Il comune denominatore di questa collettiva e' la ripetitivita' del tema utilizzata dagli espositori come elemento essenziale della ricerca artistica. Patrizia Anedda, Ezia Mitolo, Alfredo Troiano, Remo Suprani.
PATRIZIA ANEDDA, EZIA MITOLO, ALFREDO TROIANO, REMO SUPRANI
Il comune denominatore di questa collettiva è la ripetitività del tema utilizzata dagli espositori come elemento essenziale della ricerca artistica.
Patrizia Anedda riserva una particolare attenzione alle forme ripetitive della società dei consumi: codici a barre, marchi, elementi esemplificativi della cultura di massa. Di lei Paola Berardi ha scritto: 'Agli inizi del XXI secolo, nel diffuso e legittimo recupero degli stili figurativi del passato più recente, l'opera di Anedda si pone come una meditata ripresa della Pop Art italiana della quale ha saputo rilevare il nucleo più creativo, reinterpretandolo in forme meno esasperate per conferirgli una rinnovata dimensione poetica'.
Ezia Mitolo indaga con tenacia la relazione del soma e della psiche con un lavoro collegato all'arte concettuale, fatto di sculture che sono allo stesso tempo realtà dello spazio e nuclei performativi. Di lei Lucia Cataldo ci dice: 'Per Ezia Mitolo la figura è il tramite di questa comunicazione: si impone come 'perturbante' nello spazio, invadendolo con l'immediatezza dell'immagine e la forza del segno. Una presenza che sconvolge i termini della comunicazione visiva, ponendosi al limite tra la forma figurale ed i territori non indagati dell'inconscio, in cui le pulsioni più profonde, le paure sono convulsamente legate'.
Remo Suprani espone i lavori che fanno parte del ciclo definito 'ruggine frenata'. Sono opere modulari, quadrate od a forma di ovali allungati, realizzate in ferro arrugginito con una particolare tecnica creata dall'artista che consente di bloccare il processo di decomposizione del metallo attuato dalla ruggine. La poetica che accompagna queste opere è evidentemente relazionata al drammatico senso di precarietà dell'esistenza umana.
Alfredo Troiano realizza i suoi lavori collegandosi al significato universale del cerchio come archetipo, ripetuto all'infinito su pezzi di legno che l'artista definisce 'incontrati'. Del suo lavoro lo stesso Troiano ci dice: 'Dunque creo l'opera e lo faccio soltanto quando l'opera raggiunge una reale organicità , soltanto quando riesco a donarle la vita', con l'evidente intento di realizzare opere che denuncino attraverso la loro precarietà di oggetti abbandonati, un senso di trasformazione donatogli dall'arte, una nuova dimensione dell'esistere, una rinascita contrapposta ala decadenza della fine.
DATE E ORARI: DAL 23 APRILE AL 12 MAGGIO 2004
ORE 16.00/20.00, CHIUSO LUN. E DOM.
INAUGURAZIONE: 23 APRILE h.18.30
PATROCINIO: COMUNE DI ROMA XI MUNICIPIO
LUOGO: GARD, VIA DEI CONCIATORI 3/i, ROMA
INFO: 06.5759475, 06.4503836