Raccordare. Quello che accomuna disegni, incisioni ed opere pittoriche, sembra essere l'opposizione di concettuale a materico, nella costante ricerca di una luce intrinseca alle cose.
a cura di Francesco Pagliari
Lunedì 9 febbraio 2015 la galleria Scoglio di Quarto (via Ascanio Sforza 3,
Milano) inaugura dalle ore 18.00 la personale di Valentina Persico. La
mostra proporrà al pubblico lavori (dipinti e tecniche miste) realizzati
nel decennio 2004-2014
Valentina Persico (1977), diplomata all'Accademia di Brera, vive e lavora a
Scanzorosciate (BG) ed è la prima volta che espone a Milano in una
personale.
Raccordare
Attraversare con una linea di interpretazione le opere di Valentina,
congiungendole una ad una, comporta la necessità di apprezzare le intenzioni
ed i risultati della ricerca: obiettivi d'indagine, il nucleo delle
riflessioni, il rispecchiamento fra idee e manifestazioni espressive.
Tecniche e strumenti, quelli pittorici e quelli propri al mondo
dell’incisione, fanno parte di tale progettualità artistica, senza che si
debbano istituire differenze: la ricerca - e la tecnica che la sostiene - è
unitaria, si alimenta di segni e di valori della spazialità, si indirizza ad
interpretare l'universo delle sensazioni tangibili, a partire da fatti e
nuclei fondamentali. Il segno, che interferisce con gli spazi e li
determina; il colore, che nasce nelle superfici e diviene coerente
formulazione di rapporti fra dimensioni distese ed agglutinazioni; le
relazioni, concomitanti ed intrecciate, fra luce e trasparenza, procurano
approfondimenti, addensamenti, diluizioni, nel percorso che si instaura nel
processo di rispecchiamento di forma e volumi apparenti. Una traccia
sensibile, nell'insieme della ricerca che accomuna disegni incisioni ed
opere pittoriche, orienta la rilevanza dell'opposizione, concettuale e
materica: sperimentare per ottenere valori di transitoria luminosità, per
interferire nelle variazioni che si leggono fra opere ed opere, fra
accentuazione del segno e profondità impalpabile, per intraprendere una
costruzione progettuale ed immediata.
Estrarre riferimenti dalle densità
manifeste nella natura e nel corpo, in quanto volumi che si connettono e
riappaiono, in quanto essenze e matrici delle trasformazioni, in una sorta
di abaco che ricostruisce la complessità del reale, come un dato cui
aspirare. Attraversare procedimenti che accumulano o fluidificano, che
accentrano forme o disperdono le distinzioni, nella costante ricerca di una
luce intrinseca alle cose di una natura da indagare e trasporre in altro
da sé. L’indagine si determina e si rende riconoscibile nel coinvolgimento
della materia, nella volontà di condurre ragionamenti incentrati sulla
qualità della trasparenza, come in un continuo discorso in cui appaiono
contemporaneamente traslazioni di senso e riferimenti concreti, durevoli ed
interni alla realtà. La materia si percepisce come un dato vivo e capace di
fondare processi trasformativi. Contrasti e accordi: raccordare attraverso
una linea - densa di verità e prospezione - che definisce confini o induce a
sensibilità sfuggente, per dilatare ed accorpare la materia, per aggregare e
ripartire la sintesi di spazi e forme; l'insieme dell'opera prende origine
da baluginii e tratti immediati d'osservazione (stratificazioni di segni e
masse, intersezioni di forme e colori, nella necessità di porre a confronto
relazioni fra aeree trasparenze e durezza implicita, nella compresenza di
concretezza e di indeterminazione astratta). Un racconto, forse, che nel
contempo seziona e riavvicina gli elementi (corpi, volumi, stratificazioni,
densità e diluizione, luce), nell’avvicendare traslucide impressioni che
divengono “luoghi di sottili sensazioni”, per affermare la necessità
dell'interpretare.
Francesco Pagliari - gennaio 2015
Progetto: Gabriella Brembati e Francesco Pagliari
Inaugurazione lunedì 9 febbraio dalle ore 18
Galleria Scoglio di Quarto
via Ascanio Sforza 3, Milano
Aperto da martedì a venerdì: dalle ore 17.00 alle 19.30. o per appuntamento
ingresso libero