Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Torino
via Modane, 16
011 3797600 FAX 011 3797601
WEB
Tre mostre e festa
dal 9/9/2015 al 10/10/2015
gio 20-23, ven, sab e dom 12-19

Segnalato da

Silvio Salvo




 
calendario eventi  :: 




9/9/2015

Tre mostre e festa

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino

Si festeggiano i 20 anni della Fondazione e le 15 edizioni di Club To Club. L'uomo che si sedeva su se' stesso: mostra che conclude la residenza per curatori stranieri. L'Albero della cuccagna, mostra diffusa sul territorio nazionale, porta a Torino la scultura di Sebastian Lloyd Rees. Nella sua personale, Pierre Michelon si addentra nei territori dimenticati dalla societa'.


comunicato stampa

Inaugurazione e Festa 20 anni FSRR 10 settembre 2015, dalle 18.30 alle 24

Inaugurazione di tre mostre e festa per i 20 anni della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dei 15 anni di Club To Club: dj set del britannico Danny L Harle e soundsystem di Club To Club al completo con Giorgio Valletta e Vaghe Stelle (*)

The man who sat on himself / L’uomo che si sedeva su sé stesso
Mostra che conclude la residenza per curatori stranieri
10 settembre – 11 ottobre 2015
A cura di Kate Strain, Angelica Sule, Zsuzsanna Stanitz

Pierre Michelon – Parole e Angurie
10 settembre – 11 ottobre 2015
A cura di Lorenzo Balbi

L’albero della cuccagna. Sebastian Lloyd Rees
10 settembre – 11 ottobre 2015
A cura di Achille Bonito Oliva

Ore 20 taglio della torta

Giovedì 10 settembre si festeggerà un doppio anniversario con la celebrazione dei 20 anni della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e delle 15 edizioni di Club To Club: si terrà un dj set del britannico Danny L Harle (al debutto italiano), che oltre a essere compositore di classica contemporanea, è uno dei produttori pop più affermati per quella che è da considerare senza dubbio la label discografica dell’anno, PC MUSIC. PC Music prende ispirazione dalla Cybercultura, stravolgendo e ironizzando sull’iconografia della cultura pop di massa. Gli artisti di PC Music non sembrano esseri viventi, ma installazioni d’arte che emettono suono e musica.
Danny L Harle è stato di recente protagonista di uno showcase al MoMA PS1 di New York, oltre ad aver recentemente remixato Panda Bear degli Animal Collective.

Insieme a lui per questa speciale doppia celebrazione ci sarà il soundsystem di Club To Club al completo con Giorgio Valletta (cofondatore di Club To Club) e Vaghe Stelle (che ha recentemente firmato un contratto discografico con la prestigiosa etichetta dell’artista Nicolas Jaar, Other People).
Questo sarà l’unico appuntamento torinese prima del festival Club To Club a novembre.

L’Albero della Cuccagna
A cura di Achille Bonito Oliva

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta dal 10 settembre all’11 ottobre la mostra L’Albero della Cuccagna. Sebastian Lloyd Rees, a cura di Achille Bonito Oliva.

Achille Bonito Oliva chiama a raccolta oltre trenta artisti internazionali per un grande progetto espositivo diffuso su tutto il territorio italiano, con il patrocinio di EXPO 2015 e la collaborazione del Programma sperimentale per la cultura Sensi Contemporanei dell’Agenzia per la Coesione Territoriale e del MiBACT.
A partire da venerdì 25 settembre sino a fine ottobre 2015 si inaugurano le installazioni ambientali che compongono L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte, mostra diffusa sul territorio nazionale con la collaborazione di numerose istituzioni pubbliche e private, che costruiscono una rete espositiva in progress nel tempo e nello spazio. Ogni Fondazione/Museo accoglierà un’opera ispirata all’Albero della cuccagna: soggetto iconografico che ha alle proprie spalle una lunga tradizione e una altrettanto arcaica memoria popolare, legata all’albero sacro della fertilità di derivazione celtica.
Nell’immaginario collettivo l’albero della cuccagna rappresenta il paese dell’abbondanza e il luogo del divertimento. Il coinvolgimento di artisti contemporanei permette di realizzare opere interattive, finalmente non vietate ai minori che sollecitano l’intervento di bambini e giovani dando un accento partecipativo e ludico all’evento espositivo. Nello stesso tempo diventa anche il monito dell’arte che vuole sollecitare una presa di coscienza del pubblico nei confronti del tema dell’alimentazione e della fame nel mondo.

La scultura di Sebastian Lloyd Rees sarà costituita da 20 scatoloni da imballaggio, prodotti in alluminio e disposti casualmente l’uno sull’altro in modo da formare una torre monumentale che rispecchi e la struttura dell’ Albero della cuccagna. Ciascuno scatolone riporterà su un lato un’immagine stampata in vinile che farà riferimento a specifici contesti socio-economici inerenti la distribuzione globale del cibo. Il modulo scultoreo rimanda alla comunissima immagine degli scatoloni di cartone abbandonati, una volta utilizzati per trasportare i prodotti alimentari che riforniscono i sempre ricchi scaffali dei supermercati. Se questi prodotti sono meticolosamente confezionati, etichettati e disposti strategicamente in ordine per stimolare e guidare l’acquisto, gli scatoloni vengono messi frettolosamente da parte, e giacciono in sgraziate e temporanee disposizioni agli incroci delle strade. Ricreando questi momentanei eppure onnipresenti cumuli di scatoloni nella forma di una monolitica torre d’alluminio, il lavoro vuole rappresentare i valori complessi e spesso contraddittori che entrano in gioco nei materiali e nei processi dell’industria alimentare mondiale e della sua logistica. Il cartone pieghevole diventa alluminio resistente; i cumuli casuali diventano una torre strutturata; le immagini digitali provenienti
dai motori di ricerca vengono materializzate. Se l’Albero della cuccagna è il centro dei festeggiamenti di una comunità, questi scatoloni vuoti rappresentano un più preoccupante monumento alle paure e alle ansie legate alla scarsità delle risorse, alle disuguaglianze e allo spreco.

Sebastian Lloyd Rees
Sebastian Lloyd Rees è nato a Stavanger, in Norvegia, nel 1986. Vive e lavora a Londra. Diplomatosi alla Goldsmiths University di Londra con un BA Fine Art nel 2010, ha esposto in numerose mostre personali e collettive come membro della Lloyd Corporation in collaborazione con Ali Eisa, realizzando installazioni site-specific, sculture e libri d’artista. La Lloyd Corporation è stata presente nell’ultima mostra collettiva
MIRRORCITY: London artists on fiction and reality, presso la Hayward Gallery di Londra. Tra le ultime sue mostre: Bunkering in Paradise / The Rest of us Just Live in It (Novembre 2014, Torino), Spotlight: Sebastian
Lloyd Rees (Settembre – Ottobre 2014, ARTUNER) e una personale alla New York’s Room East gallery (Febbraio 2015, New York).

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Parole e Angurie Pierre Michelon

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, in collaborazione con L’ENSBA – Lyon – École Nationale Supérieure des Beaux Artes, presenta la prima personale in Italia di Pierre Michelon, artista partecipante al Postgraduate programme dell’ENSBA – Lyon. Nato a Nantes nel 1984, Pierre Michelon vive e lavora a Lione e a Nantes.

Come un attento esploratore, Pierre Michelon si addentra nei territori dimenticati dalla società. La sua riflessione, concentrata sulla ricerca storica e in particolare sulla storia coloniale, è declinata attraverso differenti media: scritti, film, installazioni e performances.
Parole e Angurie è il titolo della mostra e dell’installazione che l’artista ha concepito e prodotto per gli spazi della Fondazione, come primo passo di una sua ricerca più ampia intitolata Vanmélé, (una parola creola della Guyana che significa “straniero” o, poeticamente, “coloro che sono stati creati dai diversi venti”), una video-cartografia potenzialmente infinita i cui capitoli assumono, di volta in volta, la forma di una costellazione, di una mappa, di un atlante.

A partire da un lavoro di ricerca svolto negli archivi storici, recuperando testimonianze, video, articoli, lettere, Pierre Michelon evoca nel suo lavoro le difficili situazioni (la prigionia, l’esilio) dei prigionieri politici deportati dall’impero coloniale francese, della maggior parte dei quali non rimane più alcuna traccia. Utilizzando differenti modalità narrative, Vanmélé mappa le loro storie, con particolare attenzione alle violenze subite, alle ideologie represse (pacifismo, anarchismo, comunismo, anticolonialismo), in modo da disegnare alcuni dialoghi tra queste lotte e la storia.

I dialoghi tratti dalle lettere sono al centro dell’installazione in mostra, ripresi nel video o incisi sulla scorza di alcune angurie. L’artista sceglie questo frutto, traendolo dalla leggenda vietnamita di An-Tiem, sesto figlio del Re Hung Vuong Quinto: esiliato su un’isola deserta per aver disubbidito, An-Tiem scoprì questi strani frutti e, incidendo il proprio nome e la propria storia sulle angurie e lasciandole in mare, fu raggiunto e liberato, ottenendo anche la clemenza del re, ammirato dalla sua intelligenza e dalla capacità di uscire dalle difficoltà contando solo sulle proprie forze.

Mettendo al centro del proprio lavoro la ricerca su coloro che si sono opposti all’imperialismo francese, Pierre Michelon avvia una profonda rilettura del nostro passato collettivo, offrendoci una nuova angolatura per osservare la storia della decolonizzazione

La leggenda vietnamita dell’anguria

Narra la leggenda che tanto tempo fa il sesto figlio del Re Hung Vuong Quinto, An-Tiem disobbedì agli ordini del padre e fu per questo esiliato su un’isola deserta. Il principe dovette costruirsi un rifugio, scavare un pozzo per l’acqua e pescare e cacciare per procurarsi il cibo. Un giorno trovò un frutto verde grande e rotondo come una palla. Lo divise a metà e vide che all’interno era rosso, ma non osò mangiarlo perché spaventato dal fatto che potesse essere velenoso.
I giorni passarono e arrivò la stagione secca: faceva così caldo che tutte le piante seccarono e non c’era più acqua da bere. Un giorno An-Tiem era così stanco e assetato che fu costretto ad assaggiare il frutto. Trovò che avesse un gusto delizioso e che poteva placare la sua sete e quindi cercò di coltivarlo attorno alla propria casa. Presto l’intera isola fu coperta dai frutti verdi.
Un giorno An-Tiem incise il proprio nome, quello dell’isola e la sua storia su alcuni di questi frutti e li lanciò nel mare. Più tardi, alcuni pescatori trovarono questi strani frutti con inciso il nome di An-Tiem che galleggiavano nel mare.
Presto, alcuni racconti riguardo questo frutto buonissimo raggiunsero la terra ferma e molti mercanti cercarono di trovare la strada per l’isola. Una volta che la raggiunsero la trasformarono da un’isola deserta ad un’isola piena di gente. L’isola era ora affollata: molte barche andavano e venivano. An-Tiem aiutava tutti coloro che volevano stabilirsi sull’isola e presto questa notizia arrivò alle orecchie del Re.
Il Re Hung Vuong fu molto orgoglioso di apprendere di avere un figlio che era stato così coraggioso e forte da riuscire a tirarsi fuori dalle difficoltà senza l’aiuto di nessuno. An-Tiem fu quindi immediatamente riportato alla corte. Portò con se alcuni frutti da offrire al Re, suo padre. Il Re gli diede la sua corona e An-Tiem divenne Re Hung Vuong Sesto.
Da quel momento il frutto che venne chiamato “dua hau” divenne simbolo di fortuna e le persone in Viet Nam ancora oggi lo offrono ai propri parenti o amici come regalo di buon auspicio per il Nuovo Anno.

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L’uomo che si sedeva su sé stesso / The man who sat on himself

“Vi prego di onorarmi della Vostra attenzione su ciò che segue. Nel 1903, a otto anni, ebbi il mio primo incidente aviatorio. Un’ampia cicatrice alla fronte, ancora ben visibile, me lo ricorda costantemente. Con i miei fratelli costruivamo i cosiddetti cervi-volanti (che noi chiamavamo stelle). Un giorno, mentre correvo guardando in alto la mia stella che volava a meraviglia sorretta da un lungo filo, andai a cozzare con la fronte su una colonna di ferro, che mi produsse un profondo e largo taglio.”
tratto da: Riccardo Giacconi, Controvena

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta dal 10 settembre all’11 ottobre, la mostra L’uomo che sedeva su sé stesso, a cura di Kate Strain, Angelica Sule e Zsuzsanna Stànitz.
La mostra conclude il progetto giunto alla nona edizione della Residenza per Giovani Curatori Stranieri, coordinata da Lorenzo Balbi.

Fin da bambino hai costruito la tua realtà. Hai raccolto frammenti del mondo, costruito castelli di sabbia e messo in scena le storie della tua immaginazione. Più il tempo passava, meno salda diventava la tua presa sulla fantasia, e il sottile filo che legava i tuoi sogni alle tue mani si indeboliva e, forse, svaniva. Oggi la concreta realtà della vita si fa sentire a ogni inciampo. Lo vedi con la massima chiarezza nell’ambiente urbanizzato, nelle infrastrutture, nelle abitazioni, nelle sedie su cui ti siedi.

Il mondo fisico costringe e recinta. Attraverso il tatto e l’istruzione, ti insegna come stare nel mondo, come agire, che forma prendere. È il nutrimento della fantasia, ma anche la struttura a cui la tua realtà è ancorata. Ciascun artista in questa mostra ha trovato il modo di aggirare le colonne di ferro della realtà, facendosi architetto della propria mitologia.

Riccardo Arena ci parla di un viaggio epico all’insegna dell’enigma e del mistero, attraverso il paesaggio della sua metafisica, mentre Matilde Cassani abbassa il soffitto con tralci e tendini che nascondo e legano allo stesso tempo. Attraverso lo spazio, la composizione di pannelli coreografata da Tomaso De Luca gioca con l’assenza di un protagonista preciso. In un atto di rimemorazione, la luce tremolante di una lampadina ci parla delle invenzioni e delle disavventure del nonno di Riccardo Giacconi. Un metodo per interpretare e riconfigurare le idee dell’artista è quello proposto da Matteo Stocco, che reimmagina la mostra, visualizzando spettri di spazio alternativi e creando una sequenza potenzialmente infinita di possibilità digitali.

Residenza per Giovani Curatori

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo promuove annualmente il programma di Residenze per giovani curatori. Il progetto si pone il duplice obiettivo di sviluppare le capacità professionali e intellettuali di giovani curatori alle prime armi e quello di promuovere l’arte contemporanea italiana in ambito internazionale. Se dal punto di vista immediato l’iniziativa risulta quale laboratorio sperimentale per le pratiche curatoriali, il contatto di professionisti internazionali con giovani artisti in Italia ha lo scopo di creare un network che diffonda la conoscenza della scena artistica italiane in maniera indiretta. La residenza si pone come trait d’union tra la fine del percorso educativo e l’ingresso nel mondo della professione ed è strutturata come attività didattica semi-autonoma con una serie di incontri formativi e di attività di supporto a tempo parziale.

La residenza è organizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo.

Ogni anno tre giovani curatori stranieri sono invitati a trascorrere un periodo di ricerca in Italia finalizzato all’organizzazione di una mostra. La selezione dei partecipanti avviene tramite il contatto con le migliori scuole internazionali per curatori: il Royal College of Art – Curating Contemporary Art MA (London); il Bard College Center for Curatorial Studies (New York); il Curatorial Training Programme De Appel (Amsterdam); la Konstfack Academy (Stokholm); l’Independent Study Program Withney Museum (New York); il Goldsmith’s College (London); il California College of the Art – MA in Curatorial Practice (San Francisco) e l’Ecole du Magasin di Grenoble. I partecipanti sono selezionati in seguito a segnalazioni dei direttori dei corsi coinvolti tramite invio di curriculum, descizioni progetti realizzati e testi pubblicati o recentemente redatti per una prima selezione. La scelta finale viene effettuata da una giuria internazionale in seguito a colloqui individuali.

La residenza dura quattro mesi e si conclude con una mostra di artisti italiani presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Il programma della residenza è formulato al fine di agevolare la ricerca della scena artistica italiana. La preparazione della mostra è preceduta da incontri con artisti e galleristi, dallo studio di materiale bibliografico, da viaggi e visite a musei di Milano, Venezia, Roma, Bologna, Napoli, Palermo, oltre che a collezioni private. Ai curatori viene inoltre offerto un ricco programma di seminari intensivi e tutoring individuale periodico.

Ufficio Stampa
Silvio Salvo | silvio.salvo@fsrr.org | t. +39 011 3797632

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
via Modane 16 - 10141 Torino
Orari d'apertura
Giovedì: 20-23: ingresso libero
Venerdì - Sabato - Domenica: 12-19

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Adrian Villar Rojas
dal 3/11/2015 al 27/2/2016

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