Palazzo Panariti
Lamezia Terme (CZ)
via Belvedere

Plutino2
dal 10/10/2015 al 10/10/2015
0968 26704
WEB
Segnalato da

Associazione culturale Aleph arte




 
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10/10/2015

Plutino2

Palazzo Panariti, Lamezia Terme (CZ)

Lavori in corso. La loro produzione e' una costante ricerca e sperimentazione che spazia dalla pittura alla scultura, dalla performance all'installazione.


comunicato stampa

a cura di Federica Longo e Silvia Pujia

“Il tempo fissa i ricordi, muta i pensieri, ti trasforma nel corpo, cambi. Sinapsi attive. Sei consapevole delle tue forze, padrone del tuo "io", ti ribelli ai cambiamenti per poi adattarti. Non sai cosa avverà, ma "costruisci", entrando in questo mondo fitto, inquieto e labirintico, "la mente". Lavori su te stesso. Viaggi per capire chi sei.”

In occasione della Undicesima Giornata del Contemporaneo indetta annualmente dall’AMACI, l’Associazione Culturale Aleph Arte presenta negli spazi esterni di Palazzo Panariti un progetto installativo e performativo del duo artistico PLUTINO2, dal titolo Lavori in corso.

Con questo appuntamento, a cura di Federica Longo e Silvia Pujia, Aleph Arte dà seguito a Un’Opera, il progetto curatoriale inaugurato nel 2010 che prevede di volta in volta l’esposizione di un’unica opera d’arte, privilegiandone l’intima fruizione. I gemelli Giuseppe e Pietro Plutino, in arte “Plutino al quadrato”, sono giovani artisti calabresi, già inseriti nella scena espositiva nazionale ed internazionale, come testimoniano le recenti presenze ad eventi in Italia e Francia. La loro produzione è eclettica, è una costante ricerca e sperimentazione che spazia dalla pittura alla scultura, dalla performance all’installazione.

La collaborazione e la sincronia ideativa è estrema, tanto da poterli considerare un unico artista, in quanto ormai da tempo creano a quattro mani, ma non solo. Il duo artistico si riconosce in quella identità condivisa, esemplificata in quell’effetto " mirror ", in cui l’uno di fronte all'altro vede di sè “il riflesso che parla, dice e risolve”. Lavori in corso è un’indagine sulla relazione tra soggetti e tra questi e lo spazio nell’eventualità di una sua condivisione. Una ricerca in progress volta a ricreare un moderno spazio embrionale, quasi un ritorno al grembo materno, a quel luogo archetipico che ha rappresentato per tutti la prima esperienza di spazialità e che, se condiviso, induce a negoziare i termini di una convivenza: l’uno deve plasmare il proprio esserci in relazione a quello dell’altro, al suo muoversi, coordinando reciprocamente i movimenti.

L’impalcatura, che gli artisti simultaneamente montano al momento della performance, rappresenta una porzione di spazio modulabile, indica un’idea di spazio costruito dalle relazioni umane che si inscrivono in esso tramite il linguaggio dei corpi. Costruirlo per entravi e una volta all'interno muoversi. Le aste delimitano questo spazio rendendolo estraneo all'ambiente circostante e spostando l'attenzione, di chi osserva, al suo interno e, per chi lo abita, verso se stesso, la propria identità, i propri gesti e movimenti. L'idea di spazio agente e spazio agito in questo lavoro coincidono.

La struttura, seppure standard, rispetta le proporzioni del corpo umano, dal Rinascimento unità di misura per la progettazione architettonica, sintetizzando visivamente un'immagine antropometrica. Un richiamo all’uomo vitruviano, dalle proporzioni ideali: l’uomo che in piedi e a braccia aperte è inscrivibile in un quadrato e che al tempo stesso può misurare e contenere, nell'ambito della sua esperienza, lo spazio definito dalla struttura. E' questo il celebre “homo ad quadratum” di Vitruvio, un uomo che entra in contatto con la figura geometrica in maniera del tutto proporzionale e in sintonia, "misura di tutte le cose", dello spazio e del tempo.

Una sorta di ritratto della condizione umana, una situazione di tipo esistenziale incentrata sulla relazione dell'uomo con lo spazio, uno spazio in cui però "qualcosa" non è riconducibile a misura, la eccede e interferisce, qualcosa con cui comunque bisogna fare i conti, “l’altro”. “La porzione di cui hai bisogno per muoverti presuppone l’incidente di doverlo condividere” e nel Lavoro in progress dei Plutino2 è l’incidente, l’incontro-scontro con l’altro vissuto armoniosamente, a innescare l’azione e a mantenere costantemente in progress la loro ricerca.

Giuseppe e Pietro Plutino (Reggio Calabria 1989)
I gemelli Pietro e Giuseppe Plutino, in arte "Plutino al Quadrato", nascono a Reggio Calabria nel 1989.La loro formazione ha inizio all'istituto d'Arte, con il corso di “restauro delle opere pittoriche”, proseguendo gli studi artistici presso l'Accademia di Belle Arti reggina. Durante questo periodo prendono parte a varie mostre all'interno del territorio e non solo, cercando nuovi momenti di confronto e quindi di ricerca, guardando a pratiche creative che vanno al di là della tradizionale pittura su tela .Infatti la loro produzione và dalla scultura alla pittura, dall'installazione alla performance. Molti eventi svolti nel territorio hanno visto la loro partecipazione come performer e la presentazione delle loro opere,ad esempio "Reset" a cura di Serena Carbone, Reggio Calabria 2009; " Virus" a cura di Jasper Wolf, galleria Technè Contemporary Art, Reggio Calabria 2011; "Zoonalterata", manifestazione Deafest Podargoni (R.C) e tante altre . A Roma nel 2012 hanno preso parte a ModArt premio Margutta a cura di Jasper Wolf. In Francia per il Mese della Cultura e della lingua Italiana, nel Principato di Monaco, curato dalla Barclays Banc, hanno realizzato un grande tonno composto da scatolette di tonno vuote, per denunciare il rischio d’estinzione dell’animale.e nel 2015 presso il giardino della Biblioteca di Area Umanistica (Siena) hanno partecipato alla rassegna "il Giardino delle muse "installazioni di artisti contemporanei, coordinata da Massimo Bignardi, dal titolo "Le civette sul comò" a cura di Alice Ioffrida.

Inaugurazione domenica 11 ottobre 2015 ore 18:30

Palazzo Panariti
via Belvedere, Lamezia Terme
ingresso libero

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