini solarizzate, tratte dalla fotografia, con quelle propriamente dipinte, Spadari si poneva un po’ più in alto del fenomeno e lo inchiodava alla storia.” (Raffaele De Grada)
Inaugurazione 27 settembre ore 18
Spazio Aref
piazza della Loggia, 11 Brescia
gio-dom 16-19:30
ingresso libero