Alvaro
Italo Antico
Beppe Bonetti
Ludovico Calchi Novati
Rosanna Forino
Hans Hartung
Amilcare Rambelli
Carlo Ramous
Mauro Reggiani
Romano Rizzato
Valter Valentini Hans Richter
Perilli
Dadamaino
Maria Mulas
Cecilia Capuana
Giuliana Maldini
Grazia Varisco
Louise Nevelson
Renata Boero
Marilisa Pizzorno
Rosanna Forino
Jean-Pierre
Tamara Landau
Ilaria Borraccino
Bruno Contensou
Sharon Kivland
Louise Narbo
Tobia Rava'
Francesco Tadini
Melina Scalise
Fortunato D'Amico
Gli anni 70': L'arte e le donne, nell'ambito della rassegna Expoincitta'- Milano in Arte dal 1945 al 2015, si basa sul lavoro di una delle galleriste di riferimento dell'epoca: Zita Vismara. Per "Il gusto delle parole: energia per la vita", opere del gruppo d'arte e psicanalisi MnemoArt.
Gli anni 70': L'arte e le donne
Nell'ambito della rassegna Expoincitta'- Milano in Arte dal 1945 al 2015
Un focus sulla galleria di Zita Vismara di cui ricorre il decennale dalla sua morte e l'arte di alcune artiste che hanno contribuito alla crescita culturale a cominciare da quegli anni.
Artisti in mostra
per galleria Zita Vismara:
Alvaro, Italo Antico, Beppe Bonetti, Ludovico Calchi Novati, Rosanna Forino, Hans Hartung, Amilcare Rambelli, Carlo Ramous, Mauro Reggiani, Romano Rizzato, Valter Valentini, Hans Richter, Perilli.
Le artiste:
Dadamaino, Maria Mulas, Cecilia Capuana, Giuliana Maldini, Grazia Varisco, Louise Nevelson, Renata Boero, Marilisa Pizzorno, Rosanna Forino
Spazio Tadini in collaborazione con Spazio Pestalozzi presentano, per la rassegna ideata da Francesco Tadini e Melina Scalise “Milano in arte dal 1945 al 2015” inserita all’interno di Expoincittà, una mostra sugli anni 70’ che prende in considerazione una delle galleriste di riferimento dell’epoca, Zita Vismara, di cui quest’anno ricorre il decennale della sua morte e alcune artiste che hanno dato un apporto all’arte italiana partendo da quegli anni. Un vero e proprio percorso tra arte ed emancipazione al femminile su cui riflettere e da cui oggi traggono beneficio molte donne del mondo artistico e culturale.
Gli anni ‘70 furono quelli dell’emancipazione femminile iniziata con la nuova legge sulla famiglia e l’istituzione del divorzio nel 1970, proseguita poi, nel 1978 con la regolamentazione l’interruzione di gravidanza, mentre tra il 68 e i primi anni 80 furono raggiunti importanti traguardi sull’eguaglianza lavorativa. Una sequenza di conquiste che portò nell’81 ad abolire finalmente anche la legge che consentiva il delitto d’onore.
Questi cambiamenti sociali, politici e legislativi hanno dato slancio alle donne anche a operare in ambiti lavorativi prima preclusi.
Un donna che si è particolarmente distinta nel panorama milanese nel mercato dell’arte di quegli anni è certamente Zita Vismara. Nata nel 1925 a Rivolta D’Adda, dopo aver gestito una galleria con il marito Mino Pater, nel 1965 fonda una sua galleria dal nome “Vismara Arte” prima in via Brera, vicino al Giamaica e poi in via San Marco. Fu l’inizio di 40 anni di attività professionale avviata con il buon auspicio di Mario Soldati. A partire dagli anni ’70 Zita diventa un punto fermo e di indiscussa importanza nel dibattito sull’arte contemporanea milanese e internazionale. Grazie a lei sono state portate a Milano opere di Albers, Magnelli, Lohse, Arp, Graeser, Hartung e hanno avuto opportunità di visibilità vendita e promozione centinaia di artisti italiani. Sfidò il gusto del figurativo puntando sempre più la sua attenzione verso l’astrattismo geometrico ovvero un’arte “più o meno rigorosa e geometrizzante” come scrisse Gillo Dorfles nella presentazione del volume Vismara Arte 30 anni – 1965-1995. Nel 1972 fu anche insignita dell’ Ambrogino d’ oro e lavorò incessantemente fino all’ ultimo. Morì nel 2005.
Nell’esposizione a Spazio Tadini si potranno vedere alcune opere dei suoi artisti proprio con opere anni ‘70: Alvaro, Italo Antico, Beppe Bonetti, Ludovico Calchi Novati, Rosanna Forino, Hans Hartung, Amilcare Rambelli, Carlo Ramous, Mauro Reggiani, Romano Rizzato, Valter Valentini, Hans Richter, Perilli.
Ma l’omaggio alla galleria Zita Vismara proseguirà poi in autunno con una mostra presso lo Spazio Pestalozzi con una collettiva con artisti rappresentativi dei suoi 40 anni di attività. Nella sezione dedicata alle artiste degli anni ‘70 sono state selezionate donne che hanno avuto un ruolo attivo nell’arte di quegli anni.
Tra queste non può mancare Edoarda Emilia Maino, in arte Dadamaino, femminista militante, Carla Accardi, anche lei femminista e parte del gruppo Rivolta femminile a cui aderiva anche la scrittrice Carla Lonzi, Maria Mulas, artista, tra le più rappresentative nel catturare uno spaccato dei personaggi dell’arte e della cultura milanese di quegli anni attraverso l’arte fotografica, Cecilia Capuana, fumettista e femminista impegnata tanto da voler distruggere, attraverso i suoi fumetti, un femminile preconfezionato ed è una delle prime donne a pubblicare sulla rinomata rivista Metal Hurlant e Anana rivista realizzata interamente da donne poi censurata per le copertine lavorando fianco a fianco con Jean-Pierre Dionnet e Moebius. Giuliana Maldini, anche lei fumettista, che nel 1978 è stata la prima donna in Italia a pubblicare un libro di vignette sulla condizione femminile, ed è tra le migliori autrici della rivista di satira Strix. Grazia Varisco, artista di rilievo che, negli anni 70 raggiunse quella maturità artistica nell’ambito dell’Arte Cinetica e programmata che oggi la porta ad ampi riconoscimenti nazionali e internazionali. Renata Boero, allieva di Scanavino, genovese, ma milanese d’adozione, con i suoi Cromogrammi, che indagano le espressioni primarie della materia, raggiunge uno dei risultati più alti della ricerca artistica di quegli anni. Louise Nevelson scultrice di origine Ucraina, ma d’adozione americana di fama internazionale che espose a Milano in quegli anni in particolare presso lo Studio Marconi quasi nume tutelare della femminilità negli anni 70 tanto da scegliere di non portare mai i pantaloni. Rosanna Forino, artista milanese che emerge negli anni’ 70 e fu la prima artista italiana ad esporre a Mosca dopo la caduta del muro di Berlino su invito della Fondazione Culturale Sovietica di Mosca con un’importante antologica; attualmente è in mostra presso la sala Lounge Pergolesi del Club Sea presso l’aeroporto internazionale di Malpensa a cura di Spazio Tadini,. Marilisa Pizzorno anche lei artista che ha avviato la sua attività a Milano negli anni ‘70 e che ha avuto importanti riconoscimenti di critica con firme come Sanesi, Tadini, Seveso, Bossaglia, Meneguzzo e tanti altri ancora.
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IL GUSTO DELLE PAROLE, ENERGIA PER LA VITA
Il gruppo MnemoArt a Milano propone un modo diverso di pensare al “cibo” per Expo 2015
Opere di: Jean-Pierre e Tamara Landau, Ilaria Borraccino, Bruno Contensou, Sharon Kivland, Louise Narbo, Tobia Ravà.
Dopo la personale, di Jean-Pierre Landau “L’ascolto all’opera” a cura di Spazio Tadini e Fortunato D’Amico, inaugurata il 27 aprile 2015, allo Spazio Tadini di via Jommelli, 24 a Milano, dall’8 al 23 maggio 2015, in collaborazione con l’Institut Francais, si terrà la collettiva “Il gusto delle parole: energia per la vita”, del gruppo d’arte e psicanalisi MnemoArt.
MnemoArt, fondato da Jean-Pierre insieme alla moglie Tamara Landau, a sua volta artista e psicoanalista, è la naturale evoluzione del suo percorso di ricerca: il dialogo costante tra il gesto e la mente di cui la parola è lo strumento più ricco e complesso.
“MnemoArt – dice Tamara Landau – vuole far conoscere, al pubblico che arriverà a Milano per Expo 2015, un altro aspetto fondamentale dell’energia per la vita dell’ essere umano: la parola. L’uomo ha un bisogno primario di essere nutrito tanto di parole quanto di cibo per sopravvivere, sviluppare la sua creatività e vivere in armonia con l’ambiente. Il silenzio reattiva la crudeltà melanconica e la pulsione di distruzione.
Con questa mostra milanese, il gruppo MnemoArt si propone di evidenziare come il bimbo si struttura già prima della nascita tramite i colori e il gusto delle parole pronunciate dalla madre e dal cibo da lei ingerito. Sin dall’inizio, è la varietà dei colori e dei sapori delle sue parole che gli permette di pensare e, in seguito, di parlare e scrivere. Se si analizza quali siano le parole che vengono per prima a perdersi in una lingua che “muore”, sono proprio quelle che denotano i colori. I sapori dei cibi dell’infanzia restano invece indelebili nei ricordi di ognuno di noi anche in chi subisce gli effetti di una malattia degenerativa. La vita è musica, gusto e colore delle parole”.
Contributi: Pietro Andujar, Bice Benvenuto, Patrizia Crippa, Sophie Jabes, Irène Krassilchik, Laura Pigozzi, Maria Luisa Trevisan, Jemima Zeller.
Venerdì 15 maggio 2015
Ore 20.00 Presentazione del libro di Tamara Landau “Le funambole della dimenticanza”, Aracne editrice
Ore 21.00 performance video-musicale
con Sharon Kivland, Laura Pigozzi e Domenico Schiattone
Sabato 23 maggio 2015
dalle 18.30 alle 21.30 finissage mostra
Ore 19.30 performance video-poetica
con Christian Demare, Antonella Gentilini, Olivier Courtemanche e Bice Benvenuto.
Ufficio stampa e pubbliche relazioni
Giosanna Terrana tel. 02 3492390 - cell 339 6715005 mail: giosanna.terrana@alice.it
Inaugurazione delle mostre venerdì 8 maggio 2015 dalle 18.30 alle 22.00
Ore 20.00 performance video-poetico-musicale con Catherine Fava-Dauvergne, Tamara e Jean-Pierre Landau, Claude Yvans
Spazio Tadini
via Jommelli, 24 – 20131, Milano