Il Dolce Terrore. Cvijanovic sa che nell'attuale regime di mediatizzazione, il potere identifica il proprio privilegio, non piu' con la proprieta' dei mezzi di produzione ma con il controllo dei processi di significazione.
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a cura di Marco Scotini
FuriniArteContemporanea è orgogliosa di presentare la mostra personale dell’artista croato Nemanja Cvijanovič (Rijeka, 1972), un progetto curato da Marco Scotini che porta negli spazi della galleria nella ex Chiesa della Madonna del Duomo Vecchio di Arezzo un’attenta, perspicace e critica analisi di avvenimenti storici fondamentali che hanno contribuito a creare la società contemporanea.
Nemanja Cvijanovič è un abile manipolatore di segni. Agisce, piuttosto, sulla produzione semiotica come un dispositivo di profanazione. Sa che nell’attuale regime di mediatizzazione (o nelle cosiddette industrie creative) il potere identifica il proprio privilegio non più con la proprietà dei mezzi di produzione ma con il controllo dei processi di significazione.
Iniziato durante la sua residenza al MACRO del 2014, il progetto intende essere però un omaggio al centenario dell’attentato di Sarajevo all’erede al trono dell’Impero austro-ungarico perpetrato dal rivoluzionario serbo Gavrilo Princip. I segni si concatenano, i tempi si sovrappongono: l’apocalisse gioiosa austriaca da un lato; lo scoppio della prima guerra mondiale, dall’altro.
Le maschere del passato non cessano di ritornare, anche se in altri contesti storici: quando le minacce politiche in agguato non sono più le stesse e fortemente mutata è la stessa economia politica del segno.
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curated by Marco Scotini
FuriniArteContemporanea is proud to present the solo show by Croatian artist Nemanja Cvijanovic (Rijeka, 1972), a project curated by Marco Scotini which brings in the gallery space in the ex Chiesa della Madonna del Duomo Vecchio di Arezzo an attentive, perceptive and incisive analysis of historical fundamental evenements which contributed to build the contemporary society.
Nemanja Cvijanovic is a capable manipulator of signs. He acts, instead, on the semiotic production as a device of profanation. He knows that in the current media coverage regime (or in the so called creative industries) the power identifies the own privilege no more with the means of production ownership but with the processes of signification control.
Started during his residency at MACRO on 2014, however the project intends to be a homage to the centenary of the attack to the Austro-Hungarian Empire throne heir perpetrated by revolutionary Serb Gavrilo Princip in Sarajevo. The signs concatenate, time overlap: on one hand the joyful Austrian apocalypse; on the other the First World War outbreak.
The masks of the past do not cease to return, although in other historical contexts: when the political threats lurking are no more the same and the political economy of the sign is strongly changed.
Inaugurazione 28 febbraio ore 18.30
Image Furini Arte Contemporanea
via Cavour, 6 Arezzo
mar-sab 15.30-19.30
ingresso libero