CTR Centro Teatrale di Ricerca
Venezia
Giudecca, 621
041 5231039
WEB
Sulle tracce di Bela Bartok
dal 10/7/2004 al 17/7/2004
041 5289833, 041 2960685 FAX 178 2252468

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Bela Bartok



 
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10/7/2004

Sulle tracce di Bela Bartok

CTR Centro Teatrale di Ricerca, Venezia

Omaggio al grande compositore ungherese nell'ambito del Festival Redentore ettnic@ Voci, Suoni e Visioni dai Popoli, dedicato quest'anno all'Ungheria. La mostra presenta le immagini fotografiche di Zoltan Moser sui luoghi che Bartok attraverso' nel corso delle sue ricerche e alcune riproduzioni delle memorie di Luigi Nono a lui dedicate, inoltre verra' proiettata continuativamente l'anteprima italiana di Gyokerek, film sulla vita del musicista diretto dal regista ungherese Istvan Gaal.


comunicato stampa

Nel ricco programma del Festival Redentore ettnic@ Voci, Suoni e Visioni dai Popoli, dedicato quest'anno all'Ungheria e a Béla Bartók, non poteva mancare un'imperdibile occasione per conoscere meglio la figura di questo celebre musicista e compositore ungherese. Affiancata, dunque, alla rassegna musicale a lui ispirata, sarà visitabile, presso la Sala CTR dell'ex convento dei Santi Cosma e Damiano alla Giudecca, dall'11 al 17 luglio, l'importante mostra documentaria ''Sulle tracce di Béla Bartók''. Per la prima volta si potranno ammirare insieme le immagini fotografiche di Zoltán Móser sui luoghi che Béla Bartók attraversò nel corso delle sue ricerche e alcune riproduzioni delle memorie di Luigi Nono a lui dedicate, mentre verrà proiettata continuativamente l'anteprima italiana di Gyökerek, film sulla vita del musicista del regista ungherese István Gaál.

Béla Bartók, compositore ed etnomusicologo, è considerato in tutto il mondo una delle personalità musicali più importanti ed influenti del '900. Mentre contribuiva a forgiare il linguaggio musicale del XX secolo, egli si occupava di canti popolari, svolgendo per un decennio un'intensa attività di raccoglitore e trascrittore di melodie contadine, artigiane e pastorali del sud-est europeo (ungheresi, rumene, slovacche, serbe, croate, turche) alla ricerca di un proprio spessore culturale e di una propria identità etnica. Gli scritti di Béla Bartók rappresentano tutt'oggi un solido punto di riferimento per la teoria ed il metodo nello studio del folklore musicale: dai suoi viaggi nasceva una nuova scienza: l'etnomusicologia.

Questa mostra prevede, anzitutto, una scelta di immagini di manoscritti, abbozzi e testimonianze su Bartók del grande compositore veneziano Luigi Nono. L'abbinamento segue una logica di equivalenze ed associazioni, forse non sempre riconoscibili a prima vista. Evidenti sono le combinazioni di frasi sull'uso di microintervalli e microtempi con pagine di partiture ove sono presenti frecce e corone che indicano microvariazioni di altezze e durate. Il visitatore è invitato a scoprire questi legami o anche semplicemente a godersi, insieme con la letteratura, il grande fascino visivo che hanno i manoscritti di Luigi Nono, il quale, pur avendo a lungo studiato le evoluzioni della musica nel '900, raramente dedicò saggi o conferenze a compositori o musicisti. E' perciò significativo che molte delle sue memorie siano dedicate proprio al compositore ungherese. Dipendono soprattutto da un'intensa attività didattica ed etnomusicologica le ragioni dell'ammirazione che Nono nutrì per lo stile di Bartók, penetrato, a detta dello stesso compositore veneziano, ''all'interna ed intima struttura del folklore, e non basato sulla sua falsificazione o sul suo collage'': in Bartók Nono ritrovava un atteggiamento di apertura verso la propria e verso altre culture ed una forte spinta verso la ricerca di nuove strade creative fuori da ogni scuola accademica.

Gyökerek di István Gaál, regista noto per i suoi film documentari sulla condizione esistenziale dell'uomo moderno, è una biografia straordinaria ed affascinante del compositore, anche perché bene rappresenta la sobrietà della vita che Bartók condusse. E' un film più per le orecchie che per
gli occhi, in cui si focalizza l'attenzione soprattutto su quanto si sente: ovviamente la musica, sia quella di Bartók che quella dei villaggi che visitò, e poi le parole, pronunciate da una voce fuori campo, delle lettere e di altri scritti del compositore. Le radici (Gyökerek) cui il titolo allude sono quelle della sua musica, dimostrate, ad esempio, dall'associazione di registrazioni di canzoni popolari (alcune delle stesse udite da Bartók) con il loro adattamento.

Questa ricca e completa mostra ci invita a compiere un vero e proprio ''viaggio nel viaggio'', un suggestivo percorso lungo i luoghi che Béla Bartók attraversò nel corso delle sue ricerche, che scopriremo infine grazie ad un servizio fotografico affascinante e di immenso valore documentario, quello realizzato dal fotografo ungherese Zoltán Móser.

Inaugurazione Domenica 11 luglio ore 18

Sala CTR_ ex Convento dei Santi Cosmo e Damiano. Giudecca
ore 17 - 21

UFFICIO STAMPA MediaCulture
Mariangela Bonesso & Alessia Pugliatti
tel. 041 5289833 - 041 2960685 fax 1782252468

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