Le stampe nere illustrano i diversi cicli della luna e il tempo che impiega una candela a bruciare, mentre le rispettive controparti in bianco illustrano le fasi della luna, un'astratta cronologia del tempo di un mese.
“Ruotando intorno alla terra, la luna prova ad attirare tutto ciò che la circonda. L’unica cosa che la terra non riesce a trattenere è l’acqua. Le persone possono trattenere qualunque cosa, tranne il tempo. Salendo e scendendo l’acqua dell’oceano pulisce le rocce e la sabbia mentre il tempo passando e lenendo le ferite invecchia i nostri corpi. Nella luna come nel tempo c’è bellezza e tristezza. C’è un eterno ritorno nel ciclo della marea che sfida il tempo mentre per noi è impossibile sfuggirgli. Questa mostra sovrappone elementi naturali e processi artistici per sottolineare il nostro rapporto con il tempo, l’intrinseca leggerezza e oscurità dell’invecchiare, l’attrazione gravitazionale della vita, l’aleggiante spettro della nostalgia.
Lo spicchio di luce che illumina la luna, o la sua posizione rispetto alla terra che la oscura, cambia di mese in mese dipendendo dall’asse terrestre. Le opere in mostra rappresentano un ciclo della luna abbreviato nell’ottobre 2014. Le fasi lunari sono state delineate e illuminate con candele in cera d'api fatte a mano, ognuna di colore diverso, poi fotografate e riprodotte su lino; in seguito le stampe sono state appoggiate al muro e disposte sotto le candele, nuovamente accese, che sono state lasciate bruciare facendo sgocciolare la cera sopra la stampa. Le candele erano disposte sul muro in orizzontale e a forma di luna, per fare in modo che emettessero l’immagine della luna bruciando lungo il loro asse orizzontale; la cera colava più in alto dell’asse verticale della stampa sottostante: più vicina era la fiamma alla parete, più in alto gocciolava sulla stampa. Il movimento verticale descritto dalla cera caduta sulla stampa rappresenta il tempo come la marea che scivola sulla spiaggia; la posizione orizzontale riprende la geografia della luna e la luce crescente e calante. Le stampe nere illustrano i diversi cicli della luna e il tempo che impiega una candela a bruciare, mentre le rispettive controparti in bianco, che erano il bordo inferiore di ogni stampa, illustrano le fasi della luna, un’astratta cronologia del tempo di un mese.
“Adesso”, ossia il presente, è in assoluto il momento d’oro del tempo, a differenza del passato che decade e del futuro che spaventa. Nel mio lavoro sono sempre stato interessato a come tradurre fedelmente il tempo e comprenderlo meglio attraverso l’arte. Un modo è stato quello di lasciare il comando della produzione agli elementi naturali, come il sole e la pioggia. Lo spettatore intergisce direttamente con il tempo dato che c’è meno mediazione da parte mia: accade ad esempio nel tessuto lasciato all’aperto per un anno con uno pneumatico sopra, col fine di crearne un’immagine attraverso lo scolorimento del tessuto circostante. L’immagine finale fluttua tra un cerchio astratto e un’immagine indessicale dello pneumatico e il processo produttivo crea un’opera appagante nel presente, sia per me che per lo spettatore, anche se parla al passato. L’ottimismo della produzione contiene anche la malinconia dell’invecchiamento.
La marea si muove secondo una ciclicità inesorabile, a differenza della persistenza in avanti del tempo. Nello stesso modo in cui mi sono interressato alla dualità in arte tra astrazione e indessicalità, nichilismo e ottimismo, l’ho fatto anche nella vita tra il personale e l’universale. Questa idea è ben definita in linguistica come shifter: una parola come “questo” o “quello” acquista un significato diverso a seconda di ciò a cui fa riferimento, o pronomi personali come “io” o “tu” si ricollegano alla persona che indicano sul momento. Il fulcro della questione è spiegato perfettamente nel testo di Rosalind Krauss, Notes on the Index Part, dove è presente questa citazione di Roman Jakobson: "a shifter is 'filled' with signification' only because it is 'empty'". A mio avviso, “adesso” è uno shifter temporale: non fa mai riferimento allo stesso momento perchè il tempo è inafferrabile e il futuro vuoto e inesistente è riempito di significato solo quando diventa “adesso”. Questa semplice idea è molto importante per me e il video in mostra la illustra insieme alle polaroid di un fiore, adesso sbocciato, poi secco.
Le opere con l’elio nascono nel tentativo di ampliare l’idea di shifter, non solo come funziona nel tempo ma nel mondo fisico al di là del linguaggio. La luce incandescente è carica di elio e i palloncini sospesi sono riempiti di elio: attivo in due stati fisici particolarmente drammatici, l’elemento naturale non cambia. L’elettricità mostra il colore dell’elio e i palloncini gli danno forma: l’immagine è rappresentativa ma anche piuttosto astratta e non so quale dei due incida di più nel dare all’opera la sua gravità. La forma dei vetri dei neon traccia i profili della mia famiglia, dei miei amici, di me stesso e dei miei cani. Queste opere rappresentano il microcosmo dell’invecchiamento; sorrette all’inizio, piene di energia e vita, caleranno nel tempo in perfetto stato restando alla fine sgonfie sul pavimento. Ciò che è stato continuerà a bruciare e i palloncini rimarranno a indicare la memoria di ciò che fu.”
- Sam Falls, gennaio 2015
Inaugurazione 13 febbraio ore 18.00 - 21.00
Fondazione Giuliani
via Gustavo Bianchi, 1 Roma
mart-sab 15.00 - 19.30 o su appuntamento
ingresso libero