Diverse sedi
Cles (TN)
WEB
Arte in giardino 04
dal 16/7/2004 al 17/9/2004
WEB
Segnalato da

Arte in giardino




 
calendario eventi  :: 




16/7/2004

Arte in giardino 04

Diverse sedi, Cles (TN)

Interventi di arte pubblica: sei artisti reinterpretano il paesaggio cittadino, entrando in contatto diretto con il tessuto sociale del luogo e proponendo riflessioni sul momento attuale attraverso l'interazione tra il linguaggio artistico contemporaneo e quello vegetale della tradizione dei giardini. I sei interventi sono dislocati per le vie del centro storico; gli artisti: Stefano Cagol, Davide De Paoli, Paolo Dolzan, Ulrich Egger, Arthur Kostner, Bruno Lucchi


comunicato stampa

Interventi di arte pubblica
Stefano Cagol, Davide De Paoli, Paolo Dolzan, Ulrich Egger, Arthur Kostner, Bruno Lucchi

Per ''Arte in giardino 04'' a Cles sei artisti reinterpretano il paesaggio cittadino, entrando in contatto diretto con il tessuto sociale del luogo e proponendo riflessioni sul momento attuale attraverso l'interazione tra il linguaggio artistico contemporaneo e quello vegetale della tradizione dei giardini. I sei interventi di arte pubblica sono dislocati per le vie del centro storico e sono stati progettati appositamente.

La tradizione di progettare giardini si perde in antiche modalità: dai giardini pensili babilonesi a quelli all'italiana e all'inglese, passando per il giardino zen e arrivando fino ai progetti dell'ultimo secolo che hanno interessato nomi di spicco dell'arte internazionale. Da sempre nei giardini è stata forte l'interazione tra i colori e i disegni delle piante, dei fiori, dell'erba e delle siepi con sculture, pietre e architetture.

Arte in giardino a Cles propone una versione contemporanea di giardino, attualizzando la presenza vegetale e l'intervento artistico al momento che stiamo vivendo. Questo esempio di arte pubblica, di arte che esce dai confini dei musei per entrare in contatto diretto con il tessuto cittadino e per raggiungere un pubblico più ampio, non è inteso come puro intervento decorativo, ma come meccanismo atto a coinvolgere e spiazzare attraverso tensioni formali e concettuali anche il passante meno abituato all'arte contemporanea.

In particolare i sei giardini realizzati in punti centrali della cittadina in collaborazione con giardinieri e fiorai della zona sono interventi site specific, ossia progetti pensati appositamente per il luogo da altrettanti artisti contemporanei che lavorano in regione. Nelle installazioni è presente una stretta interazione tra l'opera e il giardino nella quale risulta inserita e non si tratta quindi delle cosiddette drop sculptures, delle sculture cadute dal cielo e completamente slegate dall'ambiente circostante. Ogni intervento crea uno spazio dove la sperimentazione dialoga con la tradizione, l'arte con la decorazione, l'installazione con la città.

In un'epoca in cui tutto è veloce e virtuale Arte in giardino ristabilisce gli equilibri con la tradizione e con il verde, dando forma a un realtà in cui la natura prende il sopravvento sulla supremazia del digitale, e filtrando attraverso le opere e attraverso una nuova dimensione immaginativa quest'idea di forti tensioni propria della nostra società. Gli argomenti affrontati attraverso l'interazione tra il linguaggio artistico e quello vegetale nelle opere fruibili da un pubblico ampio sono quindi estremamente attuali, come l'idea di nazione, l'ingegneria genetica, l'iper-urbanizzazione.

LE INSTALLAZIONI:
Stefano Cagol ha ideato un'opera concettuale dove i fiori sono l'unico elemento espressivo utilizzato per realizzare una riflessione sul momento attuale. Attraverso la bellezza e l'evoluzione continua dell'elemento vegetale ha rappresentato una bandiera simbolo del nostro tempo come quella americana, nella quale l'annullamento del blu e l'assorbimento delle stelle nel bianco mette in discussione con un intervento minimo una forte realtà attuale, dando vita a letture e sentimenti contrastanti. L'opera fa parte di una serie di lavori di Cagol sulla bandiera americana, della quale fa parte anche un'installazione video e fotografica realizzata contemporaneamente nella rocca di Certaldo in Toscana.

Il Terrestrial Helmet, l'elmetto terrestre di Davide De Paoli sbuca dall'erba alta apparendo ambiguamente come elemento di offesa contro il verde o come arma di difesa della natura contro l'uomo. Pare infatti affiorare dal sottosuolo un'archeologia di un conflitto ormai finito, intaccata dalla natura e sputata fuori alla luce da un verde che si è riappropriato di un piccolo spazio nella dimensione urbana. La forma turgida della scultura in resina richiama però anche una morfologia vegetale, abnorme e irriconoscibile come se fosse una reazione di difesa contro una realtà contemporanea che sta soffocando la natura.

L'opera scultorea di Paolo Dolzan è un indistinto agglomerato corporeo, come il risultato di una mutazione, di una sorta di esperimento genetico non sopravvissuto. Se i materiali utilizzati - gesso, canapa e stoffa - e l'effetto cromatico - marrone - sono naturali, risulta forte il contrasto con la freddezza della superficie su cui è posizionata: la lastra metallica appare come il piano di un tavolo da laboratorio. Sull'asettico metallo sta però prendendo il sopravvento la natura, sbucando da un oblò e trasformando il laboratorio e il suo mutante in una scongiurabile archeologia scientifica, di cui la stessa lastra sembra la tomba.

La struttura di Ulrich Egger si presenta come un macchinario di un passato irriconoscibile o di un futuro post-digitale. Il ferro arrugginito della scultura rimanda inevitabilmente ad immagini di archeologia industriale. Il prodotto finale del meccanismo però, invece di rientrare in un surplus di offerta, sforna un prezioso tappeto verde. Dal rullo fuoriesce un fitto manto erboso, pronto a riappropriarsi della superficie cittadina, riportando a una dimensione naturale la realtà ormai urbanizzata di un paese di montagna.

Indecifrabile appare a prima vista il codice utilizzato da Arthur Kostner, visto che il suo linguaggio tonale si basa esclusivamente sulla forza dei colori. In scala cromatica ha destrutturato il verde assoluto dell'erba antistante. L'asta orizzontale alterna con regolarità il bianco, il giallo, l'azzurro, il blu e il nero, facendo apparire queste sezioni di colore come le parole di una frase. Si tratta della ricerca di un linguaggio nuovo, naturale e concreto, lontano dalla freddezza distaccata del mondo virtuale.

L'unica presenza umana è costituita dalla scultura di Bruno Lucchi. La sua opera antropomorfa in bronzo è posta all'ingresso del centro storico della cittadina e quindi introduce come una vedetta al progetto d'arte pubblica. Le fattezze idealizzate sospendono l'individuo rappresentato tra mitologie passate e leggende future. Ad essere evocata è una storia locale arcaica disseminata di vati, mentre l'aspetto ambiguo, ma perfetto fa apparire l'Androgino come l'abitante di un futuro in cui la razza umana è il risultato di una precisa selezione genetica.
_______

Stefano Cagol:
Nato a Trento nel 1969, dopo avere frequentato l'Accademia di Brera a Milano, ha conseguito un post-dottorato alla Ryerson University di Toronto con un progetto di video-arte. I media da lui utilizzati sono il video e la fotografia, che interagiscono spesso all'interno di installazioni site specific. Ha realizzato una mostra personale al Mart nel 2000 ed ha esposto nei più importanti musei e gallerie internazionali muovendosi nell'ambiente artistico dell'Europa e del Nord America. Nel 2004 ha partecipato alla Quadriennale di Roma ed a una mostra collettiva a Londra, mentre in gennaio a New York ha realizzato una project room per la Stefan Stux Gallery e una collettiva alla Luxe Gallery di Chelsea.

Davide De Paoli:
Nato nel '69, vive e lavora a Bolzano. Dopo le personali alle Terme di Merano, a Castel Mareccio e nello Studio Da Riz di Bolzano, ha partecipato a interventi di arte pubblica in Puglia, nonché a collettive da Numero Civico di Rovereto, alla Goethe2 di Bolzano e alla Galleria Il Castello di Trento. Nelle sue opere attualizza la tradizione altoatesina della lavorazione del legno: scolpisce infatti sculture che indagano su forme astratte e moduli reinterpretati all'interno di installazioni e di applicazioni sconfinanti nel design.

Paolo Dolzan:
Nato a Mezzolombardo nel 1974, ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Venezia, allievo di Carlo Di Raco. Docente di storia dell'arte e disegno, ha esposto a Bevilacqua la Masa a Venezia, in Slovenia e in Austria dove è stato ospite alla Kunstlerhaus di Salisburgo. Nei suoi dipinti, disegni e sculture risultano forti l'impatto gestuale e il contatto con la materia, capaci di far scaturire figure da forme astratte.

Ulrich Egger:
Nato nel 1959, ha frequnentato l'Accademia di Belle Arti di Firenze e vive a Merano. Ha esposto con mostre personali in numerose gallerie italiane e dell'area tedesca dell'Europa, realizzando anche numerose opere d'arte pubblica per alcuni centri della regione. Nella creazione delle sue opere utilizza il ferro, grezzo o arrugginito, spesso fatto interagire in modo stretto con stampe in bianco e nero di dettagli di archeologia industriale.

Arthur Kostner:
Nato nel 1954 a Bolzano, vive e lavora in Alto Adige. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati in Italia, Austria e Germania, come la Galerie im Traklhaus di salisburgo e la Weiner Secession di Vienna. Nelle sue opere utilizza il colore per astrarre gli elementi della realtà, servendosi di materiali naturali come il legno oppure puntando la sua attenzione sull'effetto cromatico della luce.

Bruno Lucchi:
Nato a Levico Terme, dove ha lo studio, ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Urbino. Ha esposto in Italia e in numerose altre nazioni, realizzando sia sculture che installazioni nello spazio esterno. Le sue opere, presentate anche a un'asta di Sotheby's, sono sculture in terracotta e in bronzo che riproducono una fisionomia umana androgina, spesso stilizzata fino ad arrivare alle forme allungate stratte dei menhir.

L'Aspart è un'associazione culturale nata nel 1999 per iniziativa di sette gallerie di Trento. Vi fanno parte la Galleria d'Arte il Castello (via degli Orbi 25), Galleria Il Cenacolo (via Gorizia 11), Argoarte (via 2 Androna di Borgo Nuovo), lo Studio d'Arte Raffaelli (via Travai 20) e Patrizia Buonanno Arte Contemporanea (via Garibaldi 16-Mezzolombardo) e Galleria l'Isola (via Suffragio 24). L'associazione ha l'obbiettivo di unire le diverse realtà delle gallerie per realizzare eventi capaci di attirare maggiormente l'attenzione verso un'arte spesso per pochi. In questa direzione ha svolto finora una dinamica attività, realizzando numerose mostre in collaborazione anche con il Mart di Trento e Rovereto, con la Galleria Civica di Trento e con altre realtà pubbliche e private del territorio.

Opening sabato 17 luglio 2004 ore 18.30

promosso da Comune di Cles

Sponsorizzato da Cassa Rurale di Tuenno-Val di Non e Regione Trentino Alto Adige

Organizzato da ASPART-Associazione Gallerie d'Arte di Trento

Gallerie:
Studio d'Arte Raffaelli, Trento
Galleria d'Arte Argo, Trento
Galleria d'Arte il Castello, Trento
Galleria d'Arte Il Cenacolo, Trento
Patrizia Buonanno Arte Contemporanea, Mezzolombardo (Trento)
Galleria d'Arte Fedrizzi, Cles (Trento)

Immagine: STEFANO CAGOL, Stars & Stripes, 2004, installazione, fiori rossi, fiori bianchi / installation, white flowers, red flowers, 210 x 400 cm
Courtesy Studio d'Arte Raffaelli, Trento

Cles (Trento) Italia
sedi varie

IN ARCHIVIO [1]
Arte in giardino 04
dal 16/7/2004 al 17/9/2004

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede