Fondazione Prada (nuova sede)
Milano
largo Isarco, 2
02 56662611
WEB
La nuova Fondazione
dal 3/5/2015 al 30/4/2016
tutti i giorni 10-21

Segnalato da

Fondazione Prada




 
calendario eventi  :: 




3/5/2015

La nuova Fondazione

Fondazione Prada (nuova sede), Milano

Robert Gober e Thomas Demand hanno creato installazioni site-specific in dialogo con le architetture industriali dei nuovi spazi. Opere dalla Collezione Prada sono presentate in due mostre tematiche. Due progetti espositivi analizzano rispettivamente i temi della serialita' e della copia nell'arte classica e della riproduzione in piccola scala della statuaria greco-romana dal Rinascimento al Neoclassicismo.


comunicato stampa

La nuova sede della Fondazione Prada aprirà a Milano sabato 9 maggio 2015. Le giornate di anteprima si svolgeranno da sabato 2 a venerdì 8 maggio. Parallelamente ai nuovi spazi di Milano, rimarrà attiva la sede di Venezia nel palazzo settecentesco di Ca’ Corner della Regina. Da maggio e nel corso dell’estate 2015 i due spazi saranno idealmente uniti da due mostre di arte antica a cura di Salvatore Settis.

La nuova sede di Milano, progettata dallo studio di architettura OMA, guidato da Rem Koolhaas, espande il repertorio delle tipologie spaziali in cui l’arte può essere esposta e condivisa con il pubblico. Caratterizzata da un’articolata configurazione architettonica che combina edifici preesistenti e tre nuove costruzioni, è il risultato della trasformazione di una distilleria risalente agli anni dieci del Novecento. Situato in Largo Isarco, nella zona sud di Milano, il complesso si sviluppa su una superficie totale di 19.000 m2, di cui 11.000 m2 saranno utilizzati per le attività espositive. L’edificio all’entrata del nuovo centro accoglierà il pubblico con due spazi nati da collaborazioni speciali: un’area didattica dedicata ai bambini e sviluppata con gli studenti dell’École nationale supérieure d’architecture de Versailles; e un bar ideato dal regista Wes Anderson che ricrea l’atmosfera dei tipici caffè di Milano.

In occasione dell’apertura della nuova sede di Milano, la Fondazione Prada presenterà una pluralità di attività. Robert Gober e Thomas Demand realizzeranno installazioni site-specific in dialogo con le architetture industriali e con i nuovi spazi. Roman Polanski (dal 21 maggio) esplorerà le suggestioni cinematografiche che hanno ispirato i suoi film in un progetto che si tradurrà in un documentario inedito e in una rassegna cinematografica. Selezioni di opere dalla Collezione Prada saranno presentate in esposizioni tematiche. Le mostre “Serial Classic” (9 maggio al 24 agosto 2015), a Milano, e “Portable Classic” (9 maggio – 13 settembre 2015), a Venezia – curate da Salvatore Settis, in collaborazione con Anna Anguissola e Davide Gasparotto – completeranno il programma. I due progetti espositivi, il cui allestimento è ideato da OMA, analizzano rispettivamente i temi della serialità e della copia nell’arte classica e della riproduzione in piccola scala della statuaria greco-romana dal Rinascimento al Neoclassicismo.

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9 Mag 2015 – 1 Mag 2016
An Introduction

Nella galleria Sud della Fondazione, ex laboratorio del precedente complesso industriale che sfocia negli ampi spazi del Deposito, si presenta “An Introduction”: un intenso accenno espositivo a un percorso tra istituzionale e personale sul modo di ricercare e collezionare, nato da un dialogo tra Miuccia Prada e Germano Celant.
È un intreccio tra studio e passione per l’arte che, assunte caratteristiche pubbliche e private, ha portato all’apertura di una Fondazione. Qui l’interesse per le problematiche estetiche e politiche affrontate dagli artisti, si pone a confronto con la conoscenza e la pratica delle culture sperimentali e storiche – dal Rinascimento alla modernità – evolvendo da uno stadio espositivo essenziale a uno complesso e museale.

La sequenza degli spazi e la scelta dei lavori, installati in relazione a colori e materiali d’epoca, suggeriscono una crescita di interessi e di impegno. Si inizia con una riflessione sul sé che si sviluppa in una scelta di territorio visuale, legato alle vicende artistiche degli anni Sessanta, dal New Dada alla Minimal Art. Tale ricerca, e la determinazione a raccoglierne le testimonianze, ha influenze sul sistema di vita, sulla passione e sul coinvolgimento nei confronti di un’arte critica rispetto alla realtà. L’indagine sul racconto artistico contemporaneo si muove verso una totalità temporale della storia, dall’antichità – con i suoi oggetti e ambienti – ai giorni nostri. Nozioni e passioni si traducono in collezione, qui documentata da una quadreria che indica un oscillare aperto e curioso verso l’arte e le sue manifestazioni. Nel Deposito, il finale a sorpresa con i veicoli di diversa natura è indice di una convergenza tra arte e vita, dove si attua una dialettica tra autonomia e funzione, artefatto e prodotto.

L’artistico si estende al quotidiano e l’oggetto si fa strumento di un modo di pensare e di guardare oltre la tradizione. Il risultato è un insieme di opere e di cose che forniscono informazioni sul passato, sul presente e sul futuro di un’avventura esistenziale. Introducono un’immagine di persone prima appassionate e poi impegnate, che hanno compiuto un percorso di conoscenza attivo e irraggiante: la reazione alla forza vitale delle idee diventa uno scopo di vita.

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9 Mag – 24 Ago 2015
Serial Classic

La mostra “Serial Classic”, co-curata da Salvatore Settis e Anna Anguissola, è dedicata alla scultura classica ed esplora il rapporto ambivalente tra originalità e imitazione nella cultura romana e il suo insistere sulla diffusione di multipli come omaggi all’arte greca. All’idea di classico tendiamo ad associare quella di unicità, ma in nessun periodo dell’arte occidentale la creazione di copie da grandi capolavori del passato è stata importante quanto nella Roma della tarda Repubblica e dell’Impero.
Il percorso espositivo riunisce più di 60 opere e si apre con un approfondimento sugli originali perduti e loro copie multiple, rappresentate da due serie particolarmente note come il “Discobolo” e la “Venere accovacciata”. Altri due importanti nuclei sono dedicati ai temi dei materiali e del colore dei bronzi e dei marmi classici.
L’ ”Apollo di Kassel”, ad esempio, è riproposto in due recenti calchi in gesso che riproducono la superficie bronzea dell’originale greco perduto e la coloritura delle copie romane in marmo.
Un’altra sezione della mostra esplora le tecnologie e le modalità impiegate nella realizzazione delle copie, illustrando due momenti fondamentali come la creazione del calco in gesso e il trasferimento delle misure sul nuovo blocco di marmo. Sono inoltre esposte due note serie, la “Penelope” e le “Cariatidi” sul prototipo dell’Eretteo di Atene.

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9 Mag – 31 Ott 2015
In Part

“In Part”, a cura di Nicholas Cullinan, è allestita nella galleria Nord, una delle ex strutture industriali che compongono la nuova sede della Fondazione Prada. Concepita attorno a un nucleo tematico di opere selezionate dalla Collezione Prada, la mostra esplora l’idea del frammento corporeo nelle sculture di Maurizio Cattelan, Lucio Fontana e Pino Pascali, nella rappresentazione delle rovine nel lavoro di John Baldessari, David Hockney e Francesco Vezzoli, nell’uso del primo piano fotografico nella costruzione della figura nei dipinti di William Copley, John Wesley e Domenico Gnoli, nei ritratti deformati di Llyn Foulkes, nelle silhouette incomplete di Yves Klein, nella sovrapposizione di figure nell’opera di Francis Picabia.

Questi lavori sono accomunati dall’impiego del frammento come sineddoche di un intero perduto e intriso di significato. Alcune opere di Charles Atlas, Bruce Nauman, Robert Rauschenberg e Richard Serra, provenienti da musei e istituzioni internazionali, estendono la riflessione sull’idea d’incompletezza come sintomo dello spirito moderno.

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9 Mag 2015 – 10 Gen 2016
Trittico

“Trittico” è una dinamica strategia espositiva concepita dal Thought Council (Shumon Basar, Nicholas Cullinan, Cédric Libert). Lo spazio ospiterà tre lavori dalla Collezione Prada selezionati per essere esposti a rotazione. Questo nuovo concept e sistema espositivo si sviluppa su alcune idee fondanti. La prima è che la nostra esperienza dell’arte è sempre relazionale e la sua comprensione avviene attraverso opere, siano esse appartenenti al passato sia contemporanee. La seconda è che una raccolta come la Collezione Prada, che spazia dal XVI al XXI secolo, racchiude linee interpretative inedite, che vanno oltre una lettura tradizionale.
Concentrandosi su tre lavori alla volta, “Trittico” rivela similitudini inaspettate tra artisti e pratiche apparentemente diversi. Infine, sottolinea l’importanza dell’esperienza artistica vissuta in prima persona e in condizioni diverse dal canone museale, immergendosi in una tridimensionalità quasi tangibile fatta di verticalità e illuminazione rarefatta -caratteristiche che nessun dispositivo tecnologico potrebbe riprodurre.

La prima selezione di “Trittico” comprende “Case II” (1968) di Eva Hesse, “Lost Love” (2000) di Damien Hirst e “1 metro cubo di terra” (1967) di Pino Pascali, tre opere che sviluppano geometrie minimaliste, associando oggetti ed elementi naturali a una forma cubica. Ordine, disordine, complessità dei sentimenti umani si contrappongono ai materiali naturali. Inseriti nei contorni ben delimitati di un cubo, i contenuti divengono un sistema di significato. Un sistema aperto pur essendo apparentemente chiuso.

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Thomas Demand
Processo Grottesco

Nel 2006 Thomas Demand per realizzare l’opera fotografica “Grotto”, ha ricostruito a partire da una cartolina una grotta dell’isola di Maiorca. Ricorrendo a 30 tonnellate di cartone grigio, sagomato mediante computer e disposto a formare una stratificazione di 900.000 sezioni, l’artista ricrea la cavità, le stalattiti e le stalagmiti riprodotte in cartolina, per poi scattarne una fotografia.
In occasione dell’apertura della nuova sede della Fondazione Prada il motivo del grotto ritorna in forma di “Processo Grottesco”, in cui all’immagine del “Grotto” Demand affianca i materiali documentari consistenti in cartoline, libri, guide turistiche, illustrazioni tratte da cataloghi e da pubblicazioni varie, e la titanica ricostruzione della grotta spagnola. L’artista permette così al visitatore di conoscere il processo creativo che ha condotto alla realizzazione della fotografia, e consente di scoprire il modo in cui l’opera, attraverso continue ricerche, si è trasformata nel corso del tempo.
Il tema della grotta è un soggetto ricorrente nella storia dell’arte e dell’architettura e implica un’attitudine provocatoria e bizzarra, tipica della tecnica pittorica cinquecentesca della “grottesca”.
Uno degli elementi che caratterizzano “Processo grottesco” è il ricorso alla tecnologia di una macchina virtuale, con cui per la prima volta Demand si cimenta per tagliare, seguendo un modello 3D, i vari strati di cartone, utili per la ricostruzione tridimensionale. In questa installazione permanente, l’utilizzo di uno strumento ad alta tecnologia permette di imitare, con la sua decifrazione accelerata, le stratificazioni di una natura dal ritmo lentissimo. Il “processo grottesco” è animato da una contrapposizione che informa la rappresentazione della realtà da parte di Demand, che è ispirata a un luogo vero ma è rivelata come un luogo “irreale”, se non surreale, per le sue connotazioni sotterranee, misteriose ed inquietanti, esaltate in questa definitiva installazione nel piano interrato del cinema della Fondazione.

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Robert Gober / Louise Bourgeois

La Haunted House (Casa degli spiriti) è uno degli edifici della distilleria degli anni Dieci del Novecento in cui ha sede la Fondazione Prada. Senza modificare i volumi originali, il progetto architettonico ha preservato e rinforzato la struttura, la cui superficie esterna è stata rivestita di uno strato di foglia d’oro. Se le ampie finestre dell’edificio sottolineano il forte legame con il paesaggio urbano circostante e gli edifici adiacenti, la successione degli ambienti interni mantiene una dimensione spaziale intima in cui si svelano un’installazione permanente concepita da Robert Gober (1954) e due lavori di Louise Bourgeois (1911-2010).
Ai piani superiori sono esposte le opere di Gober, la cui ricerca tocca temi quali la sessualità, le relazioni umane, la natura, la politica e la religione. Lavori storici come “Untitled” (1993-1994) – un’enorme scatola di cereali Farina in mostra al secondo piano – sono esposti insieme a nuovi, come “Original Model for Top Floor of the Haunted House’ (2014). L’artista combina elementi della sfera quotidiana dando vita a oggetti ibridi: ‘Arms and Legs Wallpaper” (1995-2015), che riveste il secondo piano, rimanda a uno schema ricorrente nell’opera di Gober, mentre gli elementi architettonici – le porte in “Corner Doors and Doorframe“ (2014-2015) o il tombino di bronzo di “Untitled” (2014-2015) – risultano estranei nonostante contengano elementi familiari a tutti.
Denso di suggestioni legate all’infanzia e al corpo, al primo piano il lavoro di Gober entra in dialogo con due opere di Louise Bourgeois: “Cell (Clothes)” (1996) -– un’installazione di forma circolare costituita da porte poste l’una accanto all’altra e grate di ferro trattato, popolata da sculture e oggetti personali appartenenti alla stessa Bourgeois – e “Single III” (1996), una scultura realizzata in tessuto.

La Haunted House non fa parte del percorso espositivo aperto al pubblico e può essere visitata solo su prenotazione da parte dei dai visitatori in possesso di valido titolo di ingresso. Le prenotazioni si effettuano alla biglietteria, fino ad esaurimento posti, per gruppi di massimo 20 visitatori alla volta.

Immagine: Pino Pascali, 1 metro cubo di terra, 1967

Press
T. +39 02 56662634 press@fondazioneprada.org

Inaugurazione 4 maggio ore 10-17 solo su invito

Fondazione Prada
largo Isarco, 2 20139 Milano
Orari:
Tutti i giorni, dalle 10 alle 21
Intero - 10 €
Ridotto - 8 € (studenti fino ai 26 anni, possessori tessere FAI, accompagnatori visitatori diversamente abili, gruppi dalle 15-25 persone)
Gratuito (visitatori sotto i 18 e sopra i 65 anni, visitatori diversamente abili, giornalisti accreditati o in possesso di tessera stampa in corso di validità)

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