L'artista si muove alla ricerca di quelle piccole, povere 'cose' che vediamo, con un misto di orrore e vergognoso desiderio di possesso, nelle vetrine delle tabaccherie, nei negozietti di souvenir delle stazioni, nei mercatini di quartiere, e li rimette 'insieme', costruendo minuscoli set, o teatrini, con questi giocattoli 'trash'.
Nel segno di Pan
Gabriele Lamberti, attraversando i sentieri della polisemia, degli slittamenti di senso, delle associazioni simboliche e dunque delle riconnotazioni derivate dai processi creativi di un ''pensiero laterale'', sente che si può riqualificare l'oggetto anche in senso pragmatico, etico, purché contenga un MOTIVO, un'idea che mette in moto la nostra immaginazione.
Immaginazione che si sviluppa esternamente alle cose, e ingloba in sé SENTIMENTI IMMAGINATI, inespressi che un artista sensibile come Lamberti è in grado di fare propri.
Partendo da queste non piccole certezze Lamberti si muove alla ricerca di quelle piccole, povere ''cose'' che vediamo, con un misto di orrore e vergognoso desiderio di possesso, nelle vetrine delle tabaccherie, nei negozietti di souvenir delle stazioni, nei mercatini di quartiere, e li rimette ''insieme'' , costruendo minuscoli set, o teatrini, con questi giocattoli ''trash''. Li studia al computer, ne intensifica o pulisce il colore, elimina particolari inutili, e poi costruisce delle ''storie'' dipinte con mano felice, ironiche e affabulanti.
La verità è che Lamberti con questo gruppo di opere crea un mondo di fiaba innestato sulla cultura popolare e frutto dell'innocente, ma non troppo, immaginazione di un'infanzia non ancora corrotta dal progresso, che magari non vorrebbe crescere per non affrontare la violenza del mondo adulto, cercando quel significato di redenzione che è al fondo di tutte le fiabe che conosciamo.
(Marisa Vescovo, dal catalogo della mostra)
Studio Vigato
Alessandria - via Ghilini 30, 15100