Qualcosa di mio. La mostra raccoglie immagini di donne, bambine, i loro sguardi, i gesti quotidiani catturati dalla fotografa nella crudezza del bianco e nero in una Sicilia fuori dal tempo.
a cura di Alberto Stabile e Laura Barreca
Il Museo Civico di Castelbuono è lieto di presentare la mostra Qualcosa di mio, pensata e realizzata attraverso le suggestioni di Letizia Battaglia, fotografa palermitana di fama internazionale. L’esposizione, a cura di Alberto Stabile e Laura Barreca, raccoglie immagini di donne, bambine, i loro sguardi, i gesti quotidiani catturati nella crudezza del bianco e nero in una Sicilia fuori dal tempo, eppure oggi inconfondibile. Presentata al pubblico per la prima volta lo scorso agosto presso l’Ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica, la personale è co-prodotta dal Museo Civico di Castelbuono.
Come scrive Alberto Stabile, “In quella Palermo che Letizia Battaglia ha fotografato nell'arco di tempo che va dalla metà dei ‘70 alla fine degli ‘80, di quella catena che ha immobilizzato la città alla logica della violenza e del malaffare, salvo rare eccezioni, le donne rappresentavano l'anello più debole. Donne inchiodate ad un ruolo primordiale, come le “spose bambine”, di cui parlava in quegli anni Mario Farinella in una sua memorabile inchiesta sui quartieri poveri. Donne tuttofare. Donne cui è negato il sorriso, il gioco, la felicità”. Soprattutto l’attenzione per l’infanzia, quello stato di purezza fragilissimo, e per questo temporaneo, nella carriera di Letizia Battaglia funziona come contraltare, o redenzione, al tanto, troppo dolore impresso negli scatti che l’hanno accompagnata negli anni di piombo a Palermo. Quella Palermo che lei stessa sente malata, e con cui ha intessuto un lunghissimo rapporto di “rabbia e di dolcissima disperazione”.
La fotografia di Letizia Battaglia è ricerca analitica verso di sé, strumento di “salvezza e verità”, come dice lei. Ha ritratto luoghi e decine di vittime di omicidi di mafia, ma in questa selezione di immagini l’obiettivo oltrepassa il dato di cronaca per diventare qualcos’altro, qualcosa di personale, di profondamente individuale, quello che lei stessa definisce qualcosa di mio. La spia di un dolore con cui convivere. La partecipazione struggente ad una condizione umana inaccettabile. L'indignazione che trascende nell'atto della denuncia. Perché, come scrive Stabile, “chiunque potrà vedere sullo sfondo di certe immagini, il sintomo visibile di un degrado generale cui non sono rimaste estranee le mani e le logiche della criminalità organizzata”.
Un’opera di Letizia Battaglia entrerà a fare parte della collezione permanente del Museo Civico di Castelbuono, per gentile donazione dell’artista.
Riconosciuta tra le personalità di riferimento per la fotografia di reportage, insignita di prestigiosi premi internazionali - prima donna europea a ricevere il premio "W. Eugene Smith" per la fotografia sociale nel 1985 - Letizia Battaglia (Palermo, 1935) ha alle spalle un lungo apprendistato: passando dalle foto di Pasolini ed Ezra Pound, al lavoro quotidiano per il giornale L’Ora di Palermo dove le sue foto dei cadaveri eccellenti della guerra di mafia hanno il peso e l'impatto di veri e propri editoriali. A questo sofferto percorso, intimo e professionale, non può rimanere estraneo l'impegno politico per tentare di cambiare una realtà incastrata in una logica solo apparentemente immutabile. E qui s’iscrive il suo incarico come Assessore alla Vivibilità nella prima giunta di Leoluca Orlando. Quest’anno Letizia Battaglia ha compiuto ottanta anni e moltissimi attestati sono giunti da tutto il mondo, confermandola come la più importante fotografa siciliana contemporanea. Con la sua direzione artistica è nato di recente il Centro Internazionale di Fotografia, che vivrà di foto della città donate dai fotografi palermitani, all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.
In questa occasione, la mostra è accompagnata da una catalogo che raccoglie le riproduzioni di tutte le fotografie in mostra, i testi di Alberto Stabile, Laura Barreca, un’intervista alla fotografa di Valentina Bruschi e una biografia di Simona Mafai.
Inaugurazione domenica 6 dicembre ore 12
Museo Civico di Castelbuono
Castello dei Ventimiglia, piazza Castello – Castelbuono (PA)
Orari: dal martedì alla domenica 9.30-13.00/15.30-19.30
Biglietto: intero € 4,00; ridotto € 2,00 (adulti oltre i 65 anni e ragazzi dagli 8 ai 18 anni, scolaresche e gruppi superiori a 12 persone)
omaggio per bambini di età non superiore a 7 anni.