Energie convergenti. L'esposizione racconta l'incontro di Elvino Echeoni e Giusy D'Arrigo. Anello di congiunzione, il designer Alessandro Pellegrini.
Da sabato 9 maggio la Galleria “Il Mondo dell’Arte” ospita, nella storica sede di Palazzo Margutta (Via Margutta, 55), la mostra dal titolo “Colore – Forma – Materia. Energie convergenti”.
L’esposizione, a ingresso libero e in programma fino al 19 maggio prossimo (orario 10.00-13.00 e 16.00-20.00, domenica 10 aperto), racconta, attraverso un’ampia raccolta dei loro lavori più recenti, l’incontro di due artisti perfettamente complementari tra di loro - Elvino Echeoni e Giusy D‘Arrigo - che, pur mantenendo un proprio linguaggio creativo, riescono a entrare in perfetta sintonia e a raccontarsi con una potenza espressiva capace di entusiasmare e coinvolgere lo spettatore. Anello di congiunzione, il designer Alessandro Pellegrini, che – mediante una tecnica particolare - oltre a catturare e incuriosire lo spettatore, riesce a far risaltare l'energia che si sprigiona nel momento in cui, artisti sulla stessa lunghezza d’onda, come Echeoni e D’Arrigo, entrano in contatto tra loro.
Considerato tra i più rappresentativi pittori italiani in campo internazionale, Elvino Echeoni è un artista completo e poliedrico. Conosciuto e amato dal grande pubblico per l’utilizzo di tonalità intense, è capace di spaziare dalla tavolozza agli spartiti musicali, passando per il restauro, la scenografia, l’incisione, la scultura, e ancora per la composizione di testi e canzoni. Impegnato da sempre nella costante ricerca di forme rappresentative nuove e diverse e nell’impiego di stili e tecniche differenti, ha sintetizzato negli anni scorsi il difficile rapporto tra l’astratto e il figurativo nei pezzi dedicati alla Realtà virtuale e ai Momenti musicali, che riescono a far sognare lo spettatore.
Per il Maestro Echeoni la forma è il racconto, la narrazione, l'armonia; il colore è la vita, l’energia pura. Ed è proprio approfondendo l’uso delle tinte cromatiche di cui si è servito nella sua più recente produzione, che, attraverso un intenso racconto pittorico perfettamente capace di dosare con sapienza tecnica e armonia del colore, è riuscito a realizzare tele in cui il colore diventa forma e la forma materia.
Pittrice e scultrice di fama internazionale, Giusy D’Arrigo unisce la rigorosa tecnica di bottega rinascimentale all’abilità di attingere dalla realtà della natura simboli e ancestrali segni divini. Artista capace di compendiare il ductus dello scalpellino con il terzo occhio del veggente, realizza lavori che, pur traendo spunto dalla sua storia personale, sono intrisi di influssi popolari e richiami a riferimenti colti Chagall, Malevich, Matisse e ancora tanti altri: nelle sue opere è impossibile non ritrovare l’influenza delle creazioni artistiche dei primi due, la luce di uno dei più rivoluzionari pittori della storia del Novecento, la forza plastica di Picasso, l’universo variopinto di Klimt, il simbolismo di Van Gogh. Nel suo modo di fare arte l’esigenza di spaziare e la ricerca dell’infinito si vanno accentuando sempre più.
Per D'Arrigo è la materia – che sia bronzo, rame, legno o altro - a sprigionare quella forza interiore che porta all'eternità. Ed è la spirale, che da sempre la attrae, il punto focale da cui prendono vita le sue creazioni, che poi convergono in tracce e forme geometriche provenienti dal passato e proiettate nel futuro, ricordi ancestrali, che emergono silenti nell’inconscio dell’artista e che si trasformano in tele o sculture di enorme impatto visivo ed emotivo, presentando forme che, sebbene delineate ed esplicite, si modificano di continuo, lasciando allo spettatore la possibilità di completarne i contorni con la propria immaginazione.
A trovare il punto di congiunzione tra il Maestro Echeoni e Giusy D’Arrigo è stato Alessandro Pellegrini, un giovane designer che, partendo da due disegni realizzati dal primo, e dedicati all’eros e alla sensualità, è stato capace di interpretarne la forma su di una lastra di metallo, materia tanto amata dalla seconda, servendosi di una tecnica particolare, che oltre a catturare e incuriosire lo spettatore, mette in evidenza l'energia che scaturisce quando, artisti in sintonia tra loro, convergono.
L’appuntamento per il vernissage è fissato per sabato 9 maggio 2015 dalle 18.30 alle 22.00. L’esposizione è stata curata da Remo Panacchia, gallerista e socio fondatore, insieme al Maestro Echeoni, de “Il Mondo dell’Arte”, che, da sempre, propone in questo prestigioso luogo espositivo artisti professionisti e pittori che hanno portato l’arte italiana nel mondo.
Elvino Echeoni - pittore, scultore, incisore, restauratore, scenografo ma anche designer, musicista, compositore e autore di testi – dotato di una natura curiosa, sperimentale, onnivora, è tra i più rappresentativi artisti italiani in campo internazionale, avendo portato l’arte moderna del Bel Paese in tutto il mondo: dall’Europa al Canada e agli Stati Uniti, dal Perù agli Emirati Arabi, passando anche per la Cina dove, proprio in occasione dell’Expo del 2000 di Shangai, grazie ai suoi lavori indirizzati a rappresentare la Realtà virtuale e i Momenti musicali, si è visto riconoscere dalla critica il titolo del “più innovativo tra gli artisti contemporanei”.
Artista completo e poliedrico, da giovanissimo e per diversi anni, Echeoni, nel pieno della Dolce Vita immortalata da Federico Fellini, esercita la professione del musicista, esibendosi in Italia e all’estero. A metà degli anni ‘70, messa da parte la musica, Echeoni intraprende la strada della pittura. Si specializza in restauro e tecnica del colore, studiando i trattati di Cennino Cennini e cimentandosi con tutte le tecniche pittoriche: dalla figurazione classica all’astrazione. Nello stesso periodo incontra, insieme all’amico di lunga data Remo Panacchia, Novella Parigini, con cui nasce un indissolubile sodalizio artistico che non si conclude neanche nel 1993 con la scomparsa della pittrice a cui successivamente dedicano il libro “Un mito preannunciato”, nel quale viene ricostruita, attraverso testimonianze dell’epoca, la vita di questa straordinaria artista. Neanche il delicatissimo intervento al cuore subito nel 2009 arresta l’amore per l’arte nelle sue forme più diverse: ne sono prova la commedia musicale “Semo tutti romani”, un musical con 13 brani in romanesco, e le scenografie firmate per il rinato “Cantagiro”, la storica competizione canora italiana.
Le tecniche e gli stili diversi che caratterizzano l’arte di Elvino Echeoni ben si adattano non solo alla sua capacità di affrontare le varie tematiche sociali, ma anche di ritrarre il buio e la luce di alcuni canti della Divina Commedia o di raccontare le “segrete analogie” tra Freud e Pirandello e, successivamente, tra Federico Fellini e Charlie Chaplin. La sua creatività si è prestata a incarichi diversi, tra cui vale la pena ricordare almeno la collaborazione per la campagna pubblicitaria della Toscano Immobiliare, a cui lo lega un rapporto ultratrentennale, e per la Banca di Credito Cooperativo di Roma e la realizzazione di un murales di grandi dimensioni per l’Ente Fiera di Roma. Il suo estro artistico è stato premiato da numerosi riconoscimenti sia in Italia che all’estero. Dopo aver esposto in spazi espositivi pubblici e privati di tutto il mondo ed esser stato ospite di eventi di portata internazionale – tra cui l’Art Fair di Shangai nel 2000, l’Artexpo di New York nel 2006 e ancora numerose manifestazioni negli Emirati Arabi - Echeoni taglia un altro traguardo importante, festeggiando i 40 anni di attività del suo storico spazio espositivo a Via Margutta dove ha ospitato artisti molto diversi tra loro con un occhio di riguardo per quelli italiani e per i giovani. La sua più recente produzione racconta non solo la sua perizia tecnica e la sua creatività, ma segna un punto di arrivo, la “summa” di decenni di lavoro, emozioni, riflessioni sul “fare arte” di questo funambolo del mondo artistico romano e italiano che ha avuto il coraggio di fare, insieme all’amico di sempre e gallerista Remo Panacchia, scelte coraggiose e controcorrente aprendo, nel 1974, una galleria nella periferia della Capitale.
Giusy D'Arrigo - nata nel 1970 a Parigi, trascorre l'adolescenza a contatto con gli artisti francesi che hanno avuto come riferimento la Scuola di Fontainebleau e frequenta gli studi tenuti nella Ville Lumiere, partecipando a speciali corsi presso l'Academie des Beaux Arts di Parigi. Dopo le collettive di arti figurative al Salon de printemps di Parigi, espone sia nei boulevards che presso gli ateliers parigini. Con il tempo presenta le sue opere nelle gallerie più prestigiose e contribuisce a importanti eventi e progetti di respiro internazionale. Intanto si trasferisce in Sicilia.
Pittrice e scultrice di fama internazionale, unisce la rigorosa tecnica di bottega rinascimentale alla capacità di attingere dalla natura simboli divini penetrati dall’animo umano, utilizzando materiali sostanzialmente diversi tra di loro (dal bronzo al rame, dal legno all’alluminio). La sua forza, oltre che frutto di lavoro duro e paziente, è il risultato di studi approfonditi e di un’intensa ricerca tecnica. Presente in numerose collezioni pubbliche e private, è oggetto di studio da parte di un pool di neurologi capitanati da Fabrizio Vinci, fautore della Neuroestetica, la cui filosofia si basa sul pensiero che si fa colore e il colore pensiero. Promotrice di numerose iniziative legate al concetto di ecosostenibilità e salvaguardia dell’ambiente, attualmente sta guardando alle tematiche riguardanti la difesa degli equilibri naturali e umani. Insieme a Giuseppe Rogolino, artista e giornalista, sta lavorando su un progetto internazionale in espansione, chiamato Connessus, la cui anima è il movimento NethArs, un ambizioso e particolare evento artistico, volto a promuovere la realizzazione di una serie di grandi sculture, da collocare in cinque Continenti, a salvaguardia dei bambini e dei giovani dei paesi più degradati della Terra; progetto che prevede la partecipazione di numerosi artisti e la condivisione nell’ambito della cultura e della scienza.
Conclusa l’esposizione a Palazzo Margutta, dal 22 maggio, sarà presente con la mostra “Materia in movimento” alla Galleria d’Arte Tornabuoni di Firenze e, contestualmente, a Palazzo Lardarel, Officina De Tornabuoni. Ormai da diversi anni vive e lavora a Roma. Fuori dal nostro paese, oltre che a Parigi, ha esposto a New York, Buenos Aires e Los Angeles.
Alessandro Pellegrini – classe 1975, è finalista nel 2011 di un concorso nazionale di Design. Questo giovane designer si serve di una tecnica particolare che fa leva sull’uso di incisioni per riprodurre su di una lastra metallica alcune immagini e realizzare così un’illusione ottica di grande effetto.
Inaugurazione sabato 9 maggio 2015, ore 18.30 - 22.00.
Galleria Il Mondo dell’Arte “Palazzo Margutta”
Via Margutta, 55 Roma
dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00 (aperto domenica dalle 10,30 alle 19,00 - chiuso lunedì mattina).
ingresso libero