Dipinti, marmi e neon ispirati ai documenti noti come Placiti Cassinesi
I segni calligrafici di Alfredo Rapetti Mogol, esempio di nuova scrittura in grado di suscitare profonde emozioni assolutamente soggettive, a confronto con i documenti noti come Placiti Cassinesi redatti verso la fine del decimo secolo da quattro notai che dovevano stabilire i confini dei possedimenti dell'Abbazia di Montecassino: Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti. Rapetti Mogol propone, con i suoi dipinti, marmi e neon una scrittura che e' tutt'altro che notarile in quanto non ha alcun significato visivo ma che consente al fruitore di decodificare qualsiasi cosa egli percepisca, in base alla sua sensibilita', nel momento della lettura. A cura di Roberto Capitanio. Inaugurazione 5 ottobre ore 17.