"painting, painting". Da meta' anni '80 a meta' '90, Hohn ha condotto una ricerca teorica e formale sulla pittura forzandone i confini. L'intervento di Tom Burr in mostra si rifa' a ricordi comuni al Whitney Program.
Peep
-
Hole
presenta
painting, painting
la prima mostra in Italia dell’artista
Ull
Hohn,
con un intervento di
Tom Burr.
Per circa un decennio
, da metà anni Ottanta
a metà anni Novanta
-
quando
scompare prematuramente all’età di 35 anni
-
Ull Hohn ha portato avanti una
coerente ricerca teorica e formale che
ha
indaga
to
la pittura forzandone i confini e
offrendo un modello estetico
ancora attuale
se ricondotto all’interno di un più
generale dibattito sulla pittura, mai esaurito e
tuttora
aperto.
Il
suo
percorso
si inscrive
all’interno di
un
contesto storico e artistico
ben preciso
che lo vede passare dagli studi
all’Acca
demia di Düsseldorf
con
Gerhard Richter,
all’esperienza del
“Whitney
Ind
e
pende
n
t Study
Program” a New York, dove vive
a
partire
dal 1986.
In un momento in cui si fa strada la seconda stagione
dell’
In
stitutional
Critique
e si guarda alla pittura
con sospetto
, Hohn
assimila ed
elabora in modo del tutto personale le tendenze e le teorie che animano il dib
attito
artistico di quegli anni
trovando
il modo di far convivere
pensi
ero critico e
pura
pratica pittorica.
Nel breve arco della sua vita
l’artista
sperime
nta
stili e registri diversi
,
muovendosi
dall’astrazione a
lla pittura di paesaggio
che
cita
i dipinti
ottocentesc
hi
di Albert
Bierstadt e della Hudson River School
;
dagli esercizi di natura didattica
ispirati a
Bob Ross
e al
suo programma televisivo “Joy o
f Painting”
, fino alla serie delle
Revision
,
opere
realizzat
e
prima di morire
in cui
riproduce
alcuni soggetti
dipinti
prima degli studi in accademia.
Sono questi alcuni esempi di u
na promiscuità
stilistica che
,
a uno sguardo retrospettivo
,
rivela la sua c
oerenza proprio nel
tentativo di Hohn di fare una pittura “al
di
là della pittura” senza rinunciar
e
all’affezione per questo linguaggio.
La mostra
nasce dal desiderio di sottolineare il valore di questo assunto e di
riflettere sull’attualità di una ricerc
a che ha messo in discussione la pittura dal suo
interno.
Painting, painting
è la prima mostra istituzionale
che
ripercorre tutti i momenti
della produzione
di Hohn
attraverso una selezione che attinge alle varie serie
realizzate.
La disposizione delle
o
pere, che
non segue un andamento cronologico, è
strutturat
a
a partire da due importanti serie del 1988,
Nine
Landscapes
e
Off The Wall
, installate in
due pareti diametralmente opposte all’inizio e alla fine dello
spazio
espositivo. All’interno di questi du
e estremi, che condensano i nuclei
fondamentali della ricerca di Ul
l Hohn, sono presentate
tutte le fasi
del su
o
lavoro
,
in un percorso espositivo modulato e scandito dal dialogo con l’opera di Tom Burr.
Le premesse di questo accostamento vanno ricercate n
ella profonda conoscenza da
parte di
Tom
Burr del lavoro di
Ull
Hohn,
che
al di là
del rapporto di
natura
privata
che li legava
va ricondotta al
fatto che
le rispettive ricerche
affond
a
no
le
radici nel medesimo contesto storico
-
artistico e
condivid
o
no
anal
oghe
esperienze
,
a partire da
quella del Whitney Program.
L’intervento di Tom Burr in mostra parte proprio dalla memoria di questa esperienza, in particolare dal
ricordo del
la parete
che separava
il suo
studio
da
quello
di
Ull Hohn.
Ripensando
a quell’el
emento architettonico come un oggetto
che separa e
unisce allo
stesso tempo, che definisce uno spazio e regola il
movimento dei corpi al suo interno, Burr ha
realizzato quattro strutture che
alludono ai quattro muri di una stanza scomposti e dislocati in d
iversi punti dello
spazio. Ognuna di queste “pareti”
riflette, ospita o oscura i dipinti di Ull Hohn,
fa
da cornice
non solo alle opere
,
ma al pubblico che le
osserva
e
attiva
un
meccanismo di mimesi e sdoppiamento
dell
a parete
“
original
e”
,
manifestazione
formale del desiderio, della
nostalgia
,
dell’
affetto.
La
dicotomia di intimità e distacco cui queste strutture alludono è la stessa che ha
contraddistinto
dall’inizio alla fine
la pratica artistica di Ull Hohn
. O
scillando
costantemente
tra
una consapevol
e presa di distanza e il coinvolgimento estetico
con la pittura,
Hohn
ha
dimostrato
come un approccio teorico e concettuale alla
stessa potesse nascere
anche
dal
virtuosismo,
dalla
maestria pittorica,
dagli
stessi
esercizi di stile che in quegli anni
-
ma
ancora adesso
-
sono guardati con sospetto
,
e
come la pittura possa essere “diversa” restando uguale a
se
stessa.
Ull Hohn
(Trier, 1960
–
Berlino, 1995) comincia a studiare pittura all
’
età di
vent
’
anni quando si trasferisce a Berlino per frequentare la
Scuola d
’
Arte e seguire
le lezioni di
Kuno
Gonschior. Quattro anni più tardi, nel 1984, Hohn si iscrive alla
K
ü
nstakademie di Düsseldorf e diventa allievo di Gerhard Richter. Nel 1986 lascia
la Germania per trasferirsi a New York, dove l’anno successivo fr
equenta
il
“
W
h
itney
Independent Study Program
”
, esperienza che ha un impatto
fondamentale nella sua produzione e nel suo approccio alla pittura, che si fa più
teorico e concettuale.
L’ambiente newyorkese
apre a Ull Hohn delle prospettive del
tutto nuove. Q
uestioni legate
all’identità
,
al
la sessualità e
al
la diversità di genere
diventano in quegli anni centrali nel dibattito artistico e Hohn inizia a confrontarsi
con gli stessi temi.
È
in questo momento, e precisamente nel 1988, che realizza
alcune delle sue
serie pittoriche
più significative
:
Nine Landscapes
e
Untitled
,
entrambe presentate alla mostra
conclusiva
del Whitney
Program
, e
Off The Wall
.
Nel 1989 espone con una
mostra
personale alla Julian Pretto
/
Berland Hall
Gallery,
l’anno successivo presso Wh
ite Columns e nel 1991 da Randy Alexander
, New
York
. N
el 1993 espone all
a
American Fine Arts
, New York. Due anni più tardi
l’artista
scompare prematuramente
all’età di 35 anni. Tra le mostre personali
postume a lui dedicate
ricordiamo:
Künstlerhaus
Bethani
en, Berlin
(Philip Morris
Art Sponsoring),
1996;
Ull Hohn: Malerei,
Galerie Neu, Berlino,
2000;
Off the Wall,
Galerie Neu, Berlino,
2006;
Ull Hohn,
Between Bridges, Londra,
2009;
Ull Hohn,
Algus Greenspon, New York, 2009; Galerie Neu, Berlino,
2010. Tra le
collettive in
cui in anni recenti è stato incluso il suo lavoro:
Optik Schröder. Werke aus der
Sammlung Schröder,
Künstverein Braunschweig,
2006;
U
NTITLED (Ohne Titel),
NGBK, Berlino, 2010; Time Again, The Sculpture Center, New York, 2011.
Tom Burr
(New
Haven
-
Connecticut, 1963) vive e lavora a New York. Dopo aver
frequentato la
School of Visual Arts di New York, tra il 1987
-
88 partecipa al
Whithey Independent Study Program. Dall’inizio degli anni novanta a oggi sue
mostre personali sono state presentate
presso musei e istituzioni in tutto il mondo:
Gravity Moves Me
,
FRAC Champagne
-
Ardenne, Reims, 2011;
Bovincini/Burr
,
Museum für Gegenwartskunst, Basilea e Lenbachhaus, Monaco (con Monica
Bonvicini), 2009;
Addict
-
Love
, Sculpture Center, New York, 2008; Swis
s Institute,
New York (con Walter Pfeiffer)
, 2007;
Anxiety
–
A Showcase,
Schinkel Pavillon,
Berlino,
2007;
Moods,
Secession, Vienna, 2007;
Tom Burr: Extrospective: Works
1994
–
2006,
Musée Cantonal des Beaux Arts, Losanna, 2006;
Deep Purple,
The
Whitney Muse
um of American Art, New York, 2002;
Low Slung
,
Kunstverein
Braunschweig, 2000; White Columns, New York,1992. Tra le numerose mostre
collettive a cui ha partecipato ricordiamo:
The Present of Modernism
, MuMOK,
Vienna, 2014;
Deviance Credits
, Center for Curi
atorial Studies, Bard College,
Annadale
-
on
-
Hudson, NY, 2014;
Take It or Leave It: Institution, Image, Ideology,
Hammer Museum, Los Angeles, 2014;
Anamericana
, American Academy, Roma,
2013;
Outside the Lines,
Contemporary Arts Museum, Houston, 2013;
Moby Di
ck,
CCA Wattis Institute for Contemporary Arts, San Francisco, CA, 2009;
Political/Minimal
, Kunst
-
Werke
–
Institute for Contemporary Art, Berlino, 2008;
Unmonumental: The Object in the 21st. Century,
New Museum of Contemporary
Art, New York, 2007;
BODYPOLI
TICX,
Witte de With, Rotterdam, 2007;
Das achte
Feld. Geschlechter, Leben und Begehren in der Kunst seit 1960,
Museum Ludwig,
Cologne, 2006.
Ha inoltre preso parte alla 12.a Biennale di Istanbul nel 2011 e alla
Biennale del Whitney Museum of American Art,
New York nel 2004.
Press info
Stefania Scarpini T. +39 (0)2 87067410 stefania@peep-hole.org
Opening Sabato 11 Aprile ore 18.30
Peep-Hole Via Stilicone 10 – 20154 Milano
Mercoledì – Sabato 14.30–19.00 o su appuntamento