Federico Bianchi Contemporary
Milano
via Imbonati, 12
02 39549725 FAX
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Radomir Damnjan
dal 7/10/2015 al 21/12/2015
mar-ven 15-18 e su appuntamento

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Federico Bianchi Contemporary



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Radomir Damnjan



 
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7/10/2015

Radomir Damnjan

Federico Bianchi Contemporary, Milano

Identity. Le impronte digitali dell'artista sulle uova rimandano al tema mostra, declinato in opere che giocano sul contrasto tra l'unicita e l'individualita' e la pluralita'-impersonalita' umana.


comunicato stampa

----- english below

​Federico Bianchi Contemporary Art è lieta di presentare la quinta personale in galleria di Radomir Damnjan, che inaugurerà il giorno giovedì 8 ottobre 2015 alle ore 18:30 in Via Imbonati 12 a Milano.

Le impronte digitali dell'artista sulle uova rimandano al tema centrale della mostra: l'Identità, che verrà declinata attraverso una serie di opere che giocano sul contrasto tra l'unicità-individualità e la pluralità-impersonalità umana. L'alienazione data da una dimensione che non guarda all'individuo, ma tende solo a classificarlo per farne un numero o una formula matematico/geometrica, è spesso una delle sconfitte della burocrazia in società politicamente strutturate. Le serie dei formulari, tavole che variano solo per i colori e le linee (come tante persone indistinguibili) è l'esempio eclatante di utilizzo di carte povere con unico scopo di classificazione al fine di organizzare burocraticamente e socialmente individui. Gli interventi sono linee quasi indistinguibili, come l'individualità di un uomo in un contesto politicizzato, all'interno del formulario e “non ne modificano il materiale d'uso, ma defunzionalizzano un materiale di per sé funzionale” (R. Damnjan).

Casellari che diventano vite per le quali l'unico interesse è burocratico-legale e finaziario-tributario, con l'artista che con un “atto minimo” invita ad una “nuova analisi critica della realtà esistente e data: è indispensabile che il bisogno, grazie alla volontà e alle decisioni dell'individuo, si trasformi in libertà” (R. Damnjan).

Libertà di un intervento di modificazione lineare che compare anche nelle serie dei dipinti minimalisti proposti, che rimandano alle stesse linee enigmatiche e ricercate dei formulari. Libertà che si riafferma nell'impronta digitale dell'artista presente negli scrigni come riaffermazione di IDENTITA'.

Radomir Damnjan è nato a Mostar (Serbia) il 10 dicembre 1936; vive e lavora a Belgrado e Milano. Ha preso parte molte volte alla Biennale di Venezia, a Documenta Kassel, alla Biennale di Sao Paolo, Biennale di Tokyo, alla Biennale di Sidney e alla Quadriennale di Roma. Molte delle sue opere si trovano in importanti musei come il Centre Pompidou di Parigi, il MoCA in S.Francisco, il Moderna Museet Stoccolma, il Museo de Arte Contemporanea Belo Horizonte, il Museo d'Arte Moderna di Belgrado, il museo Guggenheim di New York e il Fondo Artistico dell'Archivio Storico della Biennale di Venezia.

----- english

The artist's fingerprints on eggs recall the central theme of the exhibition: identity, to be developed through a series of works playing on the contrast between human uniqueness-individuality and plurality-impersonality. The alienation given by a dimension not looking at the individual, but only aiming to classify it to make it a number or a mathematical/geometrical formula, is often one of bureaucracy's defeats in politically structured societies. The formulary series, tables only different in colors and lines (just like many indistinguishable persons) is a striking example of the use of poor papers with the mere purpose of classifying to bureaucratically and socially organize individuals.

The interventions are almost identical lines, just like one's individuality in a politicized context, inside the formulary, and "don't modify its raw material, but unfunctionalize an otherwise working material" (R. Damnjan).

Registries that become lives with just bureaucratical-legal and financial-taxation interests, where the artist, with a "minimal act", invites to a "new critical analysis of given and existing reality: needs - through one's will and decisions - have to transform into freedom" (R. Damnjan).

Freedom of an intervention of linear modification which also appears in the purposed series of minimalist paintings, recalling the same enigmatic and sought-after lines from formularies. Freedom which reaffirms in the artist's fingerprint, representing a reaffirmation of IDENTITY in the chests.

Radomir Damnjan was born in Mostar (Serbia) on Dec.10, 1936; lives and works in Belgrade and Milan. He took and part several times in Venice's Biennale, Documenta Kassel, San Paolo's Biennale, Tokyo's Biennale, Sydney's Biennale and Roma's Quadriennale. Many of his works can be found in important museums such as Centre Pompidou in Paris, MoCA in S.Francisco, Moderna Museet in Stoccolma, Belo Horizonte Contemporary Art Museum, Belgrade's Contemporary Art Museum, New York's Guggenheim and Venice's Biennale Artistical Fund of Historical Archive.

Inaugurazione giovedì 8 ottobre 2015 ore 18:30

Federico Bianchi Contemporary
via Imbonati, 12 Milano
mar-ven 15-18 e su appuntamento
ingresso libero

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