Tra Surreale e Reale Opere dagli anni '70. La mostra presenta 30 dipinti inediti, realizzate su tela e su carta, che illustrano l'evoluzione del suo percorso artistico. Le tematiche esplorate sono legate al mondo naturale.
La Fondazione Stelline dal 20 novembre al 7 dicembre ospita per la Sezione Stelline
Spazio Aperto la mostra antologica “Guglielmo Spotorno. Tra Surreale e Reale. Opere
dagli anni ‘70” a cura di Luciano Caprile e Elena Pontiggia, patrocinata dalla Regione
Lombardia e dal Comune di Milano.
Per l’occasione, nella storica Sala del Collezionista, è esposta una significativa selezione
di trenta opere pittoriche inedite, realizzate dagli anni Settanta ad oggi su tela e su
carta, che illustrano l’evoluzione del percorso artistico di Guglielmo Spotorno. Riguardo il
suo orientamento espressivo, Elena Pontiggia scrive: “Potremmo dire, con qualche
schematicità, che la sua ricerca si muove tra un informale di ascendenza surreale e un
astrattismo carico di riferimenti quotidiani, sia pure mimetizzati nella libertà dei segni. [...]
Le sue opere sono, da un punto di vista segnico, lontane dal realismo e potremmo
definirle, riprendendo la famosa definizione di Klee, “astratte con qualche ricordo”. Tuttavia
non sono mai un puro esercizio formale.
Si insinua nelle sue composizioni, piuttosto, un
pensiero che va al di là della piacevolezza dei segni, dell’armonia delle linee, della
luminosità del colore e denuncia contraddizioni, crisi, questioni irrisolte o forse irrisolvibili”.
In mostra spiccano i lavori degli anni Settanta e Ottanta, dove l’attenzione è rivolta a
tematiche legate al mondo naturale; lo si vede nelle opere dai colori intensi e cariche di
movimento come Landscape in the sea (1975) e Evolution in the sea (1975) della serie
“Profondità marine” e in quelle dai colori più tenui di Libellule pietrificate (1980) della serie
“Insetti”, dove l’occhio dell’artista diventa una ‘lente’. Negli anni successivi un maggiore
interesse è dedicato ad aspetti più concettuali descritti con un equilibrio geometrico e un
ritmo serrato, come si osserva nelle serie “Surreale” e “Informale”.
“New economy”, “Città Umanizzate”, “Ritorno alla poesia” realizzate nell’ultimo decennio,
esprimono un nuovo orientamento della poetica dell’artista indirizzata al mondo e alla
società contemporanea, all’evoluzione tecnologica, a significativi momenti storici della
nostra epoca e alla riflessione sulla natura, come forza devastatrice . A questo proposito
sono da ricordare Pechino (2014), dove l’armoniosa combinazione di linee colori cela il
soggetto della rappresentazione: abitazioni identiche e accatastate, che simboleggiano un
conformismo diffuso; Tsunami (2013) e 11 Settembre (2014) che raccontano le stragi
causate da tragici eventi; Black sun (2014) la raffigurazione del sole divenuto nero a causa
dell’inquinamento.
Non mancano opere legate al rapporto quotidiano tra uomo e mondo virtuale, tra cui Uomo
al computer (2011), Web (2014) e Anche i cigni twittano (2013) che rivela un sottile sensoironico. Come afferma Luciano Caprile nel suo testo critico “Spotorno...si sofferma a
indicare le strane comunioni tra la macchina sempre più sofisticata e l’individuo che ne
subisce la fatale, spasmodica attrazione; ... pone il caustico accento su quel destino di
tecnologica dipendenza che ci accomuna e ci assorbe”.
Le opere di Guglielmo Spotorno entrano in sinergia con le poesie che ha scritto negli
stessi anni, in cui coesistono descrizioni oniriche e riferimenti al reale, da lui definite “fogli
unici a quadretti”, ovvero appunti di vita tra reale e surreale. La raccolta sarà pubblicata e
distribuita in occasione della mostra.
L’espressione pittorica di Guglielmo Spotorno (Milano, 1938) inizia in giovane età,
frequentando la Galleria d’arte di sua madre, già scultrice, vivace luogo d’incontro di artisti
e critici tra i più importanti degli anni ’50 e ‘60, fra cui Arturo Martini e Felice Casorati.
A dodici anni partecipa a un concorso nazionale riservato agli alunni delle scuole medie: il
suo disegno in punta di penna, intitolato Incubo, viene prescelto ed esposto nel 1950 a
Roma a Palazzo Venezia, dove riscuote l’attenzione di Federico Fellini.
Segue un periodo legato alla figurazione. La pittura è una passione che coltiva nel corso di
tutta la sua vita, complici l’amore per l’arte della madre e la personalità del padre. A circa
vent’anni rivolge il suo interesse soprattutto al gruppo Cobra, in particolare a Jorn e a
Sutherland, che influenzano la sua pittura. Quella di Guglielmo Spotorno non è
un’imitazione passiva e meccanica, ma questi maestri contribuiscono a far emergere
l’espressione della propria vena artistica manifestata fin da ragazzo.
Nel corso degli anni lo studio e la frequentazione di maestri dell’avanguardia italiana e
internazionale come Lam, Jorn, Fontana, Baj e Sutherland, accompagnano Guglielmo
Spotorno nel suo percorso artistico nel quale naviga il conoscere tra ragionevoli dubbi e
prepotenti emozioni.
Accompagna la mostra un catalogo con testi critici di Luciano Caprile e Elena Pontiggia.
Ufficio stampa Fondazione Stelline
Andromaca Eventi e Comunicazione, Valentina Morelli valentina.morelli@andromaca.it 338 5600375
Inaugurazione 19 novembre alle 18.30
Fondazione Stelline
corso Magenta, 61-Milano Lombardia Italia
Orario: martedì - domenica dalle 10 alle 20
Ingresso libero