Non e' un caso che questa mostra si intitoli Los olvidados (I dimenticati) come il capolavoro messicano di Luis Bunuel. Dimenticato e' infatti il popolo del protagonista principale della mostra, il messicano Rodolfo Calva, la cui arte e' programmaticamente figlia della violenza di un occidente sterminatore e dalla corta memoria.
a cura di Fabio Norcini
Inaugurazione giovedì 4 marzo ore 18.30. Intervengono gli artisti, presentati dal curatore
Aperta fino al 30 marzo 2004. Orario 15.30-19.30. Nei giorni di spettacolo fino alle 23.30. Ingresso libero.
Non è un caso che questa mostra si intitoli Los olvidados (I dimenticati) come il capolavoro messicano di Luis Buñuel (che da noi uscì con il titolo I figli della violenza). Dimenticato è infatti il popolo del protagonista principale della mostra, il messicano Rodolfo Calva, la cui arte è programmaticamente figlia della violenza di un occidente sterminatore e dalla corta memoria. Non a caso il curatore ha insistito per intitolarla “De la parte de los hijos de la chingada†che è di difficile traduzione, proprio per quel “chingadaâ€, che Octavio Paz ha eletto quasi a simbolo del Messico. Dalla parte dei figli della chingada, dunque, dove hijo de la chingada sta approssimativamente per figlio di nessuno, di una gran puttana. Anche cameratesco; Pancho Villa: “Hijos de la chingada, vamos por el honor de Mexico!â€
Calva, che proprio al Puccini aveva suscitato grande impressione con le sue opere esposte nella collettiva latinoamericana ospitata nello scorso novembre, si presenta con questa operazione pensata appositamente per lo spazio: in primio piano un Cristo sofferente che gioca con una playstation, proliferazione di mouse, spaventosi uomini mosca, sculture, multiproiezioni, disegni furibondi. A proposito della spettacolare playstation l’artista dichiara: “In Europa Dio è una scatola vuota. Per me è stato uno shock: come se ci avessero costretti a credere in qualcosa che loro sapevano essere falsoâ€. Anche qui la crisi di religiosità si trasforma in crisi di identità : “mi sono reso conto che il problema non sta tanto nella società , quanto nell’individuo, costretto a inseguire il superfluo: i ricchi, quelli che la gente crede i vincitori sono degli infelici, dei malatiâ€. Conscio che ormai i mercanti si sono impadroniti del tempio, la sua attenzione si concentra su chi resiste alla “macchinaâ€: coloro che lui chiama i figli bastardi. “E’ inutile fare tanti discorsi: il mondo si divide tra figli legittimi e bastardi, tra chi nasce e vive avvantaggiato e chi no. Ovvio, per me, da che parte stare. Con la presunzione che l’arte possa e debba farci sentire vivi. Tuttiâ€.
Per una serie di fortunate coincidenze, grazie alla mediazione di Luis Ramirez, altro artista messicano sempre dell’associazione Arteria presente alla già citata mostra, è stato possibile ospitare nell’occasione un fuoriclasse assoluto: Angel Orensanz. Con la sua opera La lama nell’occhio realizzata nel paese natale di Buñuel (che è anche il suo) e per desiderio di Pierre Restany evento a Venezia 2003, è stato presente alla passata edizione della Biennale fiorentina, dove tra l’altro ha ricevuto il Premio Lorenzo De’ Medici. Prima di esporla in Francia voleva lasciarla a Firenze e, affascinato dal Teatro Puccini e dalla sua architettura, nonché dalla sua attività espositiva, vi ha individuato il luogo ideale per la collocazione. Occasione più propizia dell’inaugurazione di Calva (tra l’altro, anche se naturalmente la scultura è ispirata al Chien andalou, una parte importante del lavoro di Orensanz discende proprio da Los olvidados) non poteva esservi. Grazie ai permessi concessi dall’assessorato alla cultura del Comune, ma soprattutto alla generosità dell’artista, che si è accollato tutti i costi dell’operazione facendo così un regalo alla città .
Con questa sorta di totem il ferro, di visionaria icasticità , una rampa sovrastata dall’occhio ferito dalle lame, questo artista spagnolo che da anni lavora a Parigi e a New York, dove ha sede la sua Fondazione, condensa in un simbolismo insieme spirituale e culturale al fine di far passare lo spettatore, come ha scritto Paolo de Grandis “dal piacere di evadere dal mondo abituale, o il piacere di rivedere ciò che già conosce, all’inquietudine che nasce dal mistero dell’ignotoâ€.
E così giovedì 4 marzo alle ore 18.30 ArtOff ha il piacere di inaugurare una delle sue mostre più eccessive, in una stagione ricca di eventi e di traversie, dalle trasferte al Museo della Specola e al Teatro Anatomico di Pistoia, al successo di Gipi-Gianni Pacinotti, alle rivelazioni di Citi e dei latinoamericani di Arteria; alle rinunce dolorose delle progettate mostre delle anatomie della stessa Specola fotografate da Bambi all’omaggio al ceroplasta Zumbo.
La presenza di questi due artisti internazionali, il maestro Angel Orensanz e l’enfant prodige Rodolfo Calva, che daranno vita ad una performance ricca di sorprese, è motivo di orgoglio per uno spazio che da anni si propone tra i più vivaci, contaminati, sempre dalla parte dei figli della chingada.
“LOS OLVIDADOSâ€
a cura di Fabio Norcini
-La lama nell’occhio,
scultura di Angel Orensanz
piazzale del Teatro Puccini
-De la parte de los hijos de la chingada
opere di Rodolfo Calva
Nell'immagine: 'The ancient stone of venice' , Angel Oransanz, 2004.
Foyer del Teatro Puccini, via delle Cascine 41 50144 FIRENZE tel. 055331666