"La sacralita' di queste immagini e' soprattutto nell'analizzare la natura e nel semplificarla. Questa semplificazione ti porta come a una astrazione".
Lo scultore Nicola Sebastio, emiliano di nascita e milanese di adozione, è tra gli artisti che hanno lasciato un segno nel Novecento italiano. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, fu amico di intellettuali come Papini, Bertolini e Betocchi. Tra il 1943 e il 1946 fu prigioniero di guerra in Egitto, dove ottenne il tacito permesso di esplorare e disegnare. La poetica egizia avrebbe influenzato per sempre la sua arte. «Più delle grandi piramidi, della sfinge, dei templi, mi ha impressionato l’arte dei piccoli rilievi dipinti sulle pareti, che ci mostrano vari aspetti della vita quotidiana tra le mura domestiche o sui campi e sul Nilo», raccontava. «La sacralità di queste immagini è soprattutto nell’analizzare la natura e nel semplificarla. Questa semplificazione ti porta come a una astrazione. Tu vedi che quello è un passero, ma è il passero di tutti i tempi».
Se già prima della guerra le sue statue richiamavano un primitivismo «semplificato», al ritorno compose l’essenzialità egizia con l’essenzialità romanica, ottenendo risultati di grande impatto estetico ed emotivo. Il poeta Carlo Betocchi, che gli fu amico per tutta la vita, scrisse di lui: «Mi sembra di vedere in Sebastio affermarsi, secondo la robusta fedeltà dello scultore alla sua formazione d’artista, lo spirito liturgico, il dramma che vive l’ora somma, non ripiegandosi su se stesso, ma spiegandosi. In questa spiegazione, che si cercherebbe invano nella sola compassione umana, è la validità religiosa dell’opera d’arte che si vuol dire, appunto, sacra: è il senso, sacro, della necessaria rappresentazione. E in questa necessità della spiegazione è la ragione della ricerca assidua delle forme, che è propria degli artisti che hanno inteso l’arte religiosa altresì come sacra. Non molti».
Fu, tra le altre cose, innovatore dell’arte per le chiese, incentrando la sua ricerca sul fonte battesimale e sulla croce. dell’esposizione antologica, organizzata dall’Associazione Nicola Sebastio sono presentate, anche tramite video, le sue opere d’ispirazione egizia; le committenze importanti come la statua per la guglia del Duomo di Milano; le grandi opere nelle chiese lombarde ed emiliano-romagnole e quelle più piccole come i bronzetti e le incisioni.
Inaugurazione 15 novembre ore 18.30
Spazio Lumera
via Abbondio Sangiorgio, 6 Milano
mar-sab 15.30-19.30
ingresso libero