Fortunato Depero
Luisa Lovarini
Gio Ponti
Emilio Lancia
Gruppo 7
Rosanna Pavoni
Francesco Repishti
Anty Pansera
Mariateresa Chirico
Nell'ambito della manifestazione 'Biennale di Monza - Triennale di Milano. Dal 1923 una storia che parla di futuro', il programma di iniziative dedicate alla storia e alla contemporaneita' del fenomeno Triennale ad ottant'anni dalla prima Mostra Internazionale delle Arti Decorative. L'itinerario espositivo presenta una serie di oggetti d'eccellenza tra i piu' significativi esposti nelle quattro Biennali/Triennali di cui propone una rivisitazione storico - critica. La mostra ha l'obiettivo di dimostrare il ruolo di primo piano che queste manifestazioni hanno svolto nell'affermazione della cultura del progetto italiano caratterizzando la storia del disegno industriale del nostro Paese
Il Comune di Monza presenta la mostra ''1923-1930. Monza verso l'unità delle arti'', nell'ambito della manifestazione ''Biennale di Monza - Triennale di Milano. Dal 1923 una storia che parla di futuro'', il programma di iniziative dedicate alla storia e alla contemporaneità del ''fenomeno Triennale'', promosso dal Comune di Monza e dalla Triennale di Milano ad ottant'anni dalla prima Mostra Internazionale delle Arti Decorative (più nota come ''Biennale'' e dal 1930 come ''Triennale''), apertasi nella Villa Reale di Monza e trasferita poi, nel 1933, nel Palazzo dell'Arte di Milano.
La mostra ''1923-1930. Monza verso l'unità delle arti'', a cura di Anty Pansera con Mariateresa Chirico, propone per la prima volta una rivisitazione storico - critica delle quattro Biennali/Triennali di Arti Decorative, con l'obiettivo di dimostrare il ruolo di primo piano che queste manifestazioni hanno svolto nell'affermazione della cultura del progetto italiano e di quel ''linguaggio nazionale'' che tanto avrebbe caratterizzato la storia del disegno industriale del nostro Paese.
All'Arengario di Monza si arriverà dalla Stazione Ferroviaria e dalla Villa Reale seguendo le ''indicazioni'' di un coloratissimo personaggio/totem: la reinterpretazione ingigantita di un giocattolo di Fortunato Depero esposto proprio alla I Biennale di Monza, nel 1923.
L'itinerario espositivo si caratterizza per la presenza di una serie di oggetti d'eccellenza tra i più significativi esposti nelle quattro Biennali/Triennali, provenienti da istituzioni museali pubbliche e collezionisti privati, a riportare alla memoria le presenze italiane e straniere e a rievocare, attraverso immagini fotografiche e documenti, gli allestimenti originali. Completano il percorso alcuni plastici degli edifici realizzati nel Giardino e nel Parco della Villa tra i quali la Casa del dopolavorista di Luisa Lovarini, la casa per le vacanze di Gio Ponti e Emilio Lancia e la Casa elettrica del Gruppo 7. Quattro postazioni video accompagnano il visitatore in un suggestivo percorso virtuale all'interno delle singole rassegne (1923, 1925, 1927, 1930), ricostruito attraverso fotografie d'epoca.
La mostra, oltre ad illustrare le presenze straniere nelle quattro manifestazioni e quelle regionali italiane nelle prime tre, evidenzia inoltre alcuni elementi caratterizzanti ogni edizione: le arti grafiche per la prima, la partecipazione delle colonie per la seconda, il primo interesse per gli allestimenti firmati per la terza e per la IV Triennale, rinominata Mostra Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne, la presenza dei primi prodotti ''di tipo fisso'' esposti in ''gallerie'' tipologiche (del vetro, della ceramica, dei metalli?) e soprattutto un più esplicito interesse per l'architettura. Tali specificità testimoniano il passaggio della manifestazione monzese da rassegna a carattere in parte rustico/folclorico a vero e proprio luogo di espressione delle nuove istanze di modernità .
Nelle prime tre edizioni (1923, 1925, 1927), infatti, la Biennale di Monza tende a censire e a recuperare la vitalità dell'antica tradizione del fare artistico del nostro Paese ed è scandita in sezioni regionali, in cui le creazioni, al confine tra artigianato ed arte decorativa, sono anche collocate all'interno di vere e proprie ricostruzioni di ambienti domestici. Fin dalla prima edizione, inoltre, accanto alle partecipazioni regionali si rileva una significativa presenza di paesi stranieri, già quattordici nel 1923: a testimonianza, fin dalle sue origini, della rilevanza internazionale della rassegna come luogo di comunicazione e di confronto. Nel 1930 le presenze regionali sono superate, segnale dell'avvenuto consolidamento di un linguaggio comune nell'ambito delle arti decorative: lo spirito della Triennale è mutato ed è ormai votato alla cultura del progetto.
Le Biennali/Triennali di Monza si configurano dunque come eventi cultuali di ampio respiro, capaci di testimoniare, esprimere e ''guidare'' il gusto dell'epoca e segnare l'inizio di quella collaborazione feconda tra arte e settori produttivi dell'imprenditoria non solo lombarda che stanno alla base del primato italiano nella cultura del disegno industriale del nostro Paese.
La ricostruzione documentaria delle Biennali/Triennali monzesi evidenzia inoltre il crescente successo di pubblico, composto certo da intellettuali, artisti, collezionisti d'arte ma anche da ''gente comune'' oltre che da esponenti della borghesia provenienti soprattutto da Milano (tanto da giustificare già nel 1927 un primo progetto della linea metropolitana Milano - Monza), per i quali la manifestazione rappresenta anche un'occasione ludica oltre che di aggiornamento. E sarà proprio questo successo ad avocare a Milano l'istituzione Triennale, trasferita nel 1933 nel Palazzo dell'Arte.
Il percorso delle mostre nell'ambito della manifestazione ''Biennale di Monza - Triennale di Milano. Dal 1923 una storia che parla di futuro'' è a cura di Rosanna Pavoni e Francesco Repishti.
La mostra è organizzata dal Comune di Monza con il Patrocinio della Provincia di Milano e della Regione Lombardia.
Conferenza stampa: 12 marzo 2004 ore 11.30
Inaugurazione: 13 marzo 2004, ore 18.00
Arengario di Monza, piazza Roma (Monza)
Orario: da martedì a domenica 10.00-13.00 - 15.00-19.00. Lunedì chiuso
Ingresso: euro 5,00 e 2,00
Ufficio stampa
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