gold experience#1. Nell'installazione una bicicletta viene legata alle inferriate di una finestra nella stessa posizione in cui si trovava nel momento in cui e' stata rubata dall'artista, circondata da vetri infranti divelti dall'esterno all'interno. L'operazione consiste nel rovesciare una situazione reale in una fittizia e scenografica nello spazio espositivo. La bicicletta non e' piu' un mezzo di trasporto ma una metafora; ricoperta d'oro e rinchiusa in pochi metri quadrati diventa un oggetto prezioso
gold experience#1
Pochi giri di parole per dire che Paolo Gonzato ha commesso reato. Addocchiata da un po' di tempo, una bicicletta mezza sfasciata ha attirato la sua attenzione alla stazione F.S. di Porta Garibaldi, Milano. Munito di tenaglia e sangue freddo, ha tagliato la catena che la legava ad una inferriata e se ne è appropriato. Sottratta dal degrado a cui era probabilmente destinata, la bicicletta nelle mani di Gonzato muta il suo ruolo: non è più un mezzo di trasporto bensì diventa una metafora. Ricoperta d'oro 18 karati, essa veicola il contesto in cui è stata abbandonata portandolo in sé. Vista in uno spazio asettico, rinchiusa in pochi metri quadrati, diventa un oggetto prezioso, monile da conservare sotto chiave. Nell'installazione pensata da Paolo Gonzato per neon/projectbox, la bicicletta viene legata alle inferriate di una finestra nella stessa posizione in cui si trovava nel momento del furto, circondata da vetri infranti divelti dall'esterno all'interno. L'operazione che l'artista compie consiste nel rovesciare una situazione reale, la stazione, in una fittizia, scenografica, lo spazio espositivo. La realtà prelevata da un contesto urbano si trasforma in un teatrino in cui lo squallore diventa preziosità , la ruggine diventa oro. L'attrazione di Paolo Gonzato per la commistione degli opposti è riscontrabile in molti suoi lavori: dalle sculture composte di rami e nastri di plastica colorata alle tele in polietilene, agli ultimi lavori che consistono in scatole dozzinali decorate con nastro adesivo argentato. Nel lavoro Gold experience#1 l'artista sovrappone il suo ruolo d'artista con quello del teppista che ruba alla stazione, divertendosi a camuffare una bici con oro anziché con adesivi. Non contento, spogliatosi dalle vesti del ladruncolo, esibisce il bottino come opera d'arte invitandoci a contemplarla come un oggetto che solo apparentemente ha il carattere di scherzo. In modo surreale lega due ingredienti fondamentali dell'agire artistico: il racconto e il suo supporto. Non è importante tanto l'oggetto in sé ma soprattutto come quell'oggetto ha acquisito un suo significato, una sua storia. Parla di paesaggi urbani ingrigiti, di abbandono, del viavai frettoloso di passanti indifferenti. Paolo Gonzato racconta tutto questo al contrario, servendosi dell'oro, materia che simboleggia il lusso e lo spreco, per coprire metaforicamente la ruggine. Oro come sinonimo di eccesso e dissipazione. Contrappone, esagerando, la brillantezza e lo splendore alla sporcizia dei vicoli e delle strade cittadine. Divenuta oggetto di inutile lusso, la bicicletta dorata, come un trofeo, racchiude in sé la memoria silenziosa di tutto ciò che è abbandonato.
Elena Bordignon
Paolo Gonzato, 1975. Vive e lavora a Milano.
neon/projectbox > lunedì 19 aprile 2004 > ore 18.00
neon/projectbox > corso garibaldi 42 > milano 20121