Galleria Puccini - Associazione Culturale
Rifrazione. "Il gesto piu' spontaneo richiede il passaggio alla pittura con la tecnica della tempera con cui navigare fluidamente nella sorpresa quotidiana".
“La Rifrazione è quel fenomeno responsabile degli arcobaleni, dei miraggi, della fata Morgana. In pratica i fasci luminosi, passando da un mezzo all'altro, mutano la velocità di propagazione modificando così la nostra percezione visiva delle cose. Mi piace pensare che il moto dell'animo, le emozioni, fluiscono come raggi luminosi dal nostro essere a contatto con la natura. La natura delle cose che ci circondano e determinando un impulso che diventa espressione, che si può esprimere in musica, prosa, colori, forme. Questo impulso è un' urgenza forse primordiale che ridetermina nuove circostanze da significare. Un nuovo miraggio che può diventare linguaggio nuovo, nel senso della
possibilità di riscrivere la realtà mediata dalle nostre emozioni. In un circolo costante.” (V. Verderosa)
Palermo crocevia e capitale di millenni di arte, cultura, storia e paesaggio è la città natale dell’ artista che oltre al dono di vedere la luce in questo territorio fertile ha avuto anche la fortuna di avere due genitori artisti appassionati di pittura. Non ha avuto bisogno di ulteriori strumenti per cominciare a esprimersi e poi realizzarsi. Amatore della materia, figlio d'arte, resta autodidatta, conservando e accrescendo la passione ricevuta in dote in una ricerca inarrestabile. Il primo segno della vocazione si manifesta nell'uso la scelta della professione di geometra dalla quale per logica spirituale passa al disegno artistico dove ne trasfonde il rigore. Oltre ai tradizionali mezzi, matite, chine, ecco crete e carboncini che poi diverranno terre e argille.
L’ innesto di geometria e natura fa saltare gli schemi della figurazione. Il protagonista parte da qui alla ricerca della sua propria strada personale. Lasciandosi alle spalle un paese enigmatico, apparentemente abbandonato sul quale veglia una sorta di visione materna e misteriosa. Nel percorso, orizzonti e libertà nuovi, lo spirito si risveglia, la sensibilità scopre dimensioni interiori e un paesaggio di forme e oggetti in movimento, provvisorio e soprattutto cromatico. Il gesto più spontaneo richiede il passaggio alla pittura con la tecnica della tempera con cui navigare fluidamente nella sorpresa quotidiana che offre ogni stimolo dinamico, incontrato o nel suo riflesso interiore. Lo sguardo è in contatto con un livello più profondo, si ritrova rinnovato, aperto, lascia affiorare le grandi domande, i temi ultimi. Soprattutto si matura una accoglienza per il dettaglio, fanno ingresso materiali ed elementi biologici, vegetali, sintetici, industriali, caldi e domestici. L’ opera accetta tutto anche abituali rifiuti scarti, presenze scadute, le riconosce, recupera, valorizza, trasfigura. Sulla tela trascorre il tempo della giornata in uno spazio fuori delle righe che si increspa, cede, ondula, si spezza trascinando frammenti. Trapelano le storie dell'arte e della letteratura, ma come ricordi fragili, accenni, perché al centro è il gioco stesso, un fermento, una curiosità motore di una ricerca graffiante di possibilità per una nuova creazione con al fondo la voglia di restare per sempre nell’ isola felice dell'innocenza.
“Nulla, come qualcosa, accade dappertutto “
(Philip Larkin, Ricordo, Ricordo)
“Il nulla è la sorgente, la realtà sarà il fiume che si sfrangia tra i sassi e trasparente li attraversa. Vincenzo Verderosa allude al suo lavoro , descrive la sua tensione espressiva come il comportamento della luce sull’acqua, con i suoi gesti devia gli istanti reali dalla direzione iniziale verso un luogo che non conosce altra legge che il caos. Da lì si riparte verso altri giochi di luce di spazi dove l’intelligenza emotiva riassembla un altrove, realtà fatta di strati storici della coscienza, miraggi sottratti all’istante e sottomessi alla materia.
I lavori esposti sotto il MCD di RIFRAZIONI si aprono ciascuno come un ventaglio. Tra gli strati corre aria, il tempo piegato da un’ emozione, il respiro invisibile: la passione di vivere.
La vita è rincorsa a perdita d’occhio di fotogramma in fotogramma, gesto dopo gesto, attenzione e silenzio per esplodere colorata e superba. L’uomo è lì che cerca e sente l’umana debolezza del caos nascosta dietro la bellezza del paesaggio terrestre , nelle piaghe d’asfalto della terra, o nel profilo del desiderio evocato da un corpo di donna. Tutto si ridefinisce nel tutto e in ciascun particolare, un volo, una traccia ritrovata: è attiva la ricerca della parola segreta dell’origine.
Il seme che genera la voracità dell’immaginario dell’autore, il segno del bisogno di sperimentare materie e sentimenti con la consapevolezza sorniona di chi sa come va il mondo ma mantiene incolume la gioia di giocare e aspirare ai mondi possibili dell’universo.” (Maria Cristina Gherlantini)
Inaugurazione 26 settembre ore 18.30
Galleria Puccini - Associazione Culturale
via Bernabei, 39 Ancona
mar-dom 17,30-19,30
ingresso libero