Boundless body
Boundless body
A cura di Lee Yoon Kyung
In questa personale Fioretto presenta 20 nuove tele, tutte realizzate a Seoul in
quest'anno, dieci di medio formato, di cui quattro tratte da Ect (Ectopie),
quattro da FSC (Facce Senza Confine), due da LET (Linear Energy Transfer) e
sono state gia' esposte lo scorso giugno al Museo Danwon - Ansan City. Le altre
dieci sono di grande formato, sono inedite e tratte da CSC (Corpi Senza
Confine), comunque tutte fanno parte del progetto pluriennale ''IPOSTASI'' di cui
in questa occasione ne ripropone anche il demo-video. Sono corpi e facce
raccolti in quasi piu' di un anno, durante la sua permanenza a Seoul, in
particolare nella rete metropolitana dove la ''massa carnina'' e' piu' pregnante e
rappresenta il principale serbatoio a cui Fioretto attinge. L'artista ama
immergersi nei fiumi di gente, che durante i trasferimenti di treno attraversa
le stazioni di cambio; racconta: ''...socchiudo gli occhi e mi immergo nel
flusso umano, le mie gambe mi portano ma non sono piu' le mie, sono quelle di
tutti gli altri, pian piano avverto la sensazione di perdere il mio corpo e di
diventare parte di una grande massa carnina, resta solo il mio pensiero''
Diversa e' la sua sensazione all'interno del metro' che pure fluisce ma dove la
''massa carnina e' ferma, l'osservazione si sposta sui pensieri dei corpi, come
ha espresso magnificamente Wim Wenders nel film ''Il cielo sopra Berlino'' nella
scena in cui con un piano sequenza la cinepresa si sposta da un volto all'altro
cogliendo l'audio dei pensieri ed espressi con voci fuori campo, facendoli
sovrapporre, i pensieri di quei corpi si fondono.
La pittura di Fioretto non vuole raccontare ne illustrare nulla, lavora sul
recupero sensoriale della percezione visiva. La tela e' il tavolo anatomico
dove seziona, scompone e ricompone il corpo reinventandolo, corpo come
territorio geografico entro cui i confini sono indistinguibili e sovrapposti. Il
gesto pittorico e' un bisturi che affonda in profondita' lasciando lacerazioni a
volte evidenti, altre meno. Un corpo reinventato per esprimere la follia, il
dolore, l'orgasmo, la morte. Frammenti, attimi indefinibili verbalmente, ma
colti ed espressi solo con la forza della pittura, una pittura forte, rapida,
tesa, a volte aggressiva, cruda, in cui non c'e' metodica, eppure tuttavia
riesce a stimolare sensazioni di leggerezza con l'abile uso delle velature. Ha
colto nel segno il critico d'arte Gabriele Perretta quando descrivendo il lavoro
di Fioretto, dice: ''Il pittore spronato dal dono della sintesi, riduce,
diluisce in un simbolo i frammenti di vita che si legano al doppio filo
dell'energia e della morte. Di essi rimane soltanto un ambiguo agente visivo che
pero'sulla nostra percezione, nel dubbio di non aver capito esattamente cio' che ci
troviamo di fronte, agisce come quel gonfiore esasperato che si produce sul
nostro corpo quando siamo feriti da un'ape mellifera e la sua arma resta
incagliata nella carne di noi vittime del voyeurismo globale'' 1
Lee Yoon Kyung
1 ''Giovanni Fioretto'' Gabriele Perretta, Lalli Editore, 2002.
Insa Art Plaza Gallery
4~5F, Insa Art Plaza, 21 –Kwanhoon-dong, Chongno-gu Seoul