10 anni dopo - tra terra e mare. I lavori prodotti dagli studenti del Liceo Artistico 'Luigi Russo' in occasione del laboratorio di fotografia 'Il Territorio e la sua rappresentazione'.
a cura di Giuseppe Pavone e Vincenzo Velati.
Testi:
Lino Angiuli,
Dino Borri,
Francesco Giannoccaro,
Giuseppe Pavone,
Carmine Tedeschi,
Vincenzo Velati.
Opere:
Iginio Iurilli
Video:
Nicola De Napoli.
Fotografie:
Giuseppe Di Palma, Giuseppe Pavone,
studenti del Liceo Artistico “Luigi Russo”.
Nell’ambito della rassegna d’arte “viaggio parallelo 10 anni dopo – tra terra e mare” venerdì 5 giugno alle ore 18,00 saranno proiettati i lavori prodotti dagli studenti del Liceo Artistico “Luigi Russo” in occasione del laboratorio di fotografia “Il Territorio e la sua rappresentazione”. Interverranno i curatori Giuseppe Pavone e Vincenzo Velati.
A dieci anni da viaggio parallelo, un articolato progetto di ricognizione del paesaggio della costa pugliese realizzato nel 2005, viaggio parallelo 10 anni dopo si concentra sulla città di Monopoli. Il lavoro fa parte di un’indagine fotografica sul territorio pugliese e le sue trasformazioni condotta in maniera organica da dieci anni.
Dal 2005 ad oggi sono stati prodotti undici cataloghi fotografici. La collana che li raccoglie è stata realizzata dal Centro Ricerche per la Fotografia Contemporanea ed essi sono custoditi in diverse biblioteche italiane. Tutti i progetti, curati da Giuseppe Pavone e Vincenzo Velati, hanno avuto come finalità la promozione della cultura fotografica d’autore.
Monopoli per noi – testo in catalogo di Vincenzo Velati
"Dieci anni dopo i luoghi sembrano meno giovani, verrebbe da dire a qualcuno al cospetto di queste foto e rivedendo le immagini dei fotografi di allora, o i frame del video di De Napoli e rileggendo le pagine della pubblicazione di viaggio parallelo del 2005. Allora, con il pretesto di seguire i percorsi della ferrovia e della strada statale da Giovinazzo a Ostuni, si riuscì a mettere insieme belle immagini e bei testi per una ricognizione che aveva una spinta documentaria molto esplicita. Qua e là si avvertiva il sapore della recriminazione se non della invettiva contro la speculazione e l’abuso del territorio. In questa occasione credo che la componente documentaria, che allora tendeva a scivolare verso una facile denuncia mi sembra, almeno per le immagini, affievolita. Anche le opere di Iginio Iurilli, che allora documentavano un percorso nei materiali e nel territorio della regione oggi sono più ironiche e distese.
I tempi sono cambiati. Un po’ si deve forse alla rassegnata convinzione che il peggio è stato fatto: è come se si fosse stabilito, anche nell’opinione pubblica più disarmata, un equilibrio nuovo tra le esigenze del rispetto ambientale e quelle dello sfruttamento. Un po’ sarà certamente il frutto della diffusa coscienza che la salvaguardia del paesaggio non è solo un atteggiamento da anime belle ma anche un valore comportamentale che ha risvolti economici e utilitari sull’intera comunità.
E´ poi un caso, ma va sottolineato, che questo decennio coincida con un periodo politicamente coerente per la regione: l’impegno della Giunta regionale e in particolare dell’assessore Angela Barbanente, su questi temi sono stati sempre evidenti. Se qualcosa nel sentire comune è cambiato in meglio un po’ di merito va riconosciuto anche ai fotografi della regione. Loro non fanno politica ma partecipano apprezzabilmente a produrre e diffondere continuamente immagini nuove ed autentiche. Autentiche perché radicate nei contesti e nuove perché non si adagiano nel già visto. La bellezza del paesaggio italiano rischia sempre di soffocare sotto il peso degli stereotipi: sono sempre in agguato le cartoline e i gestori della tradizione sono sempre pronti ad incassare rendite parassitarie.
Ma la fotografia di paesaggio nella nostra regione, dopo trenta anni è più, non ha esaurito la carica vitale di “Viaggio in Italia”. Va invece segnalato che in questo frattempo si è andato affinando un modo di procedere, per le iniziative di fotografia sul territorio, che sa realizzare pratiche formative continue e moltiplica e qualifica gli operatori. Infine la scelta, questa volta di concentrarsi su Monopoli, una sola città, ma con un territorio vasto e articolato come pochi nella regione, mette in secondo piano quelle valenze documentarie e classificatorie, che si avvertono oggi nella edizione di dieci anni fa, a favore di un approccio dolce alla realtà, che privilegia gli aspetti affettivi verso il territorio e gli insediamenti.
Che Monopoli rappresenti anche una voce non trascurabile nel coro delle città e dei territori che fanno della Puglia turistica una realtà in crescita è senso comune. Ecco quindi che questo insieme di foto ha una sua forte carica identitaria più che classificatoria. Accanto alle foto di Giuseppe Pavone e di Giuseppe Di Palma si apprezza il lavoro degli studenti del Liceo Artistico che hanno prodotto una sforzo notevole per esprimere visioni consapevoli.
Che Monopoli ci mostrano queste foto? Intanto ci dicono che non è facile entrarci, penetrarla e viverla dall’interno: la dimensione urbana sfugge forse, e appare evidente la scelta di lavorare, per ora, ai margini.
Di Palma gira intorno alla città. La osserva crescere e definirsi nelle periferie e ne chiama a testimonianza i relitti di un tempo passato: muri a secco, ormai privi di valenze semantiche agrimensorie, patriarchi vegetali spaesati, siepi inselvatichite e sregolate. Su terra e mare si ergono, a mo’ di moderne mura urbiche, condomini e fabbriche. Distese di sabbia e terra rossa precedono la visione. Il mare libero fino all’orizzonte è tacito e quieto, quasi un fondale per un tempo turistico e balneare di là da venire, adesso in sospensione, orfano di vita e di senso, accompagnato da spazi vuoti di umani.
Pavone alza lo sguardo, si eleva, osserva l’ombra delle nuvole sulla piana, è in cerca di strade, di larghi paesaggi, di percorsi stabiliti, di baluardi storicamente significanti, di luoghi realizzati per la contemplazione. Si sofferma sul dialogo tra interni ed esterni, studia l’agire del tempo, il colore cangiante dei muri e dell’aria, coglie la crescita di alberi che si contrappongono al deperire dell’artificiale. Il paesaggio e la veduta nascono da punti di osservazione particolari e da limiti per l’infinito. Lo attraggono cornici inconsapevoli, nate da un desiderio di vivibilità che definiscono il cielo e il mare, barriere che ci fanno restare al di qua, riflessi nei vetri, lampi di cielo sugli specchi, la scabra asprezza di una breccia e il rompersi dei frangenti.
I giovani fotografi del liceo artistico si misurano più o meno felicemente con la voglia giovanile di riprendere i particolari amati e quella di sperimentare sguardi culturalmente aggiornati e consapevoli. Qualche ingenuità ma anche quanta freschezza nelle loro scelte: grotte e anfratti, rocce segnate dall’uso di secoli, cancellate metafisiche, pozzanghere piene di luce, fango, alberi e siepi, casematte e calette, rive domestiche, prati in fiore, allineamenti e spunti compositivi, dettagli nascosti. Sono immagini piene di sentimento, scattate con attenzione: proposte iniziali, allo stato nascente di una sensibilità che speriamo vedere crescere e confermarsi".
Inaugurazione venerdì 5 giugno ore 18
Castello Carlo V
Largo Castello Monopoli
tutti i giorni tranne lun 10-12 e 18-21
ingresso libero