Optical game. Cromatismi a smalto che ingannano l'occhio
Giallo, rosso, blu. Colori primari, ai quali aggiungere il nero. Colori incorniciati dai telaietti delle diapositive. Fabrizio Carnelutti ha fotografato i grandi della musica, dello spettacolo, della cultura, dello sport. In ogni diapositiva c'era un volto noto, una figura in posa. Ma il suo desiderio piu' grande e' sempre stato quello di dipingere: mescolando, "non plus ultra" della soddisfazione, lavoro e passione. Ecco, allora, che quei cromatismi a smalto lasciati dapprima correre in liberta' sulla tela si sono indirizzati al cuore di quei bianchi telaietti annullando di fatto ogni singolo scatto fotografico. Al posto dell'immagine, ecco materializzarsi il colore puro, minuziosamente pennellato. E altrettanto scrupoloso e' l'ordine di queste caleidoscopiche diapositive: a decine, posizionate sulle tele una accanto all'altra; coi 4 colori che interagiscono fra loro, oppure si scorporano producendo sfumate composizioni monocromatiche. L'effetto, collegato con efficacia a quell'Optical Art nata negli Anni '60 e sviluppatasi nei '70, innesca un giocoso rapporto attivo fra opera d'arte e spettatore. L'immagine "inganna l'occhio": prende cioe' a modificarsi a seconda di come chi la osserva si sposta nello spazio. (Stefano Bianchi) Inaugurazione 24 febbraio ore 18-20