Miniaci Art Gallery
Venezia
Calle della Veste, 201

Gianmaria Potenza
dal 15/6/2004 al 18/7/2004
041 2413528

Segnalato da

Miniaci Art Gallery



approfondimenti

Gianmaria Potenza



 
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15/6/2004

Gianmaria Potenza

Miniaci Art Gallery, Venezia

Un anelito di tridimensionalita'. In tutta l'attivita' di Potenza, sin dagli esordi si puo' intravedere una tendenza alla tridimensionalita' anche quando opera su tavola e il superamento della bidimensionalità sembra raggiunto totalmente quando comincia ad innamorarsi del bronzo.


comunicato stampa

u n a n e l i t o d i t r i d i m e n s i o n a l i t à

UN PERCORSO LENTO VERSO LA SCULTURA A TUTTO TONDO
In tutta l'attività di Potenza, sin dagli esordi si può intravedere una tendenza alla tridimensionalità anche quando opera su tavola e il superamento della bidimensionalità sembra raggiunto totalmente quando comincia ad innamorarsi del bronzo.
Vi è un processo nell'arte di Potenza che lo conduce dalle superfici piane alla creazione di un effetto da bassorilievo o sbalzato, intagliando, scavando, plasmando i materiali in modo da realizzare effetti di movimenti tattili che creano le forme e i colori non solo attraverso la sapiente combinazione dei materiali, ma anche attraverso i lievi contrasti di luce e ombra e di parti aggettanti e rientranti. All'inizio l'effetto è attenuato, ma con il tempo l'artista tenderà sempre di più a far fuoriuscire le forme dalle superfici.
Con le pittosculture Potenza comincia a realizzare opere principalmente lignee che emergono dal piano, poi introdurrà altri materiali come il vetro soffiato o il mosaico creando sempre questo straordinario effetto di sfondamento della superficie.
Le pittosculture sono già una fase avanzata di questo processo creativo che condurrà l'interesse di Potenza verso strutture che sempre più si impongono nell'ambiente: egli forza la tridimensionalità fino a raggiungere la scultura a tutto tondo, adottando come materiale principale il bronzo.

REALTÀ COME PUNTO DI RIFERIMENTO
I soggetti di Potenza sono sempre ripresi dalla realtà, anche quando vengono modificati e sradicati dal loro contesto e una volta decontestualizzati assumono una carica del tutto nuova.
La natura, gli oggetti che lo circondano sono i punti di partenza della sua arte, i quali come muse ispiratrici danno moto al suo operare creativo, che produce immagini al limite dell'astratto, ma che tale non si può chiamare.
Difficilmente le sue opere nascono da un concetto di pura astrazione, anche se il senso generale ci riconduce a morfologie che sembrano non avere nulla a che fare con il reale perché l'artista trae sempre ispirazione e suggestione da ciò che vede o che è comunque immaginabile. Astrarre il soggetto, per Potenza è in qualche maniera epurarlo da ciò che viene ritenuto il superfluo e la sua operazione in un secondo momento è quella di caricarlo di significato, di renderlo piacevole al nostro occhio attento all'aspetto più gradevolmente edonistico.

I MATERIALI UTILIZZATI DA POTENZA
Le sue sculture bronzee e le sue strutture lignee talvolta si uniscono al vetro, materiale da sempre amato dall'artista (ricordiamo che proprio Potenza fu il fondatore della famosa vetreria 'La Murrina').
Spesso gli innesti di vetro soffiato provengono dalla mano sapiente di quello che è stato uno dei più grandi maestri vetrai di Murano: Archimede Seguso.
Potenza, infatti, prende le opere di Seguso e le taglia, le seziona e le introduce e le fonde a una struttura da lui creata che fa da sfondo. Gli elaboratori e le semisfere metalliche fanno da supporto alle opere in vetro soffiato di Seguso, sono omaggi o pagine dedicate al famoso maestro del vetro. Anche in ambito scultoreo permane nelle opere di Potenza la cifra distintiva del suo operare: la combinazione di materiali diversi che implicano da parte dell'artista una conoscenza straordinaria delle tecniche e degli svariati mezzi espressivi utilizzati. La sua città, Venezia, nella scultura in bronzo sembra meno sentita che in altre forme d'arte, mentre fortemente veneziane sono le opere a mosaico. Della tradizione della Serenissima c'è soprattutto l'uso della tessera vetrosa e il gusto del colore che è una caratteristica dell'arte veneziana, sin dai secoli passati. In questo ciclo, l'attenzione di Potenza si rivolge alla sfera solare nel suo nascere dalla laguna e talvolta la stessa forma circolare scompare per lasciare spazio a un effetto vibratile di luce nell'acqua. Ogni giorno è diverso, ogni alba non è mai uguale, come cangiante è l'impatto emotivo che crea in noi: il tema è lo stesso, eppure ai nostri occhi appare sempre diverso e suggestivo.
Di questo particolare uso della tecnica musiva Potenza ne fa un utilizzo che è del tutto individuale, recupera la tecnica tradizionale ma la stravolge totalmente: la disposizione delle tessere non è di piatto, ma di taglio. Tutto ciò fa in modo che il mosaico si avvicini alla scultura più che alla pittura, in quanto le tarsie vitree emergono dalla superficie e vengono volutamente tagliate in modo irregolare, perché solo in questo modo si crea un effetto particolare di colore, attraverso la luce che si riflette in modo sempre mutevole: la luce s'incunea negli interstizi e si riflette nelle superfici scabre in un gioco luministico di straordinario effetto. I colori sono calibrati in modo meticoloso ove le cromie calde e quelle fredde si stemperano tra loro e nello stesso tempo si esaltano.

LA CALLIGRAFIA DI POTENZA
Tasselli geometrici e irregolari coprono le superfici con tocco quasi calligrafico diventando lo stampo distintivo della sua arte: la sua scrittura, il suo mezzo comunicativo. Gli oggetti presi in considerazione sono i più vari, nulla sfugge al suo occhio attento, attraverso il quale anche le forme più semplici possono arricchirsi fino a quasi perdere le caratteristiche che li renderebbero oggetti d'uso: in questo modo Potenza carica i soggetti di un significato edonistico fino a far dimenticare la loro natura originaria. Il soggetto principale diventa l'aspetto materico e prezioso: per un momento si smarriscono il contenuto e l'essenza ed emerge la forma e il suo significato che sono tutt'altro che di superficie.

RIFERIMENTI LONTANI: ETRUSCHI, LONGOBARDI, AZTECHI, BIZANTINI, IDEOGRAMMI ORIENTALI... MA ANCHE VENEZIA E I COMPUTER
Potenza ci costringe ad andare indietro nel tempo, le sue forme primitive richiamano echi antichi, di culture ormai scomparse, di antichi fasti, quasi come libri aperti che narrano il passato e ci ricordano che nulla ha senso nel presente se non in quanto riferimento della storia: noi siamo la nostra storia passata. Noi fusi e immersi nel nostro tempo, guardiamo più facilmente all'incognita del futuro piuttosto che al nostro passato che è la nostra reale certezza. Nelle decorazioni e nelle forme di Potenza confluiscono culture primigenie diverse: dalle raffinatezze etrusche alle semplificazioni longobarde, dai decorativismi aztechi agli orientalisti bizantini l'insieme reso in maniera del tutto personale in un linguaggio unico, permeato sempre del suo luogo natio, la sua Venezia. Ma non mancano nemmeno riferimenti al suo tempo, alla tecnologia, ai computer rivisitati e reinterpretati dal genio fantastico di Potenza, per cui la successione di cilindri e parallelepipedi di varie grandezze degli elaboratori richiama la foggia delle schede elettroniche.

MUSICALITÀ ED EQUILIBRIO
Le strutture evocano la musica, i tasselli bronzei, le tessere musive e i cilindri e i parallelepipedi degli elaboratori diventano i tasti di un pianoforte immaginario, l'armonia è nelle forme e nell'equilibrio. Niente è dissonante, se vi è un elemento in apparente contrasto con la simmetria dell'insieme è lo stesso in perfetto equilibrio con le altre parti: non si ha la sensazione di reale rottura, non vi è stridore o interruzioni che focalizzino la nostra attenzione. Le forme rassicurano perché sono in perfetta armonia tra le parti e nel rapporto con l'ambiente circostante in cui si muovono in perfetta sintonia, quasi nello stesso nascessero in rapporto simbiotico e naturale. La ritmicità matematica dei tasselli si presenta come note di uno spartito musicale, in cui i conti ritornano sempre ed ogni nota è perfettamente intonata con il resto.

IL MOVIMENTO
Talvolta dotati di un movimento cinetico rotatorio le sue figure girano attorno a un perno e si fanno da noi guardare in tutte le loro parti: si mostrano a noi per essere viste e ammirate, ci ostentano le loro forme quasi nel desiderio di accattivare il nostro sguardo. Il movimento ipnotico e continuo delle opere incalza l'equilibrio formale e di rapporto con lo spazio circostante.
Vi è inoltre un altro movimento che non è reale, ma è di effetto che è ravvisabile nelle ombre e nel gioco di riflessi che si creano sempre diversi tra le varie parti dell'opera e nel rapporto della stessa con l'esterno.

ENERGIA VITALE NELL'ARTE E NELLA VITA
Le opere di Potenza sono come la sua personalità, caratterizzata da carica vitale che trapela in ogni aspetto della sua arte. La positività e l'approccio diretto con il mondo è la via che egli intraprende sia quando opera in ambito artistico che in quello della vita quotidiana. E se l'arte, spesso, appare come il frutto di sentimenti tragici, di ripiegamento dentro le proprie ansie e inquietudini, Potenza attraverso le sue opere ci dimostra che essa può nascere da sentimenti di profonda armonia ed equilibrio, dove, semmai, se vi sono dei picchi, questi scaturiscono da una gioia quasi euforica quando il colore a noi si presenta in tutta la sua vivacità e solarità, quando la forma è perfettamente sferica e si muove nel mondo in perfetta sintonia. Tutto è poesia e richiamo a mondi lontani nel tempo e nello spazio ove fiaba e realtà s'incontrano in modo ludico, per cui per Potenza l'aspetto più serio delle cose è proprio nel richiamo al gioco e all'ironia.

TEATRALITÀ' E CARICA SCENOGRAFICA
Potenza realizza opere in chiave monumentale soprattutto con il bronzo e nel macro riesce a dare i risultati migliori perché le sue opere sono dotate di una grande carica scenografica e teatrale. La vastità dimensionale apre il nostro orizzonte, non fa a noi comprendere la nostra piccolezza o mediocrità anzi ci comunica l'immensità della natura, del suo potere e noi siamo componenti essenziali della stessa. Ingrandire la figura vuol dire allargare il nostro campo visivo, aprirlo a stimoli di più ampie dimensioni: la natura ci offre un mondo vario e affascinante sta a noi coglierne l'energia e la carica.

Fabiana Causin storico dell'arte
Dell'autrice è consultabile la tesi di laurea 'Gianmaria Potenza. Un bizantino a Venezia' conseguita presso l'Università Ca' Foscari di Venezia.

Venezia:
Vernissage
Mercoledì 16 Giugno 2004 ore 18.30
16 Giugno – 18 Luglio 2004
Tutti i giorni 10.30 – 24.00

Miniaci ART GALLERY
CALLE DELLA VESTE, 201, venezia, Italy
Tel: +39-041 2413528

Milano:
Vernissage
Giovedì 17 Giugno 2004 ore 18.30
17 Giugno – 18 Luglio 2004
Tutti i giorni 10.30 – 20.00
Miniaci ART GALLERY
Via Brera 3, 20121 Milano, Italy
Tel: +39-02-8053943; Fax: +39-02-86990226

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