Geometria e rilievi. L'artista costruisce un movimento di piani, originando misurate variazioni dei livelli, tendenti al kandinskijano 'suono quieto', giocando sul valore spaziale dello spessore.
a cura di Massimo Bignardi
Giovedì 26 marzo, alle ore 18:00 sarà inaugurata la mostra personale di Arturo Pagano, dal titolo Geometria e rilievi. Curata da Massimo Bignardi l’esposizione propone una scelta di recenti esperienze, poco più di quindici opere che testimoniano l’insistere dell’artista napoletano, da anni trasferitosi a Benevento, su una pittura post-astratta che si serve di colori saturi stesi su materiali diversi, anche su vetro con la tecnica a revers, rileggendo le sperimentazioni dei primi anni di Kandinskij ma soprattutto l’etica lezione di Mondrian. L’artista costruisce un movimento di piani, originando misurate variazioni dei livelli, tendenti al kandinskijano “suono quieto”, giocando, però, sul valore spaziale, dunque luministico dello spessore che rimanda ad una necessità concretamente plastica ed architettonica e, al tempo stesso, di estremo realismo.
Nei recenti lavori di Arturo Pagano, osserva Enrico Crispolti, appare subito evidente “un’intenzione di rifrazione di un’entità strutturale cromatica dialetticamente disposta, non dunque anodina, non entro una concretezza ambientale vivibile…spartizioni di superficie come supporto ordinatamente endo-segnaletico, ben più che meramente formale…superfici non pittoricamente introflesse sul piano stesso ma da questo estroflesse in pronunciamenti strutturali pur minori, ordinatamente prominenti…fino a recuperare valori di plasticità spaziale, quasi finestre su un impraticabile chiuso altrove spaziale, così che la struttura ricade, normativa, entro lo spazio ambiente dato, intenzionalmente dunque così provocato”.
“La linea d’ombra originata dal rilievo sul piano – rileva Bignardi – è effettiva, cioè è in rapporto e relazione con lo spazio che l’accoglie. Pagano dà ordine ad una gerarchia di piani-rilievi il cui valore cromatico è affidato a materiali diversi quindi ad un colore che trae dalla natura specifica del supporto: alluminio, vetro, ancora dipinto con la tecnica a revers, o tela con l’intervento di pittura nitrosintetica. Ne derivano assi verticali o orizzontali, paralleli alle linee che delimitano la forma schematica della composizione, assimilabile al quadrato. Composizioni cioè dalle quali ha origine una diversa percezione del colore, rilevandone, oltre allo scarto del rilievo, anche la diversa natura dettata dalla superficie del sopporto che, nel caso del vetro, dà vita a superfici specchianti ed, al tempo stesso, riflettenti, generatrici in pratica di un gioco di virtualità “riflessa” dello spazio nel quale si accampa l’opera.”
La mostra resterà aperta a Roma fino al 16 aprile, successivamente sarà a:
Museo Orto Botanico, Università di Siena, luglio 2015
Istituto Italiano di Cultura, Colonia, settembre 2015
Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea, marzo 2016
Accompagna la mostra il catalogo pubblicato da Gutenberg Edizioni, con testi di Enrico Crispolti, Massimo Bignardi e Ilaria Conte, con un ampio repertorio di illustrazioni a colori e apparati biografici e bibliografici.
ARTURO PAGANO nasce a Torre del Greco (NA) nel 1958. Si forma presso l’Istituto d’Arte della sua città natale, alla scuola di Renato Barisani, ed inizia la sua attività espositiva con due personali allestite a Milano, rispettivamente nel 1978 e nel 1979. Il lungo soggiorno nella Roma dei primi anni Ottanta impronta il suo lavoro sia in quegli anni, che sul finire del decennio Novanta. Del 1989 è la partecipazione alla XXXIV Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea presso la Galleria Civica di Termoli ed alla collettiva “Vitalità della Scultura” presso il Nuovo spazio Aleph di Milano, poi al Castello Aragonese di Ischia e a Macerata. Nel 1990 ha due personali nella Galleria Dedalos a San Severo (FG) e nella Pinacoteca Comunale di Macerata ed espone più volte, dal 1990 al 1993, allo Studio ERRECI Arte Contemporanea di Benevento. Segue la presenza alle mostre “Trame del disegno Italiano Contemporaneo”, presso la galleria Dedalos di San Severo (FG), nel 1997, e “Paesaggi Contaminati”, nelle Ex Carceri di Vitulano, nel 1998. Compaiono adesso brani di radiografie in impianti geometrici dai colori squillanti, quasi di ispirazione pop. Un nuovo cambiamento di rotta si registra nel 1999, con la partecipazione al XXIV Premio Sulmona e a Millenium 2000 Mostra Internazionale di Mail-Art a Pistoia, dove presenta un ciclo di opere dedicato alla tragedia contemporanea dell’Olocausto. Con l’avvio del secondo millennio, la progressiva riduzione del gap tra scultura e pittura, da sempre ricercata nel suo lavoro, si esplica nella personale “Itinerario Inverso”, allestita nel Museo del Sannio a Benevento nel 2003, ed anche nella successiva mostra a San Giorgio a Cremano nel 2004. Recentemente si registra la personale “Opere recenti”, tenutasi al Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi (SA) nel 2006, e “Il corpo del Novecento” nella Chiesa di Sant’Apollonia a Salerno. Nel maggio 2009 ha una personale alla Galleria San Giorgio, di San Giorgio a Cremano ed espone presso l’Istituto Italiano di Cultura a Berlino in occasione del Premio Strega, presentando oggi una pittura nuova, che compie un passo in avanti, verso una minuziosa indagine della profondità. Dello stesso anno è la mostra promossa nell’ambito della rassegna “SANGALGANOSQUARE”, tenutasi presso Palazzo di San Galgano, Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena. Mentre del 2010 è l’installazione per la rassegna “Cortili dell’Arte”, promossa dal Comune di Villaricca. Nel 2011 è invitato al Padiglione italiano della 54a Biennale di Venezia; “Prefigurazioni Linguaggi attuali”, Galleria dei Frati ed Antiche Cisterne, Museo-FRAC,Baronissi; “Lo Stato dell’Arte” Padiglione Italia 54a Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia, Ex Tabacchificio Centola. Del 2012 è la presenza a “Carte contemporanee: esperienze del disegno italiano dal 1943 agli anni Novanta”, Museo-FRAC, Baronissi; “Lavoro è vita”, Associazione culturale SUKIYA , Lamezia Terme (CZ); del 2013 “Il viaggio immaginario”, CASETTA DELLA MUSICA, Latinae poi ad ARCOS - Museo d'arte contemporanea, Benevento; del 2014 “Segno Divino”, Galleria ELLEBI, Cosenza; “ICONA. Proposte per un'iconografia del contemporaneo, La donazione dell'Open Space”, Museo-FRAC Baronissi.
Inaugurazione 26 marzo ore 18
Centro di documentazione della ricerca artistica contemporanea Luigi Di Sarro
via Paolo Emilio, 28 Roma
mar-sab 16-19
ingresso libero