Luce azzurra e astratta. 60 opere si dispiegano lungo un percorso composto da una selezione di 39 fotografie dalle atmosfere vintage, e una sezione dedicata alla pittura con 19 dipinti acrilici.
a cura di Michele Bonuomo
La Galleria M77 è lieta di presentare la mostra Luce azzurra e
astratta, personale di David McDermott & Peter McGough. L'esposizione
sarà inaugurata lunedì16 febbraio 2015 e sarà aperta al pubblico
sino a venerdì 15 maggio 2015.
Realizzata appositamente per gli spazi della Galleria M77, la mostra
è la terza personale che i due artisti americani realizzano in
Italia. Dopo la prima europea del 1986 nella galleria di Lucio Amelio
a Napoli e a circa vent'anni da quella nella galleria Gian Ferrari di
Milano, David McDermott (Hollywood, California, 1952) e Peter McGough
(Syracuse, New York, 1958) ritornano a Milano con il progetto
espositivo “Cyan Light and Abstract (Luce azzurra e astratta)” .
Attraverso lavori fotografici e dipinti, la mostra si configura come
la più recente panoramica della ricerca dei due artisti, conosciuti
al grande pubblico internazionale per un metodo e un linguaggio che -
pur attraversando diversi mezzi espressivi: dalla fotografia alla
pittura, alla scultura e variando tecniche e supporti - si
contraddistinguono per la loro idea di vivere una diversa e
“altra” dimensione temporale. Eleganti, sofisticati, eruditi, dal
sapore volutamente “dandy”, ma senza mai nulla sottrarre alla
dimensione di profondità del loro lavoro, McDermott & McGough si
incontrano a New York nel 1980. Da allora insieme conducono, nella
loro arte così come nella loro stessa vita, una serie di
“esperimenti” sul tempo, come si evince dalla retrodatazione delle
loro opere in coerenza con la scena rappresentata, riportando alla
luce uno stile lontano e perduto e affermando la volontà di non far
parte della contemporaneità, né tanto meno del futuro: due
dimensioni temporali cui non riconoscono alcuna bellezza. «Ho
guardato nel futuro e non ho alcuna intenzione di andarci», ha
dichiarato David McDermott nel dialogo che assieme a Peter McGough ha
avuto con Michele Bonuomo e pubblicato nel catalogo (in edizione
bilingue, italiana e inglese) delle opere in mostra. E il tempo
declinato al passato - dilatato, rivissuto, riportato a nuova vita e
inteso come custode di un'ideale di bellezza non “oltraggiato”
dalla banalità contemporanea – diviene la voce narrante e la cifra
espressiva della loro identità.
L’esposizione presenta una selezione di circa 60 opere, che si
dispiegano lungo un percorso composto da due sezioni principali: una
dedicata alla fotografia cianotipica e una riservata alla pittura.
Le 39 fotografie della prima sezione evocano atmosfere vintage
attraverso l’utilizzo della tecnica cianotipica, particolarmente in
voga nell’ambito della fotografia pittoricistica tra fine del XIX
secolo e primi anni del secolo successivo. Questa scelta linguistica
è dovuta alla volontà di riportare l’esperienza artistica a una
condizione spirituale: la luce azzurra richiama i significati
simbolici di uno spazio inafferrabile, cui si tende in un progressivo
slancio verso l’infinito.
Il percorso espositivo si completa con 19 dipinti acrilici,in parte su
carta e in parte su tela,che mirano nuovamente a fornire una chiave di
lettura del presente, talvolta provocatrice.
È in questa sezione che si manifestano i riferimenti pop propri della
poetica dei due artisti: immagini tratte da film degli anni Quaranta e
Cinquanta rielaborate attraverso la stampa digitale, per poi essere
inserite in cornici dai profili geometrici “astratti” e decorate
da campiture di colore saturo. Ancora una volta McDermott & McGough
spostano le lancette del tempo combinando supporti e tecniche
appartenenti a epoche diverse.
La riscoperta romantica di un tempo che ha ancora molto da raccontare
si declina infine nell’emotività dei dieci dipinti realizzati a
gouache. Questa volta i soggetti sono le linee, che compongono
un’intricata rete di percorsi: la pittura geometrica si lascia
assorbire dall’esperienza gestuale.
Le opere in mostra suggeriscono “un’astrazione barocca in cui, per
esempio, i riferimenti a Jackson Pollock si intrecciano con i
cartamodelli usati dai sarti”, annota Michele Bonuomo; lo stile
ricercato si appropria dello spazio e proietta l’immagine in un
tempo che non può essere quello che viviamo.
McDERMOTT&McGOUGH
David Walter McDermott è nato nel 1952 a Hollywood, in California e
ha studiato alla Syracuse University di New York dal 1970 al 1974.
Peter Thomas McGough è nato nel 1958 a New York, dove inoltre ha
svolto i suoi studifino al 1976.
La loro prima esposizione “Meiji Paintings” risale al 1983 presso
la North Store Gallery di New York.
Ulteriori mostre personali si sono svolte negli Stati Uniti, tra le
più recenti: Culmination (Vito Schnabel, New York, 2014), Suspicious
of rooms without music or atmosphere (Cheim & Read, New York, 2013),
Of Being and Beauty (Cheim & Read, New York, 2011), Detroit: Carbro
Prints 1958 (Weinstein Gallery, Minneapolis, 2009).
Le opere dei due artisti sono state presentate anche in Europa,
recentemente: Iconic & New Paintings, Jablonka Maruani (Mercier
Gallery, Brussels, Belgium, 2014), In Dreams You’re Mine, (Galerie
Jerôme de Noirmont, Paris 2012), 26 Sandymount Avenue (Kunsthalle
Wien, Austria, 2010), What You Mean To Me (Galerie Jérôme de
Noirmont, Paris, 2010),Without You I Am Nothing (Galerie Jérôme de
Noirmont, Paris, 2009),An Experience of Amusing Chemistry: Photographs
1990-1890 (Irish Museum of Modern Art, Dublin, 2008).
In Italia le opere di McDermott & McGough sono state ospitate per la
prima volta nel 1986 presso la galleria di Lucio Amelio di Napoli e
successivamente a Milano, nella galleria Gian Ferrari con la mostra
“1936” del 1996.
Ufficio stampa
PCM STUDIO
Paola C. Manfredi | paola.manfredi@paolamanfredi.com
Inaugurazione 16 febbraio alle 19
M77 Gallery
via Mecenate, 77 - Milano Lombardia Italia
Orario: da martedì a sabato 11-19 chiuso domenica e lunedì
Ingresso libero