Quattro mani incrociate e affiancate, parallele eppure unite, quelle di due generazioni di artisti: Gustavo Alejandro Campos e Pedro Romero Malevini.
a cura di Bianca Laura Petretto
Quattro mani incrociate e affiancate, parallele eppure unite, quelle di due generazioni di artisti, Carlos Páez Vilaró e Gustavo Alejandro Campos. Un maestro che non c’è più e ha lasciato il testimone a un nuovo artista. Quattro mani, quelle di Gustavo Alejandro Campos e Pedro Romero Malevini, eredi di un sogno che si realizza come parte del mambo.
La parola mambo in kikongo significa conversazione con gli dei e i due artisti argentini, forti dell’eredità dei maestri, alimentano e coltivano questo dialogo. Da una parte Gustavo Alejandro Campos, avvocato, pilota, prestato all’arte, sperimenta le atmosfere e i linguaggi della letteratura e della poetica, debordando attraverso l’espressione grafica, pittorica con le simbologia folkloriche dell’arte africana, con i riferimenti alla maschera, ai feticci, agli scudi e ai graffiti che rimandano all’arte Picassiana, alle metafore di Dalì e De Chirico, ai piani onirici di Calder. Nell’artista, la letteratura del paradosso, il carattere allucinatorio del mondo, permette di svelare la finzione, negli ultimi dipinti di ritratti-maschere, sarcastici e invasivi che evocano la trasgressione di simboli rock come Mick Jagger, beffardi e provocatori Zanni, affamati di vita e dannati per la morte presente. I volti si trasformano in soli, Babeli riproducibili in un moto perpetuo di segni che contengono ritmi e voci e musica e urla e caos insieme.
A questo risponde, in sincrono, Pedro Romero Malevini, il creatore del movimento internazionale Amantes de fin de tarde, artista visuale, che trasporta l’arte contemporanea de la Playa, dal mare argentino a quello dell’isola di Sardegna, in Italia, dove, nel B&BArt Museo di arte contemporanea, ha istituito una delle sedi per pensare trash, per vivere con un fluire unico, differente, secondo punti di vista originali. Le sue opere sono scorci rubati all’intimità del quotidiano, sottili atmosfere dell’animo, restituiti con la leggerezza dell’onda e fermati in uno scatto, sono graffianti opere pittoriche e grafiche, urlate, precipitate, che colano forme di colore materico, sono pitture e scritture che non parlano di storia, aborrano la menzogna e denunciano il plagio, la parodia universale.
La sua opera è un inno alla vita. Sincronicamente la grafica composta e ossessiva, letteraria e colta di Gustavo Alejandro Campos, fluisce nella poetica fotografica e nella grafica materica e scomposta di Pedro Romero Malevini, per accettare e integrare le moltitudini interne, per materializzarsi nella quotidianità in un’opera architettonica come la casa flotante. Un sueno cumplido como parte del mambo, quello di Alejandro Campos e di Pedro Malevini. “Noi abbiamo sognato il mondo. – ha insegnato Jorge Luis Borges -Lo abbiamo sognato resistente, misterioso, visibile, ubiquo nello spazio e fermo nel tempo, ma abbiamo annesso nella sua architettura tenui e eterni interstizi di assurdità, per sapere che è finito” Rimane l’atto, nella tecnica aerografica della musa mitologica della quotidianità, come nella vibrazione dell’onda, rimane l’atto pieno di energia, color y amor por la vida, rimane l’atto, quello autentico che sopravvive alla morte.
Inaugurazione 8 dicembre
B&BArt Museo di arte contemporanea Italia Colombia
via San Sebastiano, 12 Collinas
su appuntamento
ingresso libero