Ecce Homo. Toffalini racconta i nuovi condannati alla croce, scatta immaginarie istantanee di vita in cui la sofferenza e' compagna fedele di un'esistenza martoriata.
a cura di Chiara Milesi e Edoardo Maffeo
Sabato 14 marzo alle ore 17 presso CIVICO8galleria di Via Carrobbio,8 - Vigevano, inaugura la mostra “ECCE HOMO”, personale di Carlo Toffalini curata da Chiara Milesi e Edoardo Maffeo con presentazione in catalogo di Marco Beretta.
La croce può essere considerata come “segno dei segni” poiché, all’incrocio delle due linee si identifica un punto, e uno soltanto, tanto astratto quanto definito. L’intero universo può essere racchiuso in un punto, che si manifesta, però, solo nell’incontro tra le due linee. Partendo da questo presupposto è facile comprendere perché la croce abbia da sempre rivestito un importantissimo ruolo nella simbologia umana, nelle più diverse culture. Da sempre, inoltre, la croce ha simboleggiato la terra, non come pianeta, ma come tutto ciò che si oppone alla trascendenza. Tendenzialmente si unisce il simbolo della croce, alla cristianità poiché la croce è il punto focale della Passione di Cristo, l’apice del supplizio a cui Pilato condannò Gesù. Le parole Ecce Homo, sono proprio quelle che Pilato pronunciò subito dopo la flagellazione del Cristo, mostrando ai Giudei il corpo di un uomo devastato dal dolore, umiliato e sanguinante; per i Giudei questo non bastò e ne chiesero la crocifissione, quella che Cicerone definirà “il supplizio più crudele e più tetro”.
Con queste opere, Carlo Toffalini racconta i nuovi condannati alla croce, scatta immaginarie istantanee di vita in cui la sofferenza è compagna fedele di un’esistenza martoriata, ma che, anche nel momento più cupo, trova la speranza di salvezza. La fede, a questo punto, non deve essere associata a credenze religiose, ma è la forza interiore che convive con la croce, soffre per la croce, senza mai arrivare alla linea verticale, che farà manifestare il preciso punto in cui giungerà la morte. Una mostra forte, dai tratti e dei colori decisi, con linee spezzate che ampliano quel senso di impotenza ed inadeguatezza che si prova di fronte al dolore.
Volti inespressivi popolano ampie campiture di colore astratte, simbolo universale che il dolore non ha luogo, se non qualunque luogo. Tempere su tavola che accompagneranno lo spettatore in un lungo viaggio introspettivo, durante il quale, specchiandosi nei volti raffigurati, potrà conoscere l’essenza dello smarrimento emotivo. Accanto ai portatori di croce contemporanei, suggestive crocifissioni su sfondo nero senza tempo né spazio, ricondurranno la sofferenza terrena alla sofferenza divina.
Inaugurazione Sabato 14 marzo alle ore 17
Civico8galleria
via Carrobbio, 8 Vigevano
mar-ven 15,30-19, sab-dom 10.30-12.30 e 15.30-19
ingresso libero