Spesso letta unicamente come una ricerca visiva sui 'non luoghi', il lavoro della coppia di artisti torinesi e' soprattutto uno 'sguardo sulla memoria contemporanea', uno strumento d'indagine per muoversi negli spazi apparentemente muti delle periferie; una sorta di story board per un racconto nel quale gli oggetti si confondono con le architetture, le persone, le parole; per suggerire altre possibilità . La mostra si intitola 'An ordinary day', il titolo del video -proiettato in questa occasione in anteprima per l'Italia- realizzato per la loro personale al Mamac di Nizza. Nella sala cinematografica e' presentata una selezione di video realizzati tra il 1999 e il 2003.
Sono memorie contemporanee, periferie urbane, edifici abbandonati, oggetti
dimenticati, le immagini di Botto e Bruno che saranno proiettate al Centre
Culturel di via Pomba 23 dal 9 giugno 2004 (inaugurazione dalle 18).
Quello di Botto e Bruno è un viaggio nella geografia dell'anonimo, nel vuoto dei
luoghi che abitano. Non importa se il tragitto ci porta in luoghi ordinari o
sconosciuti, è invece l'atteggiamento l'aspetto che connota il loro lavoro, lo
sguardo che i due autori immergono nelle periferie di differenti centri urbani:
''Partire presuppone uno sporgersi della propria identità verso qualcosa di
inedito. Come se si partisse per sostituire ai luoghi conosciuti della propria
anima dei paesaggi nuovi, imbarazzanti, spaesanti''. (Franco La Cecla, Jet Lag,
Bollati Boringhieri, 2002).
Spesso letta unicamente come una ricerca visiva sui ''non luoghi'', in realtà il
lavoro della coppia di artisti torinesi è soprattutto uno ''sguardo sulla memoria
contemporanea'', uno strumento d'indagine per muoversi negli spazi apparentemente
muti delle periferie; una sorta di story board per un racconto nel quale gli
oggetti si confondono con le architetture, le persone -spesso senza volto- le
parole; per suggerire altre possibilità .
LA MOSTRA
La mostra ideata per il Centre di Torino si intitola ''An ordinary day'', il
titolo del video -proiettato in questa occasione in anteprima per l'Italia-
realizzato per la loro personale al Mamac di Nizza.
''Il video -raccontano gli autori- si svolge in un giorno di nebbia; una persona
dal balcone coprendosi poco alla volta il capo guarda cosa succede in strada. La
visione è basata sulla circolarità ; circolare è infatti il vortice di vento che
raccoglie tutto ciò che trova sul suolo, circolare è il movimento del ragazzino
che gioca con il suo yo-yo inscenando una danza spontanea. Nella scena
successiva il gioco diventa il lavoro pericoloso degli operai che devono
smontare un peso in cemento per agganciarlo a un altro filo, questa volta
d'acciaio; la scena è ripresa da lontano, le figure si stagliano nel bianco del
cielo come piccole silouettes che si muovono lentamente sopra la linea
orizzontale della gru. Poco alla volta la figura umana, dalla prima immagine in
primo piano, diventa via via più piccola, così come anche ogni riferimento
architettonico della città scompare e rimane una visione incorporea dove solo
del fumo ci fa capire che sotto c'è una fabbrica; due uccelli attraversano per
un attimo la colonna di fumo. Tutte le immagini sono accompagnate dalla musica
di Bartolomeo Migliore''.
Nella sala cinematografica è proiettata una selezione di video realizzati tra il
1999 e il 2003.
L'arrivo al villaggio(2003), è stato realizzato nel Villaggio Leumann di
Collegno (TO); in una palestra e una scuola non più attive perché prossime al
restauro. ''Ci premeva fare un lavoro prima degli interventi perché desideravamo
lavorare sulla memoria e sull'identità di quei luoghi. Abbiamo intervistato
alcune persone che avevano lavorato nella fabbrica e che erano rimaste a vivere
nel villaggio. Stralci di loro frasi appaiono all'inizio del video narrate da
una bambina''. La musica scritta da Heinrich Unterhofer scandisce il ritmo
rallentato delle immagini, la voce narrante è di Marta Opezzo.
- Words Place (2003), realizzato in occasione della nostra personale al Mamco di
Ginevra, ritrae una bambina vista di schiena che si trova in un luogo chiuso,
aperto solo dall' alto. ''Poco alla volta dall'alto scendono dei fogli con testi
musicali stampati (un cut-up di testi dei Radiohead, REM, Sonic Youth, Nick
Cave, P.J Harvey, Nirvana, The Smiths, Greenday, Tom Waits, Smashing Pumpkins).
Il corpo della bambina pare fortemente radicato al terreno,quasi un elemento
architettonico o un albero che muove appena le braccia per cercare di prende i
fogli che scendono lentamente accompagnati dalla musica di Heirich Unterhofer''.
- In the same place(2002), realizzato per la mostra ''Musica per occhi'' è stato
presentato a Bolzano. ''Attraverso centinaia di fotografie messe in animazione e
dissolvenza incrociata, ogni fotogramma è il risultato di un montaggio manuale
di fotografie. Inizia con un luogo anonimo che occupa tutto lo schermo e che non
dà la possibilità di vedere il cielo. Poco per volta entra in campo una bambina
che indossa un piumino rosso, si vedono solo le mani, gli è negato lo sguardo.
Lentamente la bambina tira fuori dal cappello, cuffie da d.j, riviste
musicali,musicassette, oggetti della musica necessari per un'adolescente che
deve sopravvivere in quei luoghi. Quando la bambina scompare dal campo visivo,
appaiono due figure femminili,vestite nello stesso modo una più adulta ,l'altra
più giovane. Quella adulta viene avanti e inizia a strappare il foglio con
scritto 'Think of my future now' testo tratto da una brano di musica rock.
Quando anch'essa esce dal campo il paesaggio è sempre quello di prima ma
qualcosa di ''minimo'' è comparso: solo una porzione di cielo rosso e sul terreno
delle pozzanghere''. La musica è di Bartolomeo Migliore anticipata dalla voce di
Marta Opezzo.
- Without you I'm nothing(2000), video realizzato per Big Torino 2000 mettendo
in dissolvenza centinaia di fotografie. ''Il lavoro si divide in due parti: una
all'interno di un condominio di periferia, l'altra più onirica all'esterno, in
un luogo sterrato ai confini della città . Una piccola bambina si trova
all'interno della stanza e raccoglie da terra dei fogli. E' troppo piccola per
riuscire a guardare dalla finestra ,decide allora di andare sul balcone ,
elemento di transizione tra esterno e interno, ed è in questo momento che inizia
la parte visionaria. La bambina si trova in un luogo isolato dove solo in
lontananza ci sono indizi architettonici. E' sola ,decide allora di abbandonare
il suo pupazzo e, come nella favola di Pollicino, lascia cadere i fogli per
segnare la strada nel caso decidesse di ritornare''. La musica è di Bartolomeo
Migliore
- Nothing gonna change my world(1999), video realizzato per la personale alla
Galleria Alberto Peola (TO). ''Fa parte di una serie di lavori che individuano
nella ''scatola'' un contenitore di ricordi e al contempo un'idea di unitÃ
abitativa minima. Una donna torna nei suoi luoghi d'infanzia,un luogo
chiuso,ormai diventato oscuro. Si adagia al suolo per meglio sentire i ricordi.
Dall'alto scende una grande scatola di cartone, e quando tocca il terreno si
apre e la macchina fotografica si insinua all'interno. Appare lentamente una
bambina che esce da uno scatolone e che con un triciclo, inizia a girare
intorno. Il video finisce con una visione di un angolo di una strada di
periferia con uno scatolone di cartone abbandonato''. La musica è stata scritta
da Fivos Valachis. La bambina protagonista è Marta Opezzo.
Dopo una personale al Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Nizza e una
residenza a Parigi al Centre International Les Récollets, i due artisti tornano
a Torino, ancora in uno spazio di cultura francese, a dimostrare quanto la loro
ricerca sia in grado di misurarsi non solo con la scena nazionale ma chiaramente
in linea con le più recenti tematiche affrontate dalla produzione artistica
europea.
Gianfranco Botto (Torino, 1963) e Roberta Bruno (Torino, 1966) vivono e lavorano a Torino.
Hanno partecipato alla 49 Biennale di Venezia, Platea dell'Umanità (2001). Tra
le principali mostre personali e collettive: The suburbs we are dreaming, Oliva
Arauna, Madrid 2003; Wall's place, MAMCO, Geneve 2003,Busan Biennale,Corea,2002;A
crack into the wall, S.A.L.E.S, Roma, 2002; Art Unlimited, Basel 2001; Paysages
urbains, Le Quartier,Centre d'Art Contemporain, Quimper, 2000; Under my red sky,
Sottozero, Palazzo delle Esposizioni, Roma 2000; My song goes down into the
water, galleria Alfonso Artiaco, Pozzuli (Na) 2000; Suburb's Day, Fondazione
Teseco per l'Arte, Pisa 2000; Paesaggi invisibili, Palazzo delle Papesse, Siena
1999; Triennale Photomedia Europe, Milano 1999; My beautiful box galleria
Alberto Peola, Torino 1999; Wall Paper, Bullet Space, New York 1997.
Immagine: A perfect day, 1999, Courtesy Galleria Alberto Peola Torino
Inaugurazione: il 9 giugno alle 18
Centre Culturel Via Pomba 23 - 10123 Torino
Zona: Circoscrizione 1
Orari: da lunedì a venerdì 9.00-20.00 - sabato 10.00-13.00
Chiusura: domenica