Rizzuto Arte
Palermo
via Monte Cuccio, 30
091 526843 FAX 091 522996
WEB
Le stanze d'Aragona
dal 11/3/2015 al 1/5/2015
gio-sab 16-20
347 1769901

Segnalato da

RizzutoGallery




 
calendario eventi  :: 




11/3/2015

Le stanze d'Aragona

Rizzuto Arte, Palermo

Pratiche pittoriche in Italia all'alba del nuovo millennio. Prima mostra delle tre previste nell'ambito del progetto artistico-culturale dedicato alla pittura contemporanea italiana.


comunicato stampa

a cura di Andrea Bruciati ed Helga Marsala

Prenderà il via il prossimo 12 Marzo a Palermo “Le stanze d’Aragona” un progetto artistico-culturale dedicato alla pittura contemporanea italiana, promosso da RizzutoGallery in collaborazione con il Comune di Palermo, la Regione Siciliana ed ERSU Palermo.

Una trilogia espositiva. Una ricognizione ragionata della scena pittorica italiana degli ultimi anni, filtrata dallo sguardo di due curatori. Una scelta inevitabilmente non esaustiva, ma che partendo da una prospettiva critica riunisca alcuni tra i più interessanti talenti italiani delle ultime generazioni, impegnati in una ricerca (principalmente, ma non esclusivamente) pittorica in cui l’astrazione è protagonista.

È questo il senso del progetto messo a punto da Andrea Bruciati ed Helga Marsala che prenderà vita tra marzo e novembre 2015 attraverso tre appuntamenti: due prima collettive, con otto artisti ciascuna, negli spazi della galleria, e una terza mostra in uno spazio istituzionale della città, che riunisce i primi sedici artisti insieme ad altri sedici, per un totale di 32 artisti e oltre 60 opere d’arte in esposizione.

La prima mostra - che sarà inaugurata il 12 marzo 2015 alla RizzutoGallery - ospita i lavori di Anna Gramaccia (Perugia, 1980), Cristiano Menchini (Viareggio, 1986), Lorenzo Morri (Jesi, 1989), Barbara Prenka (Jakova, 1990), Massimo Stenta (Trieste, 1991), Sulltane Tusha (Durazzo, 1988), Marco Useli (Nuoro, 1983), Serena Vestrucci (Milano, 1986).

“Al centro una riflessione sulla pelle come superficie: il suo limite è la cornice, il colore il suo cromosoma. Una pittura aniconica quale testimonianza della nostra contemporaneità. Ragionando su queste tre categorie si effettua una ricognizione fattuale tra otto giovanissimi artisti che si cimentano sul dispositivo pittorico. Un campo di alienazione forse, di certo un aggiornamento esperienziale dal celebre Dialogo di Ludovico Dolce (Venezia, 1565), dove si ragionava sulla qualità, diversità e proprietà dei colori e sul suo intenderli e rappresentarli come sostanza e non come sintomo epiteliale. Un atto, il loro, che si esplica su una porzione limitata di spazio ma che potenzialmente si espande fino al punto originario della sensorialità, per una diversa accezione di astrazione”.

La seconda tappa, fissata per il 21 maggio 2015, vedrà insieme i lavori di Jacopo Casadei, Stefano Cumia, Matteo Fato, Gaia Fugazza, Andrea Grotto, Carlo e Fabio Ingrassia, Tiziano Martini, Alessandro Roma.

Per il grande appuntamento istituzionale di settembre 2015 saranno presenti anche alcune figure riconosciute a livello internazionale, che abbiano rappresentato dei riferimenti diretti o indiretti per le nuove generazioni: una maniera per tracciare delle linee di continuità e di divergenza, identificando processi più o meno sotterranei di germinazione intellettuale e visiva.
Accanto ai sedici artisti già presentati, che torneranno con opere diverse, esporranno: Giuseppe Adamo, Stefano Arienti, Antonio Catelani, Manuele Cerutti, Paolo Chiasera, Giulio Frigo, Andrea Mastrovito, Maria Morganti, Marco Neri, Paolo Parisi, Alessandro Pessoli, Riccardo Previdi, Pietro Roccasalva, Giovanni Sartori Braido, Vito Stassi, Marco Tirelli.

La mostra finale sarà accompagnata da un ampio catalogo, in cui raccogliere – accanto alla documentazione dell’intero progetto - saggi critici, riflessioni e spunti teorici intorno alla pittura contemporanea.
In un momento in cui l’Italia recupera il linguaggio pittorico come pratica à la page (dopo decenni di isolamento e di mortificazione), “Le stanze d’Aragona” vuole essere un progetto mosso da un’urgenza storico-critica e da una necessità di analisi ad ampio raggio, tra riflessioni estetiche, culturali, di linguaggio e di sistema. La grande tradizione della pittura italiana, nell’ultimo scorcio di secolo non sufficientemente premiata dai contesti internazionali, resta una realtà intorno a cui recuperare consapevolezza e costruire dinamiche virtuose di pensiero, di indagine intellettuale, di veicolazione istituzionale e anche di mercato.

Che la pittura torni di moda non è utile a nessuno. Che la pittura sia – e continui a diventare, ogni giorno – una delle massime espressioni della cultura italiana, in dialogo con le vicende internazionali, è la vera questione calda. Riaccendendo un dibattito di spessore sulla contemporaneità, la storia dell’arte recente e le direzioni future da immaginare.
Tantissimi sono i pittori italiani, oggi, che portano avanti ricerche di qualità. Tantissimi sono gli stili, gli approcci, gli immaginari. “Le stanze d’Aragona” ha scelto alcune linee guida, identificando delle emergenze e dei tratti comuni intorno a cui tessere un discorso critico. Il vento nuovo e ciclico dell’astrazione è senz’altro protagonista, ma accanto ad alcune ricerche legate alla figurazione: una maniera per assottigliare la dicotomia netta tra questi due poli, concentrandosi su un pittura dalla natura fortemente concettuale ed intellettuale. In un dialogo nuovo e spesso audace con altri linguaggi affini, dalla scultura all’architettura, passando per l’installazione.

Scegliere Palermo e scegliere un titolo dal sapore quattrocentesco, che riporti alla celebre “stagione internazionale” della cultura siciliana, culminata nei regni di Ferdinando I e Alfonso d'Aragona, non è un caso. E probabilmente è anche una provocazione. Non Milano o Torino, non i circuiti più accreditati, non il centro del sistema italiano. “Le stanze d’Aragona” riparte da un luogo oggi considerato marginale, che un tempo fu fucina di avanguardie e talenti straordinari, per ribadire che il cuore delle cose, e la sostanza, e lo sguardo differente, appartengono non alle forme, non agli equilibri provvisori, non alle gerarchie e le tendenze accreditate. Anzi. Qualche volta è intorno alle luminose periferie – del mondo, ma soprattutto del pensiero – che i tanti centri possibili ruotano e si ridefiniscono.

Inaugurazione 12 marzo ore 19

Rizzuto Arte
via Monte Cuccio, 30 Palermo
gio-sab 16-20
ingresso libero

IN ARCHIVIO [12]
Presepi d'artista #2
dal 22/12/2015 al 5/1/2016

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede