Spazio La Porta Verde
Milano
via Andrea Maria Ampere, 102
328 2818449
WEB
Gabriella Ventavoli
dal 7/5/2015 al 29/10/2015
martedi' - sabato 18-20

Segnalato da

Marisa Settembrini




 
calendario eventi  :: 




7/5/2015

Gabriella Ventavoli

Spazio La Porta Verde, Milano

Natura Naturans. La mostra riunisce un grande telero e altre opere dell'artista che si misura sul tema della natura, del mondo e dei 4 elementi che lo compongono.


comunicato stampa

A cura di Carlo Franza

La mostra dal titolo “Natura Naturans” è promossa dallo “Spazio La Porta Verde”, un centro culturale vivacissimo in una città come Milano. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte Contemporanea, che firma anche il testo in catalogo, dal titolo “Natura Naturans” riunisce un grande telero e altre opere di Gabriella Ventavoli, che attiva da anni nell'arte contemporanea, si misura sul tema della natura, del mondo e dei 4 elementi che lo compongono. L'attività espositiva legata all'ecosistema del mondo e ai suoi quattro elementi, terra, acqua, fuoco e aria, rende giustizia e si fa lezione sia per coloro che sono chiamati a dirigere la politica del mondo, sia per gli intellettuali e gli uomini di buona volontà che nella natura hanno trovato l'inizio della vita e del mondo intero.

Scrive Carlo Franza: “Natura naturans, natura generante, natura vegetante, morte e vita. La mostra evento di Gabriella Ventavoli che prende corpo e si fa lezione colta per Expo Milano 2015, si accoglie e transita in lungo e in largo nel grande tema di “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Da sempre Gabriella Ventavoli vive l'arte e la pittura come grido di salvaguardia del pianeta terra. Prima del paesaggio c'era la natura, e non solo gettata nell'opera dell'artista per essere contemplata e risolversi in percezione, ma qui, dappertutto, nella centralità del mondo, nello stesso fare arte. Non teatro o sfondo, né proiezione dello sguardo pervaso dallo sgomento dell'infinito naturale, ma ordine razionale e necessario, meraviglia dell'essere. Ci è chiaro che c'è un paesaggio di natura (Naturlandschaft) e il paesaggio trasformato dall'uomo (Kulturlandschaft). Prima che paesaggio la natura era per sé, non spettacolo ma realtà; ma anche imago mundi e insieme analogia entis. Nella stagione del moderno, tra fine secolo e primo novecento, la crisi dei fondamenti sovverte qualsiasi gerarchia delle esperienze culturali e segna l'estrema disfatta della natura. Aurora e tramonto, estremi nietzschani di un dilemma che li rivela equivalenti: una origine inattingibile l'aurora, una fine che non finisce mai il tramonto.

Con la natura ritornano gli uomini. Secondo il verso di Holderlin commentato da Heiddeger, gli uomini abitano poeticamente la terra. Dove abitare significa stare presso le cose, prendersi cura di esse, levarsi sulla terra e sotto il cielo con il pensiero mortale dell'immortalità. E non si tratta più oggi di ridipingere paesaggi, che saranno pur struggenti, e risaneranno il soggettivismo nomade,il proprio nuraghe, la propria dimora, siamo nel nuovo secolo e nel nuovo millennio e terrorizzati dalla ipotetica immersione negli abissi, dall'arretrare alle origini. E con la caduta dell'impero industriale la natura che ci circoscrive non ha più le accentuazioni policrome ma un tempo grigio, in bianco-nero, sospeso e lungo. Questo paesaggio avrà notti insonni. Forse non basterà l'enfasi dei nuovi ecologi anche se la possibilità di paesaggio è ovunque. Ecco il senso di queste riflessioni sul mondo, sulla natura, sul mare, il cielo e le stelle, perchè Gabriella Ventavoli nella pienezza oggettiva del conoscere porge la sua arte e la rappresentazione del mondo come conoscenza, idea luminosa di una mens insita omnibus. La natura offuscata, deturpata, resa malata, è preda di un demone che combatte nel presente. L'artista ha tentato, e vi è riuscita superbamente, di agitare questo combattimento, per meglio offrire un appoggio salvifico e un principio generativo in perenne incandescenza. Pane e vino diventano gli alimenti primari di una “natura naturans” visti che nei secoli e nei millenni le civiltà hanno intorno a questo cibo e bevanda inscenato riti e misteri.

Elementi ed alimenti che hanno dato a Gabriella Ventavoli modo diportare a termine la sua “ultima cena”. L’opera ritenuta un vero e proprio capolavoro dell’artista milanese, presenta un dipinto di grandi dimensioni e appena realizzato in più parti assemblate, per creare una installazione dove, in un ordine geometricamente calcolato, elementi e simbologie diverse danno vita a un austero rito conviviale fortemente segnato dal presagio e dai simboli di memoria cristiana. L'opera va ritenuta non solo un autentico capolavoro dell’artista, opera di grande impegno e profondo significato, ma ripropone in una sintesi di intensa suggestione, aspetti e momenti diversi della sua produzione, e li riformula in una prospettiva di assoluta novità. suonano e fumano intorno a Cristo... Per dare forma a uno austero rito conviviale, Gabriella Ventavoli ha dipinto terra, mare e cielo in un amalgama in cui la madre terra, terra generante, diventa la carne di Cristo, ovvero Cristo che ha raccolto attorno a sé poche cose e le ha organizzate, in un ordine geometricamente calcolato, che segnalano drammaticamente il presagio e i simboli della passione, dell'abbandono e del dolore. E il grido di dolore dell'artista che in quest'opera raccoglie le violenze portate a terra e cielo. Sono tutte presenze evocative e modi che a distanza di millenni ricostruiscono un evento che appartiene profondamente alla nostra cultura. L’universalità dell’opera della Ventavoli è tale da permettere a ciascuno di noi di leggere in essa la nostra storia, e la sua “Ultima Cena”, non celebra solo un rito di addio, ma è anche capace di evocare simbolicamente la riunione di corpo e anima, dell’umano e divino, ovvero del cielo e della terra”.

Cenni biografici dell'artista
Gabriella Ventavoli, medico psicanalista, scrittrice, poetessa e pittrice. E' nata a Piombino in Toscana, ma vive e lavora a Milano. Opera in pittura dal 1976 con collettive (Pavia, Milano, Chianciano, Venezia, Pisa, Roè Volciano-Brescia, Roma, Verona, ecc.) e personali (Milano, Arezzo, Pavia) in più città italiane, affrontando tematiche sociali e ambientali di grande impegno civile e morale. La sua attività artistica si misura anche all'interno di uno spazio culturale qual'è “La Porta verde” a Milano. Nel maggio 2014 l'illustre Storico dell'Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza presenta la sua mostra personale dal titolo “Elegia del mare” a Milano. Vince il Premio Pittura al Premio delle Arti-Premio della Cultura per l'edizione XXVI al Circolo della Stampa di Milano. Nel gennaio 2015, anno dell'Expo da il via alla mostra “L'Ultima Cena” con un grande telero e altre opere a “La Porta Verde” di Milano e nell'aprile 2015 al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d'Europa” fa vivere una significativa personale dal titolo “Laudi del cielo della terra e del mare e altre storie” . E ancora a Milano nel maggio 2015 a “La Porta Verde” come Evento EXPO MILANO 2015, la mostra personale “Natura Naturans” presentata in catalogo dall'illustre Storico dell'Arte Contemporanea, Prof. Carlo Franza. Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 vince il Premio Berlino per la Critica d'Arte.

Immagine: Gabriella Ventavoli

Inaugurione: venerdì 8 maggio 2015, ore 18.00

Spazio La Porta Verde
via Andrea Maria Ampere 102 Milano

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