Figure e strutture si incrociano e fondono creando composizioni
Nel composito mondo di Isabel Carafi l'architettura si e' infiltrata nelle sue composizioni, naturalmente con gli esiti fantasmagorici ed esuberanti, ironici e divertiti che le sono propri, dove figure e strutture spesso si incrociano e fondono creando abilissime composizioni, infiniti arabeschi decorativi, giochi cromatici e lineari, evocativi, a volte, di antiche culture. Per far cio' si serve di dimensioni, supporti, tecniche diverse. Carta, legno che incide (quest'ultimo con raffinate invenzioni puramente astratte, dove ramificazioni e geometrie intrecciano racconti efficacemente concisi), quindi con aspirazioni tridimensionali. Un campo d'azione vastissimo in cui l'artista senza posa effonde i suoi corpi metamorfici, il suoi ibridi umano/oggettuali/architettonici, per lo piu' volanti, spesso muniti di ombrellini per ridurre l'effetto della forza gravitazionale, dichiarando un fervore inventivo inesauribile. Le architetture sono spesso gotiche con la loro potenza ascensionale e le fitte nervature portanti sui cui si abbarbica un'umanita' stralunata. Le figure si ribaltano sulle architetture e nelle grandi tele quest'ultime si incorporano nelle figure. Un mondo esplosivo e stravolto parallelo allo spazio articolato e sublime dell'architettura, inseguito nelle sue piu' nobili realizzazioni medioevali, rinascimentali e anche moderne. Inaugurazione 1 aprile ore 18:30.