Insa Art Plaza Gallery
Seoul
4 5F, Insa Art Plaza, 21 Kwanhoon-dong, Chongno-gu
00822 736-6347 FAX 00822 736-6347
WEB
Giovanni Fioretto
dal 17/8/2004 al 31/8/2004
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Segnalato da

Lee Yoon Kyung



 
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17/8/2004

Giovanni Fioretto

Insa Art Plaza Gallery, Seoul

Boundless body


comunicato stampa

Boundless body

A cura di Lee Yoon Kyung

In questa personale Fioretto presenta 20 nuove tele, tutte realizzate a Seoul in quest'anno, dieci di medio formato, di cui quattro tratte da Ect (Ectopie), quattro da FSC (Facce Senza Confine), due da LET (Linear Energy Transfer) e sono state gia' esposte lo scorso giugno al Museo Danwon - Ansan City. Le altre dieci sono di grande formato, sono inedite e tratte da CSC (Corpi Senza Confine), comunque tutte fanno parte del progetto pluriennale ''IPOSTASI'' di cui in questa occasione ne ripropone anche il demo-video. Sono corpi e facce raccolti in quasi piu' di un anno, durante la sua permanenza a Seoul, in particolare nella rete metropolitana dove la ''massa carnina'' e' piu' pregnante e rappresenta il principale serbatoio a cui Fioretto attinge. L'artista ama immergersi nei fiumi di gente, che durante i trasferimenti di treno attraversa le stazioni di cambio; racconta: ''...socchiudo gli occhi e mi immergo nel flusso umano, le mie gambe mi portano ma non sono piu' le mie, sono quelle di tutti gli altri, pian piano avverto la sensazione di perdere il mio corpo e di diventare parte di una grande massa carnina, resta solo il mio pensiero'' Diversa e' la sua sensazione all'interno del metro' che pure fluisce ma dove la ''massa carnina e' ferma, l'osservazione si sposta sui pensieri dei corpi, come ha espresso magnificamente Wim Wenders nel film ''Il cielo sopra Berlino'' nella scena in cui con un piano sequenza la cinepresa si sposta da un volto all'altro cogliendo l'audio dei pensieri ed espressi con voci fuori campo, facendoli sovrapporre, i pensieri di quei corpi si fondono.
La pittura di Fioretto non vuole raccontare ne illustrare nulla, lavora sul recupero sensoriale della percezione visiva. La tela e' il tavolo anatomico dove seziona, scompone e ricompone il corpo reinventandolo, corpo come territorio geografico entro cui i confini sono indistinguibili e sovrapposti. Il gesto pittorico e' un bisturi che affonda in profondita' lasciando lacerazioni a volte evidenti, altre meno. Un corpo reinventato per esprimere la follia, il dolore, l'orgasmo, la morte. Frammenti, attimi indefinibili verbalmente, ma colti ed espressi solo con la forza della pittura, una pittura forte, rapida, tesa, a volte aggressiva, cruda, in cui non c'e' metodica, eppure tuttavia riesce a stimolare sensazioni di leggerezza con l'abile uso delle velature. Ha colto nel segno il critico d'arte Gabriele Perretta quando descrivendo il lavoro di Fioretto, dice: ''Il pittore spronato dal dono della sintesi, riduce, diluisce in un simbolo i frammenti di vita che si legano al doppio filo dell'energia e della morte. Di essi rimane soltanto un ambiguo agente visivo che pero'sulla nostra percezione, nel dubbio di non aver capito esattamente cio' che ci troviamo di fronte, agisce come quel gonfiore esasperato che si produce sul nostro corpo quando siamo feriti da un'ape mellifera e la sua arma resta incagliata nella carne di noi vittime del voyeurismo globale'' 1

Lee Yoon Kyung

1 ''Giovanni Fioretto'' Gabriele Perretta, Lalli Editore, 2002.

Insa Art Plaza Gallery
4~5F, Insa Art Plaza, 21 –Kwanhoon-dong, Chongno-gu Seoul

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