Galleria San Michele
Brescia
via Gramsci 10/bis
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Martin Kuris
dal 12/3/2004 al 2/9/2004
030 293236 FAX 030 2897381

Segnalato da

Cinzia Zanetti



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Martin Kuris



 
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12/3/2004

Martin Kuris

Galleria San Michele, Brescia

La selezione di opere presenti in questa mostra proviene da due cicli pittorici realizzati dall'artista nel 2000 e nel 2001.


comunicato stampa

La selezione di opere presenti in questa mostra proviene da due cicli pittorici realizzati dall’artista nel 2000 e nel 2001. Il primo ciclo intitolato “Professor Frankenstein” è realizzato usando alcuni personaggi considerati vecchie conoscenze per chi segue la pittura dell’artista. Standa, Tonda e Marketa appaiono, infatti, anche nei dipinti realizzati dall’artista negli anni precedenti.

I personaggi si muovono in un paesaggio che lascia inizialmente perplessi: i luoghi su cui l’artista si basa per la sua pittura sono reali. “Il paesaggio è ambiguo: è il luogo dove io dipingo, è la mia casa, che io conosco bene, ma mi piace seguire l’impulso di uscire dalla realtà ed unire al tutto un po’ di elementi esotici“. Ecco infatti che accanto all’albero o al cespuglio visto fin dall’infanzia, spuntano foglie gigantesche nate da chissà quale esperimento botanico. E ancora, grandi alberi affondano le loro radici nell’acqua, sfiorando pesci incastrati tra i fiori. I modelli di Martin sono in genere “rubati” alla quotidianità. L’interesse nasce dall’incontro con le persone e dalla loro conoscenza; i bambini a cui insegna a scuola, la sua fidanzata, la gente che incontra per le strade di Praga, li ritroveremo protagonisti nei suoi dipinti. Queste persone di per sè sono positive, non pensano al male; è questo il motivo per cui gli interessano. Si può dire che Martin sia soprattutto attratto dalla loro innocenza.

Tutto si guasta quando le stesse sono inserite nel mondo e devono fare i conti con una realtà talvolta deviante. I volti dei personaggi si trasformano da angelici a crudeli e l’ambiente diviene pericoloso, artificiale. L’artista a riguardo è molto pessimista ed al contempo realista poiché trasferisce in questo messaggio il proprio vissuto. E’ convinto che l’uomo oggi sia costretto a vivere in un mondo pieno di problemi che non si possono risolvere; la fame, la droga, la violenza sono la causa del fallimento di tante famiglie e di altrettanti individui. L’acqua e l’aria sono avvelenate, ed ogni giorno vissuto è una battaglia per la sopravvivenza. In mezzo a tanta disperazione c’è posto comunque per una debole speranza: il bene qualche volta può vincere sul male. Di questa speranza o illusione l’uomo ha bisogno, e conclude: “la realtà è un’illusione e l’illusione può essere reale.

La speranza si fortifica col tempo e nel secondo ciclo del 2001 intitolato “Peter e Lucy”, i protagonisti incarnano un messaggio del tutto diverso. Sono amanti eterni, teneri nella loro perenne lotta per il diritto di essere felici e di amare, contro le cattiverie del mondo esterno. La loro speranza è qualcosa che li associa al futuro dell’umanità. L’atmosfera muta radicalmente: prima gli sguardi pacifici delle figure venivano disturbati dalle scure tracce lasciate dalle passate sofferenze o dalla presenza di mostri. Lo sfondo dai colori e forme allucinate e dalle sfumature esotiche contribuiva a rendere l’ambiente opprimente. Queste recenti immagini non trasmettono sempre pace o serenità ma possiamo elencare storie-vite di persone con i loro sogni di felicità e amore, nelle comunità composte dalle loro famiglie e supportate dalla presenza dei loro simili. Le figure capiscono e perdonano. È la difesa deliberata contro la crudeltà e la disumanità del mondo esterno. È un pellegrinaggio da un mondo reale senza pietà verso un mondo forse migliore, stimolato dal desiderio della consolazione. Naturalmente l’intimità emotiva non può farci sfuggire dalle forze distruttive dell’esterno; qualche traccia del male esiste ancora. Comunque, il supporto della sfera emozionale, vista come l’introspezione dell’autore, fa rinvigorire la fede della gente nella vita e in se stessi. È con questa metafora, la metafora della rinascita spirituale che il ciclo pittorico di Peter and Lucy aspira a farsi antagonista di tutte le violenze, diavoli e guerre. Il ciclo si sforza di trasmettere ciò di cui abbiamo bisogno. Cinzia Zanetti

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