Galleria Alfonso Artiaco
Napoli
piazzetta Nilo, 7 (Palazzo Principe Raimondo De Sangro)
081 4976072
WEB
Marco Neri / Carlo Alfano
dal 21/11/2014 al 9/1/2015
lun-sab 10-18

Segnalato da

Veronica Iurich ch2



approfondimenti

Marco Neri
Carlo Alfano



 
calendario eventi  :: 




21/11/2014

Marco Neri / Carlo Alfano

Galleria Alfonso Artiaco, Napoli

'Marcobaleno' raccoglie una selezione di opere di Neri realizzate dal 2007 in cui l'artista spinge la rappresentazione pittorica al limite con la scultura. La pittura di Alfano suggerisce categorie puramente mentali: durata, intensita', profondita', silenzio.


comunicato stampa

Marco Neri
Marcobaleno

"Marcobaleno" raccoglie e presenta una selezione di quadri per lo piu' inediti, dipinti a partire dal 2007, attraverso i quali Marco Neri (nato nel 1968 a Forli') ha continuato a confrontarsi con la pittura e le sue diverse tecniche: dalla tempera su carta fatta a mano all'acrilico su lino o su tavola, dal collage ai polittici di tele assemblate insieme per formare paesaggi urbani e immaginari in terza dimensione, come avviene nell'opera "Retaggio italiano" (2014) o per "HM" (2014), opera realizzata per la prima volta in acciaio su tavola e specificatamente per questa mostra anche come omaggio all'artista napoletano Carlo Alfano. In questi ultimi lavori, infatti, l'artista spinge la rappresentazione pittorica al suo possibile estremo, quasi al limite con la scultura, utilizzando anche materiali lontanissimi dalla pittura per sondarne le possibilita' espressive nella bidimensionalita', proprio come fossero carta o colore.

Il titolo della mostra, "Marcobaleno", e' un calembour realizzato a partire dal nome proprio dell'artista e rimanda al numero sette proprio come il lasso di tempo a cui le opere si riferiscono, sette anni; un periodo vissuto dall'artista come una sorta di spettro cromatico, di arcobaleno appunto, dove al posto dei colori compaiono i diversi linguaggi espressivi che sanno diventare metafore e riflessioni, osservazioni e sintesi, atte a mostrare ancora una volta le potenzialita' della pittura. La gamma cromatica, cosi' come quella formale, ancora una volta sono ridotte al minimo per ampliarne al massimo le possibilita' visive ed espressive, risultando, pero', tanto piu' ampie quanto piu' essenziali. La modalita' operativa di estrema sintesi negli anni ha caratterizzato il lavoro di Marco Neri e ha saputo dar luce a numerose e diverse serie di quadri, oggi note al pubblico, che nelle loro ramificazioni sono il vero motore di una pittura dove ogni contrapposizione novecentesca tra astrazione e figurazione e' stata superata.

Diplomato all'Istituto d'Arte di Forlì e all'Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1992, inizia ad esporre alla fine degli anni '80. Fin dagli esordi l'atteggiamento dell'artista è marcatamente improntato al recupero della pittura. Partecipa successivamente a numerose esposizioni in Italia e all'estero, tra le quali "Intercity Uno"(*) alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (1990), "Cambio di guardia"(*) allo Studio d'Arte Cannaviello di Milano (1995), "Martiri e Santi"(*) alla Galleria L'Attico di Roma (1996) e "Pittura"(*) al Castello di Rivara di Torino (1997). Seguono "Figuration"(*) al Rupertinum Museum di Salisburgo e al Museion di Bolzano (1999/2000), "Futurama"(*) al Centro per l'Arte Contemporanea L.Pecci di Prato (2000) e "Premio Michetti - Differenti prospettive in Pittura"(*) al Museo F.P.Michetti di Francavilla (2000).

Nel 2001 tiene una personale (con A.Salvino) allo "Spazio Aperto"(*) della Galleria d'Arte Moderna di Bologna e nello stesso anno, su invito di Harald Szeemann, partecipa alla 49° Edizione della Biennale di Venezia "Platea dell'Umanità"(*). Tra le principali mostre personali si ricordano: "Rinverdire il classico"(*) e "Sostenere lo sguardo"(*) alla Galleria Fabjbasaglia di Rimini (rispettivamente nel 1995 e 1998); "Skyline"(*) alla Galleria Haus-Schneider di Karlsruhe (1998); "Windows 99" alla Galleria dell'Immagine dei Musei Comunali di Rimini (1999); "Come into my room" alla Galleria Hilger/Artlab di Vienna (2000); "Io spazio" alla Galleria Alberto Peola di Torino (2002); "Malerei"(*) al DiözesanMuseum di Monaco di Baviera (2002); "Mirabilandia + Biblioteca Persiana"(*) al Museo dell'Arredo Contemporaneo di Russi, Ravenna (2003); "Nessun Dogma"(*) alla Galleria Emilio Mazzoli di Modena (2004); "Mars Black" alla Lucas Schoormans Gallery di New York (2006); "Omissis"(*) al Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (2006); "Homelife"(*) alla Galleria Fabjbasaglia di Rimini (2008); "Underworld" alla Galleria Alfonso Artiaco di Napoli (2010); "Giardini" alla Galleria Pack di Milano (2011); "Passante incrociato"(*) al Centro Arti Visive della Fondazione Pescheria di Pesaro (2012).

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Carlo Alfano

La galleria Alfonso Artiaco rende omaggio a Carlo Alfano (Napoli, 1932-1990) con la presentazione dell’opera inedita Figura, 1987-1988. Carlo Alfano è un artista del dubbio, della domanda, del rimando a qualcos’altro di mai definito perché “un segno concluso è la certezza [ed io] non so cosa dovrei narrare a me o agli altri”. Dalla fine degli anni ’50, Alfano inizia il suo discorso pittorico che sarà “preistoria di suggestioni e concetti che riaffioreranno, con altri segni e altre immagini, in tutto il suo lavoro successivo” (Flavia Alfano). A partire dagli anni ’60 la sperimentazione di Alfano affronta una rilettura della prospettiva classica, per un’organizzazione dello spazio scandita dalla circolarità del tempo. I risultati di questa indagine, nella sua manifestazione più marcatamente analitica, restano i Frammenti di un autoritratto anonimo, a cui Alfano ha lavorato ininterrottamente tra il 1969 ed il 1990, e che, con le loro trasposizioni di frammenti di suoni e pause riportate come in una partitura, intendono ritrarre non tanto la dimensione spaziale, quanto quella temporale della vita dell’artista. Questa mescolanza di sonorità, immagini e verbalità si ritrova nei cicli Stanza per Voci e Archivio delle Nominazioni: studi concettuali tesi a suggerire una continuità spazio/temporale basata su una complessa alternanza di materiali audiovisivi, minuziosamente descritti e composti con un ritmo equilibrato.

Influenzato da Foucault, ed in particolare al suo concetto di “frattura” con la realtà, si dedica dalla fine degli anni ’80 al ciclo delle Figure, da cui l’opera qui esposta: Figura, 1987/1988, coeva al lavoro Camera N. 1 in collezione permanente del Museo di Capodimonte. Ciò che racconta Alfano, attraverso la scissione rappresentata sulla tela, è una filosofia della discontinuità, del riflesso, in cui le figure, fratturate, possono essere ricomposte solo dalla mente. La pittura emerge spaccata dall’oscurità, da quel nero memore della lezione caravaggesca, rotto dallo spiraglio della luce del neon. La pittura stessa può così slegarsi dalla dittatura della figurazione, per suggerire categorie puramente mentali: durata, intensità, profondità, silenzio.

Carlo Alfano è nato a Napoli nel 1932. Si distinse per una ricerca artistica continua e rigorosa e uno stile inquieto e originale non assimilabile a nessuna precisa corrente della seconda metà del XX secolo. Oltre a frequenti personali alla Galleria Lucio Amelio di Napoli, partecipò alle più importanti mostre collettive del suo tempo suscitando ampio dibattito di critica. Nel decennio 1980-90 la ricerca di Alfano ha accentuato i toni intimistici ed esistenziali con lavori di profondo lirismo come Luce grigio, presentata nel 1982, alla XL Biennale di Venezia. Scomparso nel 1990, nell'aprile del 2001 gli è stata dedicata, nelle sale del Castel dell’Ovo, una grande retrospettiva con 70 sue opere.

Inaugurazione 22 novembre alle 19. Ingresso libero.

Galleria Alfonso Artiaco
piazzetta Nilo, 7 (Palazzo Principe Raimondo De Sangro) - Napoli Campania Italia
Orario: lunedì-sabato 10-20

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Anri Sala
dal 17/12/2015 al 12/2/2016

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