Questa mostra su Schiele e altri protagonisti dell'espressionismo austriaco si pone come logica prosecuzione di un discorso iniziato con la rassegna su Klimt. Ma mentre l'iniziativa precedente mirava alla globalità della Secessione e dei suoi protagonisti, in questo caso si è preferito focalizzare l'attenzione su cinque rilevanti nomi dell'espressionismo austriaco.
e l'Espressionismo in Austria, 1908 - 1925
Nel 1999 la Fondazione Antonio Mazzotta ha presentato con grande successo la mostra Gustav Klimt e le origini della Secessione viennese, dedicata agli anni 1896-1905, marcati dal gusto decorativo dello Jugendstil, ma anche da quei fermenti verso un'ulteriore evoluzione che dal 1908 porterà la cultura artistica austriaca all'interno della temperie espressionista.
Questa mostra su Schiele e altri protagonisti dell'espressionismo austriaco si pone come logica prosecuzione di un discorso iniziato con la rassegna su Klimt.
Ma mentre l'iniziativa precedente mirava alla globalità della Secessione e dei suoi protagonisti, in questo caso si è preferito focalizzare l'attenzione su cinque rilevanti nomi dell'espressionismo austriaco, ognuno rappresentativo di una diversa posizione stilistica, negli anni decisivi tra il 1908 e il 1925.
Schiele, Gerstl e Kokoschka furono tra i principali rinnovatori dell'arte austriaca dopo la svolta del secolo. Nelle loro opere si coglie la modificazione subita dal colore e dalla linea nell'intensificazione dell'urgenza espressiva.
Kubin invece è espressionista nel suo mondo interiore che raccoglie l'eredità di umori e immagini della vecchia Austria, messi a contatto e confronto con le ricerche formali e stilistiche degli espressionisti monacensi Kandinsky, Marc e Klee del Blaue Reiter, di cui fu amico e socio. Anche per Kubin, come per Schiele e Kokoschka, l'anno 1908 rappresentò una svolta verso una nuova fase creativa. Herbert Boeckl, che incomincia solo dopo il 1918 il suo lavoro artistico, rappresenta invece lo sviluppo dell'espressionismo austriaco, dove l'attenzione all'arte francese viene coniugata con i debiti verso Schiele e Kokoschka.
La mostra, curata da Antonia Hoerschelmann (curator della Graphische Sammlung Albertina), parte dal 1908, che vede la prima esposizione di lavori del diciottenne Egon Schiele, e termina con il 1925, quando in tutta Europa si è ormai affermato un nuovo gusto artistico non più espressionista. Nel 1908 si osserva a Vienna il passaggio dallo stile bidimensionale e piatto tipico della Secessione verso altre ricerche espressive. E' l'anno della Kunstschau del gruppo di Klimt, che lancia il giovane Kokoschka come nuova stella nel firmamento viennese, e anche della morte di Gerstl, che nel breve arco di pochi anni passa del divisionismo postimpressionista a una pittura pastosa e fortemente destrutturata, in cui il colore agisce come protagonista assoluto, così come si può vedere anche nei lavori di Kokoschka e in seguito di Boeckl. Ma come il colore si carica di una funzione espressiva, così anche la linea in Schiele e Kokoschka acquista un surplus di nervosismo ed emozione, diventando il sismografo delle tempeste interiori dell'artista.
La rassegna si compone di circa 150 lavori, tra i quali una straordinaria selezione di 80 opere su carta di Egon Schiele provenienti dalla Graphische Sammlung Albertina di Vienna, che per la prima volta presta un numero così elevato di opere su carta dell'artista. Dipinti e disegni da altre collezioni austriache ed europee pubbliche e private completano la mostra.
Per Schiele come per Kubin (per quest'ultimo poi in modo totale) il disegno e l'acquarello costituiscono il principale mezzo espressivo, la via più immediata alla creazione e la voce più sincera tanto delle loro personali intenzioni artistiche quanto della loro interiorità . Furono quindi grandi disegnatori, come del resto anche Kokoschka, trasformando l'opera su carta in una completa e profonda creazione artistica.
La fragilità delle opere su carta e in particolare dell'acquarello rende tanto più preziosa e rara questa ampia selezione che l'Albertina di Vienna solo in rarissime occasioni ha fatto uscire dal museo. Tra questi fogli si trovano infatti molti dei lavori di Schiele più amati e noti al pubblico attraverso migliaia di riproduzioni.
La presenza di selezionati dipinti completa la panoramica sull'arte di Schiele laddove il tema si esplica compiutamente solo nel dipinto, come nel caso delle vedute di Krumau e di altri paesaggi, risolti quasi sempre attraverso il mezzo pittorico, e consente di porre a confronto i differenti esiti dei vari artisti.
Orario: 10-19.30
martedì e giovedì 10-22.30
Lunedì chiuso
La mostra resterà aperta:
mercoledì 1 novembre 2000, giovedì 7 dicembre 2000, venerdì 8 dicembre 2000,
martedì 26 dicembre 2000, domenica 31 dicembre 2000, sabato 6 gennaio 2001.
Biglietto:
intero £ 12.000, ridotto £ 8.000 (carta d'argento, studenti, scuole e gruppi superiori a 20 persone, Club La Repubblica), ridotto £ 6.000 (militari, ragazzi fino a 12 anni, scuole con visita guidata, disabili).
Catalogo Edizioni Gabriele Mazzotta, Milano, 2000.
Fondazione Antonio Mazzotta,
Foro Buonaparte 50,
20121 Milano,
Tel: 02 878197
Fax: 02 8693046