Bernard Aubertin
Agostino Bonalumi
Enrico Castellani
Dadamaino
Lucio Fontana
Hermann Goepfert
Walter Leblanc
Adolf Luther
Heinz Mack
Piero Manzoni
Christian Megert
Gruppo MID
Francois Morellet
Henk Peeters
Otto Piene
Tomas Rajlich
Paolo Scheggi
Jan Schoonhoven
Jesus Rafael Soto
Gunther Uecker
Paul Van Hoeydonck
Grazia Varisco
Nanda Vigo
herman de vries
Marco Meneguzzo
Great Expectations #2. Una collettiva sul movimento Zero come mostra inaugurale del nuovo spazio espositivo. Un'analisi sulle affinita' concettuali e formali che hanno attraversato la scena artistica contemporanea in Europa tra il 1960 e il 1970.
A cura di Marco Meneguzzo
Bernard Aubertin, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Dadamaino, Lucio Fontana, Hermann Goepfert, Walter Leblanc, Adolf Luther, Heinz Mack, Piero Manzoni,Christian Megert, Gruppo MID, Francois Morellet, Henk Peeters, Otto Piene, Tomas Rajlich, Paolo Scheggi, Jan Schoonhoven, Jesús Rafael Soto, Gunther Uecker, Paul Van Hoeydonck, Grazia Varisco, Nanda Vigo, herman de vries.
Cortesi Gallery è lieta di presentare una collettiva sul movimento Zero come mostra inaugurale del proprio nuovo spazio espositivo.
Comprendendo un numero di opere dei Modern Master europei, tra cui Enrico Castellani, Lucio Fontana, herman de vries, Jan Schoonhoven, Gunther Uecker e Paolo Scheggi, questa mostra si propone come una preziosa analisi sulle affinità concettuali e formali che hanno attraversato la scena artistica contemporanea in Europa tra il 1960 e il 1970, periodo storico che da sempre è stato al centro degli interessi della Cortesi Gallery.
La recente mostra tenutasi al Guggenheim Museum di New York, che è attualmente ospitata al Martin Gropius Bau di Berlino, dimostra come ultimamente il movimento Zero stia ottenuto una rilevanza sempre maggiore a livello internazionale.
Composto da una rete d’intellettuali e artisti, il gruppo Zero nasce ufficialmente nel 1958, e non sappiamo se e quando muore. Movimento transnazionale, sostanzialmente europeo (ma con appendici negli Stati Uniti e in Giappone), vede in Heinz Mack, Otto Piene e Gunther Uecker i fondatori e gli animatori, attorno ai quali si sono riuniti artisti olandesi, tedeschi, belgi, francesi, svizzeri, italiani.
Zero ha suggerito una zona di silenzio e di possibilità pure per un nuovo inizio: lasciandosi alle spalle i ricordi della seconda guerra mondiale e le sue conseguenze, Zero ha promosso nuove forme di espressione e dei media, spesso tratte dalla vita quotidiana e della natura, rivelando una tendenza a utilizzare colori puri accanto a nuovi materiali e innovazioni tecnologiche, giungendo a risultati imprevisti, utilizzando strumenti come la luce e il movimento, che sono caratteristiche imprescindibili delle opere di questi artisti.
Zero divenne così il centro di ciò che il curatore Marco Meneguzzo chiama “una galassia perennemente in movimento, un blob che si muove inglobando tutti coloro che mostrano un’aspirazione alla libertà espressiva, anche a scapito del tradizionale concetto di opera. Mostrandosi simile a Fluxus, Zero diviene una bandiera irridente e allo stesso tempo operativa, fattiva, nuova, potremmo definire Zero come una nuova versione futuristica di Dada, dove i materiali, le forme e le azioni rispondono ai nuovi parametri della società, sottolineando la speranza per il futuro. Ogni artista di Zero sembra caratterizzarsi per la scelta di un materiale su cui lavorare, che diventa l’esempio di come si possa trasformare il mondo, con nuovi oggetti e nuove forme, ponendosi in un modo di essere invece che di ‘avere’.C’è aria di famiglia tra questi artisti e tra le loro opere, che hanno costruito codici espressivi partendo dal desiderio di non averne”.
L’intenzione è quella di suggerire una vera e propria atmosfera, un ambito d’azione e di riflessione ispirato al gruppo Zero: tutti gli artisti presenti alla mostra hanno dialogato, partecipato, condiviso l’attitudine libera che Zero andava gioiosamente diffondendo in Europa. Nelle opere di questi artisti si possono trovare le origini o, per lo meno, le prime tracce di numerosi movimenti che seguiranno, come Minimalismo o Land Art. Gli artisti appartenenti al gruppo Zero, hanno prodotto delle opere che guardavano verso il futuro e questo loro atteggiamento di precursori rende oggi le loro opere estremamente attuali. La mostra di Cortesi Gallery si propone di presentare a Londra il clima culturale - l’atmosfera appunto - che condividevano questi artisti.
Cortesi Gallery a Londra si concentrerà sull'arte contemporanea dal secondo dopoguerra. Il programma andrà a integrare quello già proposto della sede svizzera.
Cortesi Gallery è stata fondata nel 2013 a Lugano dal collezionista Stefano Cortesi. Accanto alla sua esperienza come imprenditore e manager nel settore finanziario, Stefano Cortesi ha sviluppato una passione per l'arte moderna e contemporanea, dando vita a una importante collezione d'arte che è stata il punto di partenza dell'attività della galleria. Nelle prime mostre Cortesi Gallery ha proposto una ricerca sull'arte degli ultimi cinquant'anni: Arte Italiana 60-90,con opere di artisti italiani dal 1960 al 1990, dal Concettualismo, all'Arte Povera e alla Transavanguardia, e OUT OF THE BLUE, che comprendevaopere di artisti di fama internazionale della nostra epoca.
"L'idea della Cortesi Gallery è di costruire un luogo di incontro per collezionisti, studiosi e appassionati d'arte, un equilibrio tra il mondo della cultura e del mercato" (Mousse Magazine, aprile / maggio 2013).
I figli di Stefano Cortesi, Andrea Cortesi e Lorenzo Cortesi, lo hanno affiancato nella gestione della galleria, condividendo la stessa passione per l'arte moderna e contemporanea. Andrea Cortesi sarà il direttore della galleria di Londra.
Andrea Cortesi: ”Dopo l'apertura della Cortesi Gallery di Lugano, Londra è la città perfetta per il nostro secondo spazio espositivo, essendo la capitale europea dell'arte dal secondo dopoguerra alla contemporaneità e un importante centro culturale. Considerando il crescente interesse per gli artisti italiani ed europei dal 1960 e 1970 – si pensi a Paolo Scheggi e Agostino Bonalumi, solo per citare un paio di loro – siamo sicuri che il nostro programma di mostre avrà molto da offrire al pubblico e ai professionisti che vorranno approfondire la conoscenza di questo periodo. Siamo entusiasti di aver trovato questo spazio espositivo nel cuore di Mayfair, vicino a molte delle principali gallerie e case d'asta".
Situato a 41 & 43 Maddox Street, appena fuori New Bond Street, Cortesi Gallery a Londra occupa il piano terra dell'edificio. Lo spazio è di 125 metri quadrati con le finestre che si affacciano su strada, ed è stato ristrutturato dallo Studio Albera Monti di Milano, che ha già progettato la sede centrale a Lugano.
La Storia: dopo le prime mostre, Arte Italiana 60-90 (maggio - luglio 2013), a cura di Michele Robecchi, e OUT OF THE BLUE, a cura di Alberto Salvadori, la galleria ha presentato un gruppo di opere di Paolo Scheggi in confronto con quelle di Lucy Skaer, in una mostra curata da Eva Fabbris. Nel settembre 2014 la galleria ha presentato GREAT EXPECTATIONS #1. Il pensiero del futuro nell'arte degli anni ’60, a cura di Marco Meneguzzo. La mostra mirava ad analizzare e trasmettere lo stato d'animo di anticipazione sul futuro immediato, vissuta da una generazione di artisti che è emersa in quel decennio. A Lugano è stata recentemente inaugurata: Filo rosso-1960/2015, una personale dedicata all'artista italiana Grazia Varisco, a cura di Claudio Cerritelli. Nel 2015 la galleria ha partecipato ArteFiera (Bologna), Artgenève (Ginevra) e Miart (Milano).
Cortesi Galleria parteciperà anche alla terza edizione di ART15, Londra, 21-23 maggio 2015.
Immagine: Heinz Mack
Per maggiori informazioni:
Maria Cristina Giusti, Rhiannon Pickles PR, 0044(0)7925810607 cristina@picklespr.com
Giuliana Montrasio: giuliana.montrasio@gmail.com
Vernissage: Venerdì 15 Maggio, 18.00 – 20.30
Cortesi Gallery
41 & 43 Maddox Street, Londra, W1S 2PD
Orari galleria: lunedì - venerdì: 10:00-18:00: Sabato 12:00- 18:00