Rosso Gastel. E' il rosso, il colore del filo che lega tra di loro queste immagini, che si manifesta sia attraverso le forme eleganti dei vestiti che abbigliano le donne protagoniste delle fotografie, sia attraverso un particolare come le labbra, una collana o un'acconciatura, sia mediante un artificio tecnico o ancora tramite un'inquietante nebbia che si allunga sul corpo della modella.
La mostra fotografica presenta 12 scatti di grande formato del fotografo milanese Giovanni Gastel, artista tra i più conosciuti a livello internazionale, che ritraggono figure femminili caratterizzate dalla presenza, a volte solo accennata, a volte massiccia, della tonalità rossa.
Ed è proprio il rosso, il colore del filo che lega tra di loro queste immagini, che si manifesta sia attraverso le forme eleganti dei vestiti che abbigliano le donne protagoniste delle fotografie, sia attraverso un particolare come le labbra, una collana o un'acconciatura che cattura l'occhio del visitatore, sia mediante un artificio tecnico (come la stampa virata rosso) o ancora tramite un'inquietante nebbia che si allunga sul corpo della modella.
Come racconta lo stesso Gastel, “fin dalla mia giovinezza, mi ha profondamente colpito il racconto di Orfeo e del suo sublime canto per la perduta Euridice, che scatenò la follia amorosa delle donne che lo ascoltavano fino al parossismo di ucciderlo e dilaniare con le unghie il suo corpo. Da allora la leggenda vuole che le donne si tingano, in memoria di lui, le unghie di rosso.
Il rosso è sempre stato per me il colore del femminile, del mondo dei sentimenti forti e, in un certo senso, delle dee madri, delle divinità ancestrali. Così, nell'arco del mio lavoro di moda e di ritratto, ho sempre inseguito questo sentimento che si trasforma in tonalità quasi musicale. Questo colore ricorre nelle mie opere quasi come il nero e il bianco, che ritengo tonalità dell'assoluto. Il rosso è il colore dell'anima e della vita”.
Giovanni Gastel nasce a Milano il 27 dicembre 1955, da Giuseppe Gastel e da Ida Visconti di Modrone, l'ultimo di sette figli.
Negli anni Settanta, avviene il suo primo contatto con la fotografia. Da quel momento, ha inizio un lungo periodo di apprendistato mentre un'occasione importante gli viene offerta nel 1975-76, quando inizia a lavorare per la casa d'aste Christie's.
La svolta avviene nel 1981 quando incontra Carla Ghiglieri, che diventa il suo agente e lo avvicina al mondo della moda.
Dopo la comparsa dei suoi primi still-life sulla rivista Annabella, nel 1982. Inizia a collaborare con Vogue Italia e poi, grazie all'incontro con Flavio Lucchini, direttore di Edimoda, e Gisella Borioli, alle riviste Mondo Uomo e Donna.
Il suo impegno attivo nel mondo della fotografia lo avvicina anche all'Associazione Fotografi Italiani Professionisti, di cui è stato presidente dal 1996 al 1998. La consacrazione artistica avviene nel 1997, quando la Triennale di Milano gli dedica una mostra personale, curata dallo storico d'arte contemporanea, Germano Celant.
Il successo professionale si consolida nel decennio successivo, tanto che il suo nome appare nelle riviste specializzate insieme a quello di fotografi italiani quali Oliviero Toscani, Giampaolo Barbieri, Ferdinando Scianna, o affiancato a quello di Helmut Newton, Richard Avedon, Annie Leibovitz, Mario Testino e Juergen Teller.
Nel 2002, nell'ambito della manifestazione La Kore Oscar della Moda, ha ricevuto l'Oscar per la fotografia. Attualmente è Presidente dell'Associazione Fotografi Italiani Professionisti e membro permanente del Museo Polaroid di Chicago.
Inaugurazione domenica 7 giugno ore 11,15
Villa Marazzi - Sala delle Carrozze
via Dante Alighieri, 47 Cesano Boscone
ven 17-19, sab e dom 10.30-12.30 e 17-19
ingresso libero