Mediterranei. Le suggestioni legate a storia, arti e tradizioni locali in 54 grandi acquarelli. Cano da' una sintetica rappresentazione di ogni elemento caratteristico e significativo di ogni citta' del Mediterraneo.
a cura di Simonetta Capecchi con il coordinamento del Servizio Educativo della Soprintendenza
Sono ormai venti anni che il Museo di Napoli propone mostre di arte contemporanea per richiamare un pubblico con interessi diversi dall’archeologia o che, appassionato di antichità, desideri conoscere gli esiti di ricerche, effettuate nei linguaggi artistici dei nostri giorni, nelle quali oggetti e forme, temi e luoghi legati al passato svolgano un ruolo da protagonisti. Il Mediterraneo, già tempo addietro al centro di un’importante mostra di fotografie di Mimmo Jodice, torna in queste sale nell’opera di Pedro Cano.
L’artista racconta che per curare la ricorrente nostalgia della Spagna durante un lungo soggiorno giovanile a Roma prese il treno e venne a Napoli, e in tutta la città, così come s’aspettava, trovò tracce del suo Paese.
Tracce… Come tutti si sa, qui anche ospiti stranieri provenienti da altri luoghi avrebbero potuto, come lui, trovarne di familiari. Dunque, per lui, Napoli come Spagna: a quel tempo, non ancora uno dei suoi nove Mediterranei, dei quali, molto dopo, avrebbe avviato la fertile esplorazione poetica volta a restituire, in acquerello, sia la solida e universale fama di alcuni inconfondibili “segni di riconoscimento”, sia la trasparente materia del mare: “sipario invisibile. Non appare, benché sia il protagonista/creatore dei luoghi”, come scrive – anche se del mare magistralmente sembrano suggerire la presenza cangiantismo e diafanità dei colori.
Non poteva dubitarsi che a Napoli dovesse spettare un capitolo del racconto di Cano, così come era giusto che accadesse che esso passasse per il nostro Museo, dove la forza del legame tra Mediterraneo e antichità campane e napoletane è molto significativamente rappresentata. Parthenope e Neapolis, Sirene a parte, scaturiscono dal mare, e l’immagine del Mediterraneo fa tutt’uno con loro: è facile immaginare i fondatori muoversi nel più bel golfo del trafficato mare poi detto dai Romani con familiarità e prepotenza nostrum, e valutare attentamente la morfologia di questi luoghi, e sbarcarvi e intraprendervi la costruzione; come è facile “vedere”, per i secoli a venire della città, il vivacissimo movimento ininterrotto che il Mediterraneo le imprime, le tante diversità che le consegna e che lei si dispone ad accogliere e assorbire, permeabile come la sua roccia tufacea, dando luogo a un complesso e polimorfo, unico ma non univoco organismo.
Nove Mediterranei… Il plurale è d’uopo, perché ci troviamo di fronte a un “complesso di mari”, per dirla con Fernand Braudel: “Il Mediterraneo non è un mare, ma una successione di pianure liquide comunicanti per mezzo di porte più o meno larghe. Nei due grandi bacini orientale e occidentale del Mediterraneo s'individuano così, tra le masse continentali diversamente avanzate, tutta una serie di mari stretti, di narrow-seas. Ciascuno di questi mondi particolari ha propri caratteri, tipi di battelli, usanze, leggi storiche; e i più piccoli, di regola generale, sono i più ricchi di significato, quasi che l'uomo abbia occupato anzitutto i mediterranei di dimensioni ristrette.”
D’ogni città del Mediterraneo un elemento caratteristico e significativo è chiamato da Cano a darne sintetica rappresentazione. Nella sua “visione” di Napoli, paesaggio, architettura e arte cedono eccezionalmente il passo alla magìa della “smorfia”: non l’arco del golfo e il Vesuvio né i vicoli né i panni stesi sono prescelti dall’artista, ma quel “sistema” di oggetti, stati dell’animo e personaggi ai quali si son fatti corrispondere numeri, quell’illogico e ordinatissimo strumento messo a punto per trarre da sogni e altri sorprendenti accadimenti le giuste indicazioni per vincere al gioco del lotto.
Sabato 16 e Domenica 17 gennaio 2015 Pedro Cano terrà un incontro con il pubblico dalle 11.30 alle 13.00.
L'artista seguirà un gruppo di allievi dell'Accademia alle Belle Arti di Napoli, previa iscrizione, che dipingeranno nelle sale del Museo dal 21 al 25 gennaio 2015 dalle 9.00 alle 14.00.
La mostra, preceduta dalla Conferenza Stampa tenuta dal Soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro alle 12.00 del 14 gennaio p.v., sarà aperta inaugurata il 15 gennaio alle 17.00
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
piazza Museo 19 - 80135 - Napoli
aperta al pubblico dalle 9 alle 19.30, chiuso il martedì
biglietto compreso nel costo del biglietto di ingresso al Museo